
Mi sono svegliato
di colpo,
occhi sbarrati nel buio,
la testa pesante
perché avevo sognato
sino al punto del risveglio,
ma non riuscivo a sbrogliare
la matassa informe
che occupava la mia testa,
ingombrante e immobile
come un grosso blocco di pietra
o forse anche di granito, inattaccabile
Sono stato un po’ a lambiccarmi il cervello
Ma niente da fare!
Quell’ammasso pietroso
rimaneva lì e non mi parlava
A volte la narrazione di un sogno
si realizza mettendo su di una tela
su cui appare abbozzata una forma
dettagli, linee, colori e sfumature
Altre volte, invece, si ottiene
con faticoso levare
come quando si ha davanti
un blocco di pietra o di legno
e con mazzuolo e scalpelli e sgorbie
con pazienza ma anche con forza
si deve togliere via
l’eccesso di materia
per fare emergere
la forma che sta sotto
[“per via di porre”
contrapposto al “per via di levare”
nell’analogia michelangiolesca
per dire la principale differenza
tra pittura e scultura,
applicata al sogno]
“Io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura: basta, che venendo l’una e l’altra da una medesima intelligenza, cioè scultura e pittura, si può far fare loro una buona pace insieme, e lasciar tante dispute; perché vi va più tempo, che a far le figure”
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Poi rieccolo il sognare!
Sono in una grande città di mare,
con vocazione di resort vacanziero
Luogo di divertimento e svago:
la città è affollatissima,
gremita di gente vociante e festosa
Il brusio insistente di parole e risate
mi riempie la testa e me la fa scoppiare
È troppo!
Il troppo stroppia!
Resisto e cammino tra la folla
alla ricerca di uno che si chiama
Paco Camino
(anche se non so di chi si tratti),
ma mai lo trovo costui
Vedo una spiaggia dorata
un tempo meravigliosa
oggi sfregiata da lavori
di addomesticamento
Leggiadre aiuole, palmizi e fioriere
e bancarelle di venditori
Dov’è la bellezza selvaggia d’un tempo?
Sono irritato, mentre cammino,
immerso nel bagno di folla,
sospinto quasi, sempre avanti
senza poter esprimere
un briciolo di volontà
Sono qui
Sono lá
Dove sono io?
Il cane fedele è con me,
anche lui spaesato, disorientato
Siamo due revenant
ritornati dopo lunga assenza
e nulla riconoscono dei luoghi
un tempo familiari
C’è una struttura di cemento
aggettante sul mare
e anche lì cammino e cammino,
stupito della quantità di negozi,
tutti eguali,
la cui vocazione è secernere paccottiglia
Ma tutti sembrano essere felici così,
vocianti, estasiati,
in fibrillazione
Poi camminiamo lungo un viale
nel quale si susseguono in fila
decine e decine di enormi SUV
di acciaio brunito,
minacciosi
- o forse sono veicoli da guerra -
pieni di dispositivi misteriosi
Mi ritrovo, infine, in una stanza
Dietro la porta chiusa
c’è il cane uggiolante
Quando la apro
ritrovo il cane festoso
e mio figlio Gabriel
che mi sorride
(Stacco)
Poi sono di nuovo in movimento
Mi fermo ad un bar
che ha dei tavoli rotondi
nel dehor che dà sulla strada
Armeggio con le mie cose
e consulto carte, giornali, libri
Tutto è in disordine caotico
Poi viene il momento di andare via
e ricaccio tutto nello zaino,
senza metodo,
cosicché mi avanza sempre qualcosa
Mi arrendo, alla fine,
e lascio sul tavolo un quotidiano
malamente ripiegato,
tutto stropicciato
Sbuffo di impazienza e risentimento
Mi ritrovo nella comunità
e qui l’amministrativo di turno
mi informa che,
essendo la porta della cucina
(quella che si apre direttamente
sulla strada)
rotta (si tratta della serratura difettosa)
verrà murata
in modo da risolvere ogni problema
alla radice
Io ribatto, controbatto, argomento
Vorrei sostenere il punto di vista
che è molto più economica e ragionevole
la soluzione conservativa,
quella cioè di sostituire o riparare
la serratura compromessa
Ma non la spunto
In alto dove si puote ciò che si vuole
è stata già presa la fatidica decisione
La porta dovrà essere rimossa
e il suo vano murato
Decido di non replicare più
e non dimandare più
C’è movimento di gente
che va e viene di continuo,
affaccendata
Io vorrei andare via
e devo prendere
un grande saccone
pieno di miei effetti personali
Controllo, inventario, catalogo
il suo contenuto
con attenzione ossessiva
per accorgermi
che manca all’appello
una costosa boccetta
di grani di sale rosa dell’Himalaya
E si tratta del mio bene più prezioso
Cerco per ogni dove,
ma invano!
Il mio bene più prezioso
non salta fuori
(Dissolvenza)
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