Anche in questo caso si tratta di un 'ripescaggio' dai meandri di un profilo Facebook (il mio), ormai datato di 14 anni.
Di questo triplice sogno avevo perso del tutto memoria.
Ed eccolo qua, restyled!
/image%2F1498857%2F20231017%2Fob_61f680_cucciolo-di-leone.jpg)
(15 ottobre 2012) Questa notte ho stra-sognato tra PC infettato da virus, un leoncino randagio e il mio box trasformato nella casa di Robinson Crusoe
Ho stra-sognato questa notte
Ma tra un sogno e l'altro ho anche dormito come un ghiro
Il primo sogno era inquietante
Ero seduto davanti al PC e improvvisamente lo schermo diventava instabile e si andava trasformando come se avessi le allucinazioni
Assumeva uno stano aspetto a nido di vespa, quasi tridimensionale, gonfiandosi e sporgendo sempre di più
Pensavo che se avesse continuato ad espandersi, mi sarebbe esploso sulla faccia
La mia conclusione era che il computer era stato infettato da un bug o da un worm o da un trojan, ovvero da per dirla in soldoni un malefico virus informatico ed ero disperato perché pensavo alla miriadi di file (tra cui le foto) che sarebbero risultate distrutte
Andavo a chiamare mia madre (sì, in questo sogno interagivo con mia madre che non è più), perché volevo farle vedere ciò che accadeva e chiederle consiglio
Quando tornavo con lei il monitor non c'era più: o meglio era stato spostato da qualcuno sul pavimento sotto la scrivania
Dove avrebbe dovuto esserci c'era invece una miriade di briciole di pane, come se qualcuno avesse appena finito di banchettare
Nel secondo sogno, ero in giro per le strade con mio figlio piccolo: e avevamo adottato un leoncino anche lui piccolo, appena un cucciolo
Il nostro problema era cercare di abituarlo a convivere con un cane randagio che ci veniva a trovare per aver cibo e compagnia.
Il leoncino era docile ed affettuoso, ma il suo comportamento diveniva imprevedibile non appena - con il suo odorato finissimo - sentiva l'odore della carne e si accorgeva che altri cani di passaggio avevano fatto un pasto di quel tipo
Quando ciò accadeva, prendeva a ringhiare e tirava fuori le piccole zanne (piccole, ma già temibili), arricciando le labbra
Andavo allora nella bottega del macellaio e gli chiedevo di prepararmi dei bocconcini di carne di seconda e terza scelta, e di frattaglie (ma anche delle ossa con abbondanza di cartilagini), in modo che potessi soddisfare tutte le voglie di carne del piccolo leone
Ma ero anche piuttosto preoccupato: mi chiedevo se dargli da mangiare della carne non fosse la cosa sbagliata e se non fosse meglio, invece, tenerlo a stecchetto, per indurlo ad abituarsi ad una dieta semi-vegetariana, se non addirittura vegana
Però, mi dicevo: "Non si può modificare la natura di un animale che geneticamente deve mangiare carne sanguinolenta"!
Mi chiedevo anche come sarebbe riuscito a convivere pacificamente con la mia canuzza, crescendo
Il leoncino era tanto affettuoso, ma pensavo con preoccupazione a quando sarebbe cresciuto: Cosa ne sarebbe stato?
Mio figlio, che era con con me (ma era tornato piccolo), era molto contento di questo nuovo amico che si lasciava prendere in braccio e spupazzare come un pelouche
Ma un pelouche non lo era affatto
Era vivo e vegeto, era in carne ed ossa!
/image%2F1498857%2F20231017%2Fob_30fc34_robinson-crusoe.jpg)
Nel terzo sogno scoprivo, infastidito, che il portiere del mio stabile aveva infilato tutti i contenitori per la raccolta differenziata dentro il mio box
E li ricacciavo fuori, naturalmente, accorgendomi che proprio davanti alla saracinesca del garage, c'era una quantità di attrezzi agricoli rotti, vasi di piante vuoti, ciarpame vario, travi di legno e grosse canne conficcate nel terreno quasi a formare la palizzata della casa selvatica di Robinson Crusoe
Ero basito, ovviamente
Mentre ero davanti al box a sfaccendare, si fermava - proprio vicino - un'auto con quattro a bordo. che erano in tenuta da running.
Chiedevo loro dove stessero andando e mi rispondevano farfugliando qualche parola incomprensibile e, mentre parlavano, mi guardavano strafottenti e stravaccati.
Parlavano di una certa gara trail, ma il finale della frase si perdeva sempre in un suono indistinto.
Chiedevo più volte, animato dalla buona intenzione di far conversazione con loro, ma ogni volta si ripeteva la stessa scena.
Per chiudere quello che sembrava un loop interminabile li salutavo, augurando loro una buona corsa, e andavo via
scrivi un commento …