Questa trascrizione è dell'11 dicembre 2011, ma non è mai stata pubblicata qui su questo blog, ma soltanto come "nota" nel mio profilo Facebook.
La pubblico ora con qualche lieve modifica.
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Sono in una specie di Zoo
Dal punto in cui sono vedo una grande gabbia fatta di ferro che ospita al suo interno una tigre gigantesca
Guardo con apprensione le manovre che compie un uomo - presumibilmente un guardiano - per dare cibo alla tigre
Vedo che si accinge ad aprire un cancello che immette direttamente nello spazio della gabbia
Penso: "Si sta comportando goffamente quell'uomo, non è così che si deve fare! Adesso la tigre scapperà. Prepariamoci al peggio!"
E, in effetti, è quello che succede, esattamente come l'avevo pensato io
La tigre si avventa sull'uomo, ferendolo con i suoi artigli e addentandolo… e, quindi, si precipita all'esterno, ruggendo e spalancando le fauci, con le lunghe zanne grondanti sangue e filamenti di carne rosei
Fuggo con tutta la la velocità che mi è consentita per ritrovarmi in una giungla fittissima. Mi inerpico come un novello Tarzan su per un intrico di rami che formano quasi una scala naturale, per ritrovarmi alla fine su di una specie di ripiano naturale formato da frasche intrecciate, liane e foglie cadute: si direbbe quasi un'amaca solida sospesa molto in alto, oppure è la cuccia notturna di un gorilla di montagna
Mi distendo proprio lì su quell'inaspettato giaciglio, pensando che se me ne starò bene immobile per un tempo sufficiente la tigre passerà oltre senza notarmi, né odorarmi
Ma, nello stesso tempo, non posso fare a meno di sentirmi terrorizzato, ponendomi degli interrogativi ansiogeni come:
"E se anche la tigre in fuga decidesse di inerpicarsi verso l'alto alla ricerca di un nascondiglio dove stare al riparo in attesa che si esaurisca l'impeto dei suoi inseguitori"?
"Cosa mi accadrà in tal caso, quando sarò a tu per tu con la tigre"?
"Dove andrò a rifugiarmi"?
E, così, rimango in attesa della sorpresina finale e del (per me) tragico epilogo di quest'avventura
Me ne sto lì con il cuore in gola che va al galoppo come un cavallo imbizzarrito e fa Tum-Ta Tum-Ta TTTUm-Ta TTTUUUM-Ta
Cambio di scena: mi ritrovo su di una specie di toboga a forma di divano che scende a velocità folle lungo una strada trafficatissima e, malgrado la goffaggine del mezzo, manovrando con abili spostamenti del mio centro di gravità riesco a fare una gimkana tra i diversi veicoli più lenti che mi si parano davanti
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Insomma, come essere su di un divano volante
Il divano volante mi porta a pensare alle cosiddette "sedie volanti" come in passato venivano chiamate le portantine, dove nobili, prelati e potenti venivano trasportato da servitori preposti a questa bisogna
Ed esiste a Palermo una "via Sedie volanti" dove si concentravano un tempo le botteghe degli artigiani specializzati in questo tipo di manufatto
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Il canguro e la tigre bianca - Frammenti e pensieri sparsi
Da alcuni giorni c'è con me un piccolo canguro Una mattina guardavo il piumone del letto grande e vi ho notato un rigonfiamento proprio al centro Incuriosito, sono andato a guardare e c'era il ...
http://www.frammentipensierisparsi.net/article-il-canguro-e-la-tigre-bianca-119662535.html
A proposito di tigri, ecco un altro sogno di animali. Hillmann avrebbe, di sicuro, molto da dire al rigardo.u
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I sogni di animali, quelli in cui degli animali vengono a visitarci, sono particolarmente appassionanti/intriganti.
A questo riguardo bisognerebbe leggere un testo affascinante di James Hillman che è "Presenze animali" (rielaborazione e riadattamento di una precedente opera pubblicata in Italia con il titolo di "Animali del sogno", a suo tempo edita da Raffaello Cortina Editore)
James Hillman, Presenze animali (nella traduzione di A. Serra), Adelphi, 2018
(Risguardo di copertina) Una magnifica guida per chi voglia riconoscere che cosa sono gli animali in noi. Chi nasce oggi in una grande città – o anche in campagna – non ha molte occasioni per vedere animali, se non gli antichi testimoni della vita domestica: cani e gatti. Ma gli animali continuano a visitarci, per lo meno nei sogni. E ci ricordano un'altra vita – ormai remota e lunghissima – in cui gli uomini erano stati una specie mescolata a molte altre. Anche in cielo, le costellazioni dello Zodiaco – il cui nome stesso significa luogo degli animali – disegnano la mappa di una zoologia che non cessa di manifestarsi. Più di ogni altro fra coloro che hanno preso le mosse da Jung, James Hillman ha saputo interrogarsi su queste «presenze» e inchinarsi davanti al loro potere, come mostra questo libro, che è una magnifica guida per chi voglia riconoscere che cosa sono gli animali in noi.