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22 febbraio 2013 5 22 /02 /febbraio /2013 18:56

Janis Joplin, la Sarà in libreria da mercoledì 27 febbraio 2013, il volume di Clara Baldi, Janis Joplin. Sepolta viva nel Blues, per i tipi di Imprimatur Editore.
«Sarebbe illegale che vi dicessi “alzatevi e ballate”, perché è proibito farlo. Quindi non pensate che vi stia suggerendo niente del genere, però non capisco che cazzo ci fate lì
seduti… Questo è rock’n’roll!»
Janis Joplin è stata una vocalist ed una songwriter (ma anche interprete di cover) che ha cambiato la storia della musica, un’anima rock  e soul allo stesso tempo, una donna dall’energia incontenibile: tutto questo è stata Janis Joplin, rockstar fragile ma con il
grande dono di saper cantare l’amore, la vita, l’oblio. E' stata una donna che ha avuto una vita tempestosa, travagliata e sfortunata, con vicende amorose esitate in sofferenza, segnata dall'alcool e dall'eroina che,alla fine, l'hanno storncata.
La sua carriera musicale fu breve e folgorante: grande performer dal vivo, di lei è rimasta indelebilmente scolpita nelle nostre menti la sua comparsa a Monterey (il suo esordio pubblico) e poi a Woodstock, nei famosissimi ed insuperati tre giorni di amore e di musica.
Nella sua musica e nel suo canto Janis Joplin riversava la sua profonda sofferenza, la sua infelicità, la sua soliitudine e il dolore per storie d'amore mal finite: e risuonava anche, nelle sue note, il suo bisogno di riversare amore su qualcuno e di essere riamata.
Di lei sono rimasti pochissimi dischi ufficiali: due in studio e un doppio album dal vivo, più qualcosa forse del gruppo rock di cui fece parte prima di quello che la accompagnò alla celebrità e sul palco di Woodstock.
Ho scoperto Janis Joplin, all'inizio delle mie frequentazioni musicali del Rock anni Sessanta (ma all'inizio degli anni Settanta) e purtroppo cominciai ad ascoltarla quando era già morta, eppure per me che l'ascoltavo e che, mentre ascoltavo, leggevo i testi delle sue canzoni e dei suoi Blues, era viva e palpitante: trepidavo e soffrivo con lei.
La sua voce era potente, capace di grandi escursioni, e fu una grande cantante soul e blues bianca, in un certo senso una precorritrice di Amy Winehouse  (con tante analogie esistenziali con quest'ultima e similari percorsi di vita).
Janis Joplin rimane, per me, un autentico monumento della musica rock. Insuperabile e capace di provocare ad ogni ascolto sempre nuove emozioni. Provate a d ascoltare il suo "Pearl", tanto per fare un esempio.
Ma questa statura la possiede indubbiamente per tutti i cultori della musica di quegli anni, con il riconoscimento obiettivo del Grammy Award alla carriera che le è stato conferito molti decenni dopo la sua morte nel 2005.
Di tutto questo parla il volume Janis Joplin. Sepolta
viva nel blues, a partire dall’infanzia nel Texas conservatore e bigotto fino all’ascesa dopo il Festival di Monterey  e ai giorni  più ribelli,  fatti  di droga  e alcol,  per le  strade  di San Francisco,  alla  sua fine prematura  e infelice, il 4 ottobre 1970.
A settant’anni dalla sua nascita, arriva questo libro per ricordarla ancora una volta.
«Sul palco faccio l’amore con venticinquemila persone, e poi me ne torno a casa da sola».

«Janis non si mise da un giorno all’altro a fare la cantante folk, per poi venir scoperta subito dai media.  Ci lavorava  sopra  da tanto,  studiava  molto e  si  esercitava.  Le interessavano tutti i generi musicali,  era  una di quelle  che provavano  tutta  la  notte  per eseguire  nel modo giusto  una frase musicale o un passaggio da un accordo all’altro» (Fredda Slote)
 

 

Clara Baldi è nata a Roma nel 1982. Laureata al Dams e appassionata di musica, ha collaborato a  varie antologie e scritto per riviste. Attualmente lavora come redattrice free-lance per alcune case editrici romane. Janis Joplin. Sepolta viva nel blues è il suo primo libro.
 

