L'impatto astronomico descritto nel film è un'allegoria del riscaldamento globale e il film è una satira sull'indifferenza dei governi e dei media nei confronti dell'emergenza,
Basato su fatti realmente possibili
/image%2F1498857%2F20240103%2Fob_027b99_don-t-look-up-film.jpg)
La pellicola di Adam McKay “Don’t Look Up” (USA, 2021) ha, ovviamente, due antecedenti illustri - facilmente identificabili - in entrambi i quali si racconta la storia di un meteorite che si approccia alla Terra e che causerà immani danni, forse anche l’estinzione del genere umano, se non la distruzione della Terra stessa, al momento dell’impatto.
Si tratta di “Deep Impact” e del successivo (ma solo di poco) “Armageddon - Giudizio finale”. Anche in “Don’t Look Up” l’incipit è del tutto analogo e, si potrebbe dire, canonico, con la causale scoperta da parte di un osservatorio stellare e il conseguente tentativo di coinvolgere le autorità in un progetto che tenti di fermare la cometa, distruggendola oppure frammentandola.
Ma qui la narrazione diverge senza assumere i toni da epopea dei due film che lo hanno preceduto e questa narrazione diventa un’occasione di satira feroce del bisogno da parte di chi governa di mantenere l’audience e di ottenere punti di consenso, oltre che modo per illustrare gli effetti devastanti d'un sistema di comunicazione mediatica falsificato e incurante della verità. In più, vi è anche un’efficace rappresentazione di come il potere politico e l’azione dei decisori possa essere inquinata dai grandi sponsor e dalle holding che gestiscono i flussi di denaro e quindi anche le opzioni praticabili.
Tutto evolve verso una conclusione di catastrofe annunciata e di tentativi abortiti e falliti miserevolmente.
I decisori e i loro sponsor fuggono su di una nave spaziale, i loro corpi ibernati, alla ricerca di un nuovo pianeta vivibile, mentre la cometa impatta sulla Terra aprendo uno scenario di devastazione totale.
Io personalmente l’ho trovato un film estremamente interessante, con un cast di attori eccellenti e con un’altra grande interpretazione di Leonardo DiCaprio.
Non mi sono preoccupato di celare il finale del film, poiché non si tratta di un thriller e soltanto apparentemente d'un action movie, ma è piuttosto un’opera di satira politica e di analisi graffiante dei sistemi di comunicazione contemporanei.
Il finale lo si può facilmente indovinare dalla narrazione stessa.
Ciò che conta di questa storia è il percorso, non il finale.
Tutti sanno, ma a nessuno (tra quelli che contano per prendere delle decisioni efficaci) importa, in definitiva di quali saranno gli esiti della vicenda, come appunto è avvenuto - e continua ad avvenire - nel caso del riscaldamento globale del pianeta. Le decisioni drastiche, quelle che ancora potrebbero modificare di qualche misura il corso degli eventi, raramente vengono prese a breve termine, ma vengono sistematicamente dilazionate e posposte ad un tempo che verrà-