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Nel sogno dovevo mettere a punto
una terapia a scalare con il metadone
In realtà (sempre nel sogno)
si trattava d’un imbroglio
per coprire un altro imbroglio
Una tizia, rampolla di una buona famiglia,
aveva ricevuto un quantitativo di metadone
e lo aveva perso
(o se n’era sbarazzata)
o lo aveva ceduto a terzi
Quindi, adesso,
bisognava giustificare l’ammanco del farmaco,
facendo apparire nei documenti sanitari
che era stato somministrato
in una terapia a scalare
E dunque ero lì a fare dei conteggi minuziosi
La difficoltà era quella di far sì
che, alla fine della finta terapia,
risultasse esattamente al milligrammo
il metadone mancante
Ma i conti non mi tornavano mai
C’era sempre qualche cosa soverchia
oppure in meno
Ed ero lì,
in una ruota senza fine
a fare conti su conti
e a provare varie combinazioni
Il diavolo ci metteva sempre la coda
Era lì ad aiutarmi e ad assistermi
il padre della ragazza beneficiaria
che era - lui - autorevole medico e cattedratico
Il sogno si ripeteva senza fine
Era come trasportare su per un pendio
il masso di Sisifo
che ogni volta,
prima di riuscire a farlo scollinare,
precipitava a valle
Ho ricordato la fatica che facevano gli infermieri
nel servizio che dirigevo
a fare i conti delle quantità di metadone somministrate
e ad avere alla fine un conteggio bilanciato senza ammanchi
o senza eccedenze
A me, alla fine,
toccava firmare
i registri di carico e scarico
dei farmaci stupefacenti
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