 

 

 



Janis Joplin. Sepolta viva nel blues| Clara Baldi | 16,00 euro |  9788897949411
Imprimatur Editore Srl
Via Meuccio Ruini, 74
42100 Reggio Emilia
Tel 0522 272494
Fax 0522 272250
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1 febbraio 2013 5 01 /02 /febbraio /2013 21:57

“I fan di Philip K. Dick metteranno Il cerchio del robot negli scaffali più alti della loro libreria ideale.” Richard A. Lupoff

 

Il-cerchio-dei-Robot-Dick.jpgScritto nel 1956 ed edito solamente nel 1988 dalla Harbor House/William Morrow di New York,  Il cerchio del robot (titolo orginale The Broken Bubble), come altre opere mainstream di Philip K. Dick, è frutto degli anni in cui il giovane autore era convinto di avere i mezzi per ‘sfondare’ a un livello letterario più riconosciuto e apprezzato di quello in cui erano rinchiusi e isolati i generi narrativi allora considerati minori - la science-fiction ancora più del poliziesco e del gotico.
Pur proponendosi come un romanzo di vita contemporanea, comprende tuttavia un intreccio secondario di ordine fantascientifico, a cui allude anche il titolo della traduzione italiana, scelto per mettere in evidenza l’inutilità dei tentativi dei personaggi principali di sfuggire dalle regole imposte da una società ancora fortemente repressiva, che li riduce ad automi.
Una narrazione convincente proprio perché frastagliata e in divenire che segna l’inizio di quel cammino narrativo che porterà l’autore, nel giro di un quinquennio e dopo un nuovo matrimonio, a rivisitare, in The Man in the High Castle (La svastica sul sole), San Francisco sotto la dominazione di un governo straniero, e attraverso gli occhi alieni del funzionario giapponese Tagomi.

 

Sintesi dell'opera (dal risguardo di copertina). San Francisco, anni Cinquanta. Jim Briskin è uno speaker radiofonico di successo che non riesce a lasciarsi definitivamente alle spalle il rapporto con la sua ex moglie Patricia. Art Emmanual è un assiduo ascoltatore del programma di Jim e vive in un seminterrato insieme a sua moglie Rachael, da cui sta per avere un bambino. Vite il cui unico punto di contatto è la voce di una radio si intersecano in occasione di una cena a casa della giovane coppia, durante la quale ciò che resta delle macerie del matrimonio di Jim e Patricia – la loro distruttiva interdipendenza, quel destino di perdizione che, inesorabile, li accomuna – finirà per contagiare le ‘normali’ esistenze dei due ragazzi. Art sarà sedotto dalla donna e si ritroverà invischiato in una relazione che screditerà entrambi, mentre Rachel seguirà Jim in Messico, affidando all’uomo la propria vita e quella del bambino che ha in grembo. Fanno da sfondo le insicurezze dell’America del Dopoguerra, di due generazioni in cerca di nuovi punti di riferimento e separate da una distanza netta, nella quale Philip K. Dick colloca con notevole capacità immaginifica personaggi improbabili e incoerenti. Alla fine, l’unica via per Jim e Pat sarà quella di tornare sui propri passi, rinnegando gran parte della loro esistenza e segnando la propria sconfitta.

 

Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul soleMa gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002),Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006), Ubik (Michel Gondry ha annunciato che si occuperà dell’adattamento per il grande schermo). Con l’arrivo in libreria degli ultimi quattro romanzi e de L’Esegesi di Philip K. Dick (curata da Pamela Jackson e Jonathan Lethem), tra febbraio e novembre 2013 Fanucci completa la pubblicazione dell’opera omnia del tormentato e geniale scrittore americano, considerato il padre della fantascienza postmoderna, di cui detiene i diritti assoluti dal 1999.



Scheda

Philip K. Dick,  Il cerchio del robot

Introduzione di Carlo Pagetti

Traduzione di Fabio Zucchella

Pagine 147 - 17 euro
Casa editrice Fanucci

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12 aprile 2012 4 12 /04 /aprile /2012 19:42

MALOMBRA_rino-marino.jpgIl 18 aprile prossimo, alle ore 18.00, presso il Centro sperimentale di Cinematografia, ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, avrà luogo la proiezione in anteprima del film di Rino Marino, "Il viaggio di Malombra", quasi interamente realizzato con attori portatori di disagio psichico. Una storia di scoperta e di viaggio attraverso i territori dell'alienazione e dell'onirico.

