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2 marzo 2025 7 02 /03 /marzo /2025 06:34

Ho sognato,
ho sognato
ma niente ricordo
Eppure nel dormiveglia,
mi dicevo,
questo me lo devo annotare,
questo debbo scriverlo
Ma intanto continuavo
a dormire poderosamente
e così il sogno mi sfuggiva,
scivolava all’indietro,
risprofondando nel mare nero dell’oblio
Alla fine, mi tiravo su,
sveglio, ma senza ricordo
La prossima notte
porró un dispositivo acchiappasogni
a pencolare sopra la mia testa dormiente
e, così, i sogni catturati
dopo averli districati dalla rete magica
in cui sono rimasti impigliati
potrò visualizzarli
in diretta sullo schermo del PC,
tradotti in vivide immagini

Gabriel in strada di notte

Ho sognato che ero invitato ad un convegno che si svolgeva in un antico palazzo, forse un monastero di antichissima costruzione

C’erano molti che conoscevo tra gli uditori, ma anche tra i relatori
Mi aggiravo tra corridoi ed ampie stanze con il tetto a volta affrescato cercando il salone delle conferenze, ma senza mai trovarlo
Attraversavo poi un ambiente piuttosto ampio pieno di dispositivi tecnologici con un'enorme varietà di macchine ronzanti e lampeggianti, grandi schermi, monitor, tastiere): pensavo che potesse essere una stanza di regia tecnologica o forse anche una centrale operativa di uno Stato maggiore o di un istituto di sorveglianza 
Qualcuno mi diceva che dovevo togliermi di lì poiché interferivo con la proiezione delle slide
Ubbidiente, mi abbassavo e cominciavo a camminare carponi, quatto quatto
Poi andavo a casa, con l’idea di mangiare un boccone per poi tornare al convegno dove, secondo il programma avrei dovuto tenere una relazione, il cui orario era fissato per le 13.30
Nella cucina di una casa (che non era la mia, ma era come se lo fosse) trovavo mio figlio Gabriel
Tiravo fuori dalla dispensa una serie di barattoli di vetro contenenti delle conserve sott’olio
Cose diverse che non saprei più descrivere bene, né nominare
Aprivo i diversi contenitori, servivo me e Gabriel del loro contenuto e mangiavo con gusto, spiluccando qua e là 
Ricordo che c’erano delle verdurine colte in campagna (e si trattava, forse, di asparagi)
Mentre mangiavo, arrivava la mamma, come era da giovane, vestita con uno splendido abito rosso e un cappellino elegante con la veletta e mi diceva che stava uscendo per andare a quello stesso convegno, dove era stata chiamata a far parte della giuria
“La giuria di cosa?”, mi chiedevo
La mamma intanto se ne andava
Ed io, guardandola, mentre con movenze armoniose, apriva la porta e usciva, mi ritrovavo a pensare che era una donna davvero molto bella
Riprendevamo il nostro pasto
Come piatto forte, veniva il turno di un serpentello intero tutto avvolto nelle sue spire 
Lo tiravo fuori dall’olio aromatizzato e lo mettevo su di un piatto
Gabriel mi guardava affascinato, il suo sguardo si muoveva di continuo dal serpentello impiattato a me, e viceversa
Tagliavo il serpentello in pezzi che dividevo equamente tra me e Gabriel
In realtà, guardandolo meglio, mi rendevo conto che era un essere a metà tra un rettile e un gruffaló
Del gruffaló riconoscevo alcuni dettagli inconfondibili 

 

Il Gruffalò ha terribili zanne, artigli affilati e terribili denti di bava bagnati;
è bitorzoluto, ha ginocchia nodose e terribili unghione.
I suoi occhi sono arancioni e spaventosi e ha la lingua molliccia.
Come potrebbe non far paura il temibile Gruffalò
?”

 

Guardavo l’orologio e vedevo che erano già le 12,45
Pensavo che l’ora si fosse fatta ormai tarda e che rischiavo di non arrivare in tempo per la mia relazione
Non avevo più margine per potermela prender comoda; in verità, entravo un po' in ansia
Quando hai una relazione da tenere devi arrivare sempre con un certo anticipo, per ambientarti e metterti a tuo agio, così mi hanno insegnato
Sono anche in apprensione perché sapevo che la mamma avrebbe fatto parte della giuria che dovrà giudicare il mio intervento
Ripongo il serpentello-gruffaló nel suo barattolo di vetro
Riposiziono ordinatamente tutti i barattoli di vetro nella dispensa
Saluto Gabriel con un bacio in piena fronte e vado via
Dio me la mandi buona!

E qui vado in dissolvenza

Poi ho sognato tanto altro, ma non ricordo più, solo che ero indaffaratissimo e busy 

E tanti saluti!

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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