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2 maggio 2014 5 02 /05 /maggio /2014 08:25

Qual'è la natura della parentela? L'anropologo Marhal Sahlins probva a dare delle risposte al tema antropologico per eccellenza in un suo recente saggio"Si dice che 'il sangue non sia acqua', ma questa rigorosa decostruzione di uno dei miti fondativi della cultura umana dimostra come la parentela sia ben più che sangue."

 

Marshall David Sahlins, nel saggio "La parentela: cos'è e cosa non è (pubblicato da Eleuthera, 2014), affronta il tema antropologico per eccellenza, ovvero la natura della parentela. E lo fa elaborando un'originale prospettiva basata sull'idea di «reciprocità»: i parenti sono tali non tanto perché sono consanguinei, ma perché condividono affettivamente e simbolicamente gli uni le vite (e le morti) degli altri. Lungi dal rimandare alla semplice procreazione, l'idea di parentela è una relazione transpersonale basata su una comune esperienza esistenziale. Per quanto rilevanti siano il sangue, il latte, il seme, la carne, o qualsiasi altra cosa intervenga nella procreazione, questi non sono soltanto fenomeni fisiologici, ma eredità sociali, dotate di significato, che collocano il bambino all'interno di un terreno relazionale molto più esteso e strutturato. Siamo cioè di fronte a una costruzione simbolica del concetto di appartenenza ben più complessa della semplice consanguineità.

 

 

Marshall David Sahlins, professor emeritus presso l'Università di Chicago, è uno dei "grandi vecchi" dell'antropologia contemporanea. Internazionalmente noto per la sua ricerca sulle economie "primitive" (presentate nel suo testo più importante, L'economia dell'età della pietra, uscito negli anni Ottanta), si dedica poi alla critica del riduzionismo occidentale in economia e alla sociobiologia. Più recentemente ha rivolto la sua attenzione all'intricato rapporto tra storia, antropologia e colonialismo.

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19 aprile 2014 6 19 /04 /aprile /2014 08:07

Cosa Nostra Social Club. Il saggio musical-sociologico di Goffredo Plastino sarà presentato al MIMAP di palermo, il 24 aprile prossimoGiovedì 24 aprile alle ore 18.00, a Palermo, presso il Museo internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino (MIMAP), Goffredo Plastino presenterà il suo saggio musical-sociologico, dal titolo Cosa Nostra, Social Club, Mafia. Malavita e musica in Italia, edito da Il Saggiatore (2014).

Interverrano:  Alessandra Dino, Salvatore Lupo e Sergio Bonanzinga.

 

(dal retro di copertina) "I neomelodici sono il cancro di Napoli". "I canti di malavita calabresi sono musicalmente insignificanti e vanno ben oltre l'apologia di reato".
Fin dagli anni novanta studiosi, giornalisti, politici, magistrati, scrittori e moralizzatori dichiarano che le canzoni "criminali" intonate in Campania e Calabria sono in grado di influenzare negativamente chi le ascolta, soprattutto i giovani, e quindi da bandire e dimenticare.
In Italia, dunque, esisterebbe un'educazione musicale alla mafia impartita attraverso melodie e testi che, descrivendo comportamenti violenti, giustificano o determinano la violenza: un automatismo ancora indimostrato. Nonostante la censura culturale alimentata dai media, però, quelle ballate continuano a essere ascoltate. La trilogia
Cosa Nostra Social Club. Il saggio musical-sociologico di Goffredo Plastino sarà presentato al MIMAP di palermo, il 24 aprile prossimodedicata alla Musica della mafia ha rappresentato un fenomeno discografico rilevante sia in Italia sia all'estero; autori e interpreti come Mimmo Siclarie Tommy Riccio vantano un nutrito seguito di fan irriducibili.
Che si tratti di CD venduti nei vicoli o di video su YouTube, di neomelodici o di canzoni di carcere, la musica "criminale" intercetta una porzione di pubblico tutt'altro che trascurabile. Goffredo Plastino esamina le rappresentazioni della violenza individuale e del crimine organizzato nel canto popolare, nell'opera e nella popular music, riflettendo sul panico morale che circonda quei repertori musicali respinti come inaccettabili e sulla condanna che colpisce chi li esegue.