Malombra (Liborio Maggio), un povero diavolo, ossessionato da un incubo ricorrente, decide di intraprendere un lungo viaggio sconclusionato, su un carretto trainato da un asino, alla ricerca di un misterioso ‘cavaliere della luna’ (Antonino Contiliano) che, dopo averlo salvato, da bambino, dalla malaria, era sparito per andare a vivere romito in un castello cadente, arroccato in un luogo sperduto nella campagna siciliana, in attesa di una compagnia di teatranti che andassero ad inscenargli una rappresentazione.

Un vecchio rigattiere (Nando Bagnasco), incartapecorito in un’atmosfera atemporale, nella bottega delle cose perdute, indirizza Malombra da Avugghia (Salvo Terruso), un guitto che lo accompagnerà per quasi tutto il viaggio, in un itinerario visionario, attraverso i territori dell’alienazione, dove un’umanità strampalata ristagna in un’atmosfera ai limiti dell’onirico.

Nel cast quasi integralmente composto da attori con disagio psichico, provenienti dallaClinica Psichiatrica del Policlinico Universitario di Palermo e da numerose comunità terapeutiche assistite regionali, anche la partecipazione straordinaria di Luigi Maria Burruano, nei panni di un capocomico truffaldino, a capo di una compagnia di artisti scalcagnati e fenomeni da baraccone.

Numerose le ambientazioni, scelte tra le campagne e le case rurali di Castelvetrano e Mazara del Vallo, il centro storico di Castelvetrano, la Torre di Bigini di Partanna, il Castello di Ribera,  Villa Napoli e Villa Niscemi a Palermo, i vicoli di Salemi, e il teatro scoperchiato, fra i ruderi della vecchia Poggioreale, abbandonata dopo il terremoto del sessantotto.

 

Scheda del film

Soggetto, sceneggiatura e Regia: Rino Marino

Aiuto regia: Viviana Di Bella

Montaggio: Benni Atria

Musiche originali: Lelio Giannetto e Alessandro Librio

Fotografia: Vincenzo Agate

 

Il film prodotto dall’associazione culturale Sukakaifa, in collaborazione con la Film commission Regione Siciliana, sarà presentato in prima nazionale, con il patrocinio del comune di Castelvetrano-Selinunte, lunedì 16 aprile 2012 presso il cinema Marconi di Castelvetrano e mercoledì 18 presso il Centro sperimentale di cinematografia di Palermo, ai Cantieri culturali della Zisa. Andrà inoltre in proiezione al cinema Marconi di Castelvetrano il 18 aprile alle ore 21.00 e il 19 aprile alle ore 19.00.

 

Malombra rino marino frame

SCHEDA COMPLETA

IL VIAGGIO DI MALOMBRA

Produzione: Sukakaifa, in collaborazione con Film Commission Regione Siciliana

Soggetto, sceneggiatura e regia: Rino Marino

Interpreti: Liborio Maggio, Salvo Terruso, Nando Bagnasco.

Con la partecipazione straordinaria di Luigi Maria Burruano

e con Antonino Contiliano, Khadra Benziadi, Gaspare Giurlando, Francesco Leone, Santo Marrone, Lidia Sammarco, Salvo Scianna, Gloria Di Liberto, Giuseppe Giardina, Vincenzo Gelsomino, Angelo Mazzotta, Daniele Costa, Lucia Di Pace, Giuseppe Borrello, Mario Mione, Francesco Catania, Vincenzo Cannata, Filippo Lumia, Jano Caracci, Giuseppe Elia, Giovanni Craparotta, Giuseppe Salvo, Francesco Scimemi, Vito Tumbarello.

