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Un convegno di psichiatri:
una cosa folle
Tante persone, a centinaia
E non si combina nulla
Il vuoto istituzionalizzato
Ci si sposta da una sala all’altra
ad ascoltare l’oratore di turno
come scimmie ammaestrate
che fanno oooohhh
oppure aaaaahhh
a comando,
che, sempre a comando,
ridono, piangono, testiano
Ogni tanto,
arriva la ricompensa d’una banana succulenta
Mi sembra di vedere facce note,
ma non riesco mai a concretizzare,
avvicinarmi, dire mezza parola,
fare un sorriso a 32 denti
Siamo tutti troppo fluttuanti
e in movimento perenne
da una stanza all’altra
per potere veramente soffermarci
a dire qualcosa di significativo
Una comitiva di schizzati e fuori di testa
E poi ci sono gli squali
dai quali preferisco mantenermi
a distanza di sicurezza
Sono arrivato con A.
ma quasi subito, nella bolgia,
ci perdiamo di vista
Cerco di chiamarla con il telefonino
per dirle:
Sono qua!
Oppure: Dove sei finita?
Ma c’è sempre qualcosa
che mi impedisce di farlo,
oppure è il telefono
che, inspiegabilmente, si incarta
diventando muto e inerte come pietra
Poi, quando la giornata insulsa
volge al termine
e con gli altri pari
siamo intenti in saluti e convenevoli vuoti
arriva una banda di ladri
che, dopo aver denunciato la propria mariuolità,
chiedono a tutti
di consegnare gioie, oggetti di valore,
soldi, telefoni e carte di credito
Girano dall’uno all’altro
con un grosso sacco nero
e lo vanno riempiendo della refurtiva
Strepitano e minacciano
Sono dei bulli,
sono dei provocatori nazifascisti,
ribaldi della peggiore risma
Io sono fortemente preoccupato
Nel mio zainetto c’é il portafoglio
con dentro ben un bel po' di euri
che sono poi quelli
che dovrebbero servirmi
per le spese di tutto il mese
Non ci pensò due volte:
piglio e scappo
da una stanza all’altra
Cerco un nascondiglio,
un luogo sicuro e recondito
Cerco anche di far perdere le mie tracce
Ma quelli come segugi assillanti
che seguono l’usta
mi stanno alla calcagna
Rispetto a loro sono sempre di un pelino in ritardo
Ho quasi perso la mia battaglia
ma prima che mi acciuffino
lascio scivolare il portafogli rigonfio
(tanto per dire)
sotto una poltrona
Gli sgherri mi prendono
e mi portano alla presenza
del loro capo, orrendo e puzzolente,
con una benda nera sull’occhio destro
Dimmi dove hai messo il malloppo!
Io: Giammai te lo dirò!
Lui; Se non parli ti picchierò
e ti torturerò!
So essere molto convincente!
Io: Non ti dirò nulla!
E secido all'istante di passare al contrattacco
Meglio vivere un giorno da leone
che cent’anni da pecora, mi dico
Cerco di colpire quello scellerato,
ma le mie braccia sono prive di forza
e coordinazione
Vorrei mollargli pugni poderosi e a lui
arrivano invece solo carezze
Infatti, sghignazza sgangheratamente
e mi irride
Ricevo dei colpi,
e quelli sì che fanno male!,
Sono costretto a rinculare,
prima di essere ridotto all’impotenza
Finisco legato come un salame,
avvolto in un bozzolo di corde ruvide
Dicci dove é il malloppo!
Vabbé vi ci porto!
Mi sciolgono quel tanto che basta per camminare
e li precedo, incespicando,
mentre gli scherani mi pungolano il costato
con i loro bastoni appuntiti
Cerco di prendere tempo,
ma, alla fine, arriviamo proprio alla stanza
dove avevo cercato di occultare il portafoglio
Lo vedo a malapena nascosto
dove lo avevo lasciato
andando di fretta
Ma qui, colpo di scena!
Mi libero dalle corde
che si erano allentate a sufficienza
spintono con violenza il Re dei ladri
e lo mando a sbattere contro il muro
Approfittando della sorpresa generale,
acciuffo il portafoglio e scappo
avendo di nuovo dietro la masnada
dei segugi assillanti
Arrivo al porto e c’è una nave in partenza
Lancio quel maledetto portafogli
su quella nave
ripromettendomi di recuperarlo dopo
e mi giro per fronteggiare i miei nemici
A questo punto sono sereno
Il portafogli è per loro irraggiungibile
Mi dico disposto a svuotare davanti a loro
il contenuto delle mie tasche
Tanto non ho niente, penso
E comincio
Dalla tasca destra dei pantaloni
tiro fuori le chiavi della macchina
(di queste non se ne fanno nulla, tanto)
Sono convinto che la tasca sinistra sia vuota
Invece, ne estraggo un pezzo di carta ripiegato e poche monete
Fammi vedere!, ruggisce il Re dei Ladri
Io gli consegno il tutto
Lui dispiega il foglietto
Cos’è?
Io stesso rimango sorpreso
nel vedere una banconota da 50 euro
E quelli cominciano di nuovo
a tormentarmi
perché vogliono a questo punto
il resto dei soldi
Ma non dirò loro
che si trovano sul battello
in viaggio verso una città lontana
Non so se riuscirò a tenerli a bada
per molto
(Dissolvenza)
E poi mi ritrovavo a nuotare
in una grande piscina
piena di acqua trasparente, cristallina
Il suo fondo era rivestito d'un fitto tappeto
di alghe verdi, pur screziate di bianco
Mentre eseguivo una virata
dal lato dove la piscina
era meno profonda
con il piede destro toccavo
il tappeto di alghe
accorgendomi con raccapriccio
che erano in realtà
anguille brulicanti
e che un grumo palpitante di esse
mi si era attaccato al piede
Cominciavo a scalciare
come un forsennato
per liberarmi
e a nuotare più veloce che posso
per uscire da quel vespaio-anguillaio