 


 

 

 


Museo Antonio Pasqualino

 

piazzetta Antonio Pasqualino, 5 (traversa via Butera - Piazza Marina)
90138 Palermo -

Tel. +39 091.328060 , Fax +39 091.328276
www.museomarionettepalermo.it
mimap@museomarionettepalermo.it

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10 aprile 2014 4 10 /04 /aprile /2014 11:03

Marguerite di Sandrà Petrignani. Alla libreria Modus Vivendi di Palermo, una presentazione del volumeMercoledì 9 aprile 2014, è in programma un grande evento alla Libreria Modusvivendi di Via Quintino Sella 79, a Palermo (tel. 091323493).
Alle 18,30 sarà presentato in esclusiva "Marguerite" di Sandra Petrignani (Neri Pozza, 2014).
Con l'autrice dialogherà Beatrice Agnello.
Questo libro racconta la vita di Marguerite Duras (di cui si è appena celebrato il centenario), dall’infanzia, quando è per tutti Nenè, agli anni centrali in cui gli amici più intimi, come Jeanne Moreau, Godard, Depardieu, Lacan, la chiamano Margot, fino al delirio megalomane e alcolico della vecchiaia in cui la scrittrice parla di sé in terza persona autocitandosi con il solo cognome: Duras.
In una linea narrativa fra le più interessanti dello scenario contemporaneo, quella che trae dal racconto di vite vere materia di autentica letteratura, Sandra Petrignani offre un libro in cui la biografia, il reportage, la descrizione di un personaggio reale commovente e irritante, romantico e spregiudicato, illuminano un destino unico e, insieme, un’epoca straordinaria della cultura mondiale.
Un romanzo struggente che dalla biografia di Marguerite Duras, l’autrice dell’Amante, trae tutto quello di cui la letteratura si nutre: l’amore, la passione, l’inganno, gli slanci del cuore e i rimpianti della vecchiaia.
Alla fine degustazione di vini offerti da Tasca d'Almerita, sponsor di cultura.

(Dal risguardo di copertina) Questo libro racconta la vita di Marguerite Duras, dall'infanzia, quando è per tutti Nené, agli anni centrali in cui gli amici più intimi, come Jeanne Moreau, Godard, Depardieu, Lacan, la chiamano Margot, fino al delirio megalomane e alcolico della vecchiaia in cui la scrittrice parla di sé in terza persona autocitandosi con il solo cognome: Duras. È la storia di una vita irripetibile che si è intrecciata al colonialismo, alla Resistenza, al Partito comunista francese - con l'adesione prima, la ribellione e l'espulsione poi - al '68, al femminismo, all'Ecole du Regard, alla Nouvelle Vague. La storia di una donna dai moltissimi aggrovigliati amori e di una scrittrice e cineasta che, dopo la vittoria al Goncourt e il successo del romanzo ispirato al suo primo amore - L'amante - ha conquistato, suo malgrado, una sterminata folla di lettori. La storia, infine, dei trionfi e delle sconfitte di questa donna, del suo corpo a corpo con la letteratura, della sua autenticità e delle sue mistificazioni, del doloroso attraversamento dell'alcolismo, dei deliri dovuti alla disintossicazione, della sua capacità d'innamorarsi e di giocare coi sentimenti e con le parole fino all'ultimo soffio di vita. Per scoprire, infine, che nessun riconoscimento, nessuna turbinosa passione potevano guarirla dal male di vivere, dalle lontane ferite infantili e dalla lucidità con cui, in vecchiaia, avrebbe compreso che "nessun amore vale l'amore" o che "scrivere non insegna altro che a scrivere".

(La recensione di IBS). A cento anni dalla sua nascita, avvenuta il 4 aprile 1914, esce per Neri Pozza un romanzo che ripercorre la vita e l’opera, entrambe molto controverse, della scrittrice francese Marguerite Duras: Marguerite. L’autrice è Sandra Petrignani, che ha già dimostrato sensibilità e interesse per la letteratura al femminile, cui ha dedicato un libro di grandissimo successo, La scrittrice abita qui, a sua volta legato alla Duras, se non altro per la sua “assenza”, per la sua forzata esclusione.
Marguerite come subito precisato dalla Petrignani, è un libro che mantiene le peculiarità del “romanzo”, nonostante i personaggi abbiano una corrispondenza con la vita di Marguerite Duras e con gli ambienti dove, nel tempo, ha vissuto.
Marguerite di Sandrà Petrignani. Alla libreria Modus Vivendi di Palermo, una presentazione del volumeNon una biografia, dunque, ma un insieme di episodi, suggestioni, ricordi, atmosfere che, basati su un approfondito lavoro documentario, ricompongono la vita unica e irripetibile di una donna straordinaria: l’infanzia in Indocina, nel periodo in cui il Colonialismo francese