Scene e costumi: Rino Marino

Direttore della fotografia: Vincenzo Agate

Musiche originali: Lelio Giannetto e Alessandro Librio

Montaggio: Benni Atria

Aiuto regia: Viviana Di Bella

Montaggio audio: Francesco Albertelli e Francesca Genevois

Rumorista: Tullio Arcangeli

Color correction: Vincenzo Marinese

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28 luglio 2011 4 28 /07 /luglio /2011 18:19

Il-circo-dei-vampiri-Laymon.jpgNel Il circo dei vampiri di Richard Laymon (Gargoyle, 2011) l'incipit è nel segno della migliore narrativa horror: il lettore viene immediatamente calato in un'atmosfera degna di Stephen King o di Dan Simmons, dove - nelle battute iniziale e nella presentazione dei protagonisti - sembra che tutto sia pigro e sonnolento e che niente degno di nota debba accadere.

Gli ingredienti. Una piccola cittadina americana USA, di stampo campagnolo, di poche centinaia di abitanti.
Un luogo  - il "maledetto" il campo di Janks (a causa degli atti efferati che vi erano stati perpetrati in passato da uno squilibrato rispondente a questo nome), divenuto poi il campo di Fargus in un tentativo di addomesticamento da parte di un cittadino Mr Fargus, appunto- elemento inquietante e di attrazione primaria per i ragazzini del posto e delle zone vicine alla ricerca di brivido e di avventura, sulla base di una serie di storie eccitanti che su questo luogo e su ciò che vi accade nottetempo circolano (ma forse, a parte Janks, sono soltanto "leggende" campagnole, ma non è dato saperlo).
Tre ragazzi, in piena adolescenza e profondamente amici, alla ricerca del brivido trasgressivo e dell'avventura, come elemento di formazione e di "passaggio", Dwight (il narratore), Rusty e Slim (che, essendo donna, fa della "compagnia" una compagine mista, nemmeno fuori registro se si considera l'illustre esempio di IT di King).
Viene annunciato con dei flyer disposto strategicamente sui pali della luce e agli angoli delle strade, l'arrivo di un "Circo di vampiri", in cui si esibirà (o sarà messa in mostra)  Valeria la Vampira e che si acquertiererà proprio nel luogo maledetto.
Nei tre scatta subito il desiderio di andare alla ricerca di qualcosa: per esempio, quello di scoprire cosa c'è dietro le quinte e se "Valeria" altro non sia se non una mistificazione (e magari è una bella donna e questo pensiero attiva gli ormoni dei due maschietti). I tre sono attizzati ancora di più, nel loro desiderio di scoprire e di sbirciare, dalla postilla secondo cui l'esibizione è riservata solo ai maggiori di 18 anni.
Cattivi presagi cominciano a concretizzarsi per i tre (e per il lettore esperto del meccanismo narrativo di questo tipo), quando arrivati nel campo di Janks, malgrado gli annunci, non c'è traccia del Circo, mentre si fa loro incontro un cane macilento, affamato, e orbo di un occhio che, se pensiamo all'incontro dantesco con le tre bestie all'ingresso della "selva oscura" lascia solo intravedere sventura.
Insomma, questi pochi elementi riuniti magistralmente e con grande fluidità narrativa sono da soli sufficienti ad attivare nel lettore una sorta di craving - bramosia - nel voler andare avanti e scoprire cosa lo attende nelle pagine successive.
Staremo a vedere...

 

La sintesi del romanzo nel risguardo di copertina

E' una torrida mattina d’agosto dell’estate del 1963. Siamo a Grandville, nella rurale provincia americana, e a ogni albero e palo della luce lungo la statale e' stato affisso un volantino che annuncia l’arrivo in citta' del Circo Itinerante dei Vampiri. L’attrazione principale – campeggia a caratteri cubitali sul manifesto – e' la bellissima Valeria, l’unico esemplare vivente di vampiro ridotto in cattivita'. Per tre adolescenti del luogo, Dwight, Slim e Rusty, e' molto piu' che l’evento dell’estate, e' lo spettacolo del secolo. Nonostante i volantini proibiscano espressamente l’ingresso per i minorenni, i tre decidono che vi assisteranno a qualunque costo, ignari di andare incontro a un orrore senza fine. Una storia di amicizia, di paura e di coraggio, di tentazione e passioni giovanili, che segnera' per sempre le vite di tre ragazzi per i quali il circo non sara' mai piu' lo stesso.

 

Richard Laymon.

