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Ho sognato
Una notte infarcita di sogni
Ad ogni piccolo risveglio
mi dicevo:
Questo sì che è memorabile
e me lo debbo trascrivere
Ma siccome non lo facevo
poi queste tracce svanivano
lasciandomi con un pugno di mosche in mano
(per così dire)
Ma c’è una cosa che mi è rimasta impressa,
tra le tante
Ed è che compariva mio padre
Era a casa con me
E occupava - da ospite - una stanza
Era assente
Ed io entravo furtivamente proprio in quella stanza
e ne esaminavo il contenuto minuziosa-mente
C’erano un sacco di cose
Alcune futili
Altre inquietanti
Non ricordo i dettagli
C'era un fascio di fogli scritti a mano
e altri documenti
ed io cercavo di afferrarli per esaminarli
uno per uno
Ma l'intero fascio mi cascava per terra
e quei fogli si spargevano in disordine caotico
un guazzabuglio -
sul pavimento
Cercavo di recuperarli
e, a quattro zampe,
cercavo di recuperarli tutti
Avevo fretta, entravo in ansia,
le dita mi si accavallavano
e temevo di essere colto sul fatto
Ed era un'utopia soltanto sperare
di poterli ricomporre nell'ordine originario
Alcune cose
avrei voluto portarle con me
perché erano indizi rivelatori
di aspetti di mio padre
che ignoravo
Ma non c’era più tempo,
poiché sentivo la sua voce
dietro la porta
(dissolvenza)
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