La nota che segue racconta uno dei miei strani sogni molti, di quelli molto articolati e che a leggerne a posteriori il resoconto sembrano dei film alquanto surreali
La nota era stata pubblicata in Facebook, ma avevo dimenticato di inserirla nel blog
E dunque eccola
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C’è una grande nave ormeggiata
fuori dal porto
Passeggeri e auto si affollano
sulla banchina
in attesa di imbarcarsi
È una giornata radiosa
piena di sole e luce
All’improvviso il mare
comincia a gonfiarsi, minaccioso
Alti marosi prendono ad arrivare
incalzanti,
come una mandria di cavalli
lanciati al galoppo
in una carica irrefrenabile
(come quella di Seicento di Balaklava)
scuotendo e agitando la nave
che è ormeggiata di traverso
rispetto alla loro traiettoria
La loro forza e la loro altezza
li sospinge oltre le barriere portuali
e il lungomare dove mi trovo è invaso dall’acqua
Io e un gruppo di altri
ci allontaniamo prudenzialmente
per andare alla ricerca d’una zona sicura,
asciutta e più in alto
Sono in un gruppetto di alcuni
donne e uomini,
tra cui un certo NN
(mi dice il suo nome e cognome,
ma ricordo solo la sigla)
che mi pare di conoscere
e due tipe
Con una delle due
Io comincio a fare il cretino
(conversazione elettiva e smancerie varie)
entrando in concorrenza con NN
(tipico)
L’altra della combriccola non conta
(tipico anche questo)
Insomma, due cani sopra un unico osso
L’altra rimane invisibile,
a fare da chaperon
Andiamo più all’interno della città
pur rimanendo sempre in vista del mare tumultuoso
Io m’improvviso cicerone
Li conduco e li guido
Mi profondo in spiegazioni
dotte e documentate
Mi faccio bello
Cerco di sopravanzare NN
che, tuttavia, non demorde
e non vuole abbandonare la presa
Siamo come due cani alle prese con lo stesso osso
Ci squadriamo e facciamo le nostre mosse
Io non mi scoraggio affatto
Sono un corridore di lungo corso, io,
e sono resiliente e tenace
Non ho dubbi sull’esito di questa tenzone
Sia come sia,
conduco il gruppetto
a visitare un antico manufatto dell’XI secolo
(una meraviglia)
Un grande portale di pietra,
sormontato da spalti e torrette di guardia
e feritoie a bocca di lupo e caditoie
Poi ritorniamo verso il porto
per vedere se il mare si sia placato,
ma niente, l’impeto dei cavalloni continua
e la nave è sballottata sempre di più
Potrebbe essere sbattuta a riva
e affondare, a questo punto,
per quel che posso capire
Penso ai poveretti che sono già a bordo
e che potrebbero perire
prima ancora di partire per il Perú
dove governa la regina Taitù
Vista la situazione perigliosa,
mi ritengo fortunato di non essere salito a bordo
prima che iniziassero le onde anomale
Ora sarei bloccato a bordo della nave,
sballottata dai flutti,
impossibilitato a partire
e del pari senza poterne scendere
Mentre camminiamo,
Sfioro più volte con la mia mano
quella della tipa che mi piace
NN non si accorge di nulla
perché in modo vanaglorioso
(non è altro che un miles gloriosus e uno spaccone)
sta tentando di adottare la mia tattica di prima
- ma in modo caricaturale e opprimente -
e anche lui si è messo
a tirare fuori la rava e la fava di tutto
per farsi bello
Tra me e la tipa corre uno sguardo di intesa
carico di cose e di non detti
(ed io penso: É fatta!)
Ci arrampichiamo sugli spalti fortificati della zona portuale
per osservare dall’alto
lo spettacolo dell’assedio dei marosi
e la nave sballottata
ormai prossima al naufragio
Mi allontano dalla comitiva
per depositare dei rifiuti che tengo in mano
Si tratta di alcune boccettine di vetro
(forse di quelle per farmaci, oppure fialette per campioni promozionali di profumi),
ma anche tovaglioli appallottolati
e altre scorie
Entro in una zona adibita ai servizi igienici
e cerco il luogo di conferimento
Non ci capisco nulla
e, per certo, non ho voglia
di buttare la mia munnizza a caso o per terra
Per fortuna che c’è un addetto alle pulizie
al quale chiedo
E lui mi conduce in un’area un po’ nascosta
dove c’è una distesa infinita di cassonetti
per una raccolta differenziata minuziosa,
un contenitore per item dello stesso tipo,
bottigliette con bottigliette
bottiglioni con bottiglioni
tovaglioli appallottolati e solo quelli
Preservati usati
E così via
Come faccio a riconoscere il contenitore giusto
per ciascun tipo di rifiuti?, faccio io
L’addetto dice: E' molto semplice!
Prende gli oggetti che ho in mano e, separandoli, comincia a lanciarli
Questo va lá!
Questo qui!
Questo ancora, colà!
Lancia tutto con perizia
e non sbaglia un colpo
S’impara subito, aggiunge
Basta che stai attento a quello che faccio io
e cerca di imitarmii! Sai, i neuroni specchio…
Ritorno fuori
dopo aver assolto il mio compito,
ma il gruppetto s'è disperso
E la tipa? Scomparsa!
Anche la nave è scomparsa!
In un frammento precedente
ero con una ex-moglie
in una casa piena di cianfrusaglie e di libri
Prendevo con me alcuni volumi
tra i quali uno sul running
da me letto e riletto,
annotato, segnato e contrassegnato
L’ex-moglie mi chiedeva in prestito
proprio questo volume
Io dicevo: OK! No problem!
Lei lo prendeva, lo sfogliava
facendosi subito accigliata
Me lo restituiva, dicendomi:
Perú, dovresti farmi il favore
di ripulirlo da tutte queste fregnacce!
Così non posso leggerlo!
Mi da la nausea, così com'è!
Io prendo il libro
e lo sfoglio
È tutto segnato
scritto a margine, chiosato, decorato, istoriato
anche con l’uso di matite multicolori e pastelli
Ma è un compito impossibile!
- dico io - Non credo proprio di poterlo fare!
O te lo prendi così o niente!
Capisc? O non capisc?
(dissolvenza)
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