 Richard Laymon (1947-2001) e' stato uno scrittore americano con all’attivo piu' di 30 romanzi e 65 racconti. Laureato in lingua inglese all’Universita' di Willamette, nell’Oregon, prima di approdare al successo ha lavorato come insegnante e bibliotecario. Con i romanzi La Carne (Fanucci, 1987) e Il Luna-park dell’orrore (Sperling & Kupfer, 1989) ha ricevuto una nomination per il Bram Stoker Awards, indetto dall’associazione degli scrittori horror americani.

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18 maggio 2011 3 18 /05 /maggio /2011 19:28

angelology.jpgLe storie di Vampiri hanno un loro fascino e hanno indubbiamente permeato l'approccio culturale all'horror offrendo uno schema che può essere sdoganato in altri campi: l'arte è quella di trasporre moduli e schemi narrativi seriali e sovrapponibili a territori ancora non esplorati, almeno questo per ciò che riguarda prodotti di sicuro successo e destinati a crescere come best seller, pplicandoli ad entità e ad esseri di altro tipo che possono essere accomunita tuttavia da una comune matrice malefica e di dominio.

Mentre sembrano riacquistare vigore le storie di Lupi Mannari con la recente pubblicazione - ad esempio - de L'ultimo dei lupi mannari (ISBN edizioni), primo di una serie di romanzi su questo tema di Glen Duncan, si fa avanti il caso editoriale di Danielle Trussoni, il cui debutto narrativo con una saga sugli "angeli caduti" e sul loro intento malefico di dominare il mondo, sembra essere - a giudicare dalle entusiastiche ovazioni della critica americana - ambizioso, intenso, emozionante.

Angelology è un romanzo che il New York Times ha addirittura inserito tra i 100 migliori libri del 2010 e che, tra breve, uscira in distribuzione nelle nostre librerie, pubblicato dalla casa editrice Nord (Danielle Trussoni Angelology, Editrice Nord, 2011).

 

(La trama) Quando il padre l’aveva affidata alle suore francescane del convento di St. Rose, vicino a New York, Evangeline aveva soltanto dodici anni. In quella pace operosa, la bambina è diventata donna e ha poi scelto di prendere i voti. Adesso, da suora un po' disamorata, si occupa della biblioteca del convento, che ospita un’eccezionale collezione d’immagini angeliche.

danielle-trussoni-credit-kalinruichev.jpgProprio in quel luogo apparentemente così lontano dai turbamenti del mondo, Evangeline scopre alcune lettere, spedite negli anni ’40 dall’ereditiera Abigail Rockefeller a una suora del St. Rose: in esse vengono citati una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato: il cadavere di un angelo.

Per Evangeline, quelle lettere sono il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli angeli che hanno tradito Dio e della malvagità che è scesa sulla Terra con un battito d’ali; la storia dei Nefilim, le creature generate dall’unione tra gli angeli ribelli e i mortali; la storia degli angelologi, un gruppo di studiosi che, da generazioni, si tramandano il segreto dell’esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro.

E, soprattutto, la storia di uno strumento musicale di origine divina e dai poteri straordinari, uno strumento andato perduto e che ora Evangeline ha il compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim. Perché la storia degli angelologi è anche la sua storia, e la loro missione è la sua missione. Perché il destino dell’umanità è nelle sue mani.

 

Quella che potrebbe sembrare una trama raffazzonata (con tutti gli ingredienti di rigore, come gli antichi manoscritti, il gruppo di lotta contro il Male, a conoscenza degli antichi misteri, gli esseri malefici che vogliono dominare il mondo degli uomini) buona, forse, per sostenere gli effetti speciali di un film da blockbuster (e, a proposito, Will Smith ne ha già acquistato i diritti per farne un film che sarà di sicuro successo), è in realtà una storia con una certa profondità.

Nelle 451 pagine pubblicate oggi dall’editore americano Viking Press e nelle oltre 500 dell'edizione italiana, oltre a angeli, suore e Nephilim, non mancano riferimenti colti come i rimandi al mito di Orfeo e al Paradiso perduto di Milton.

Insomma, staremo a vedere.

Intanto l'operazione di lancio si è avvalsa anche di accativanti booktrailer.

 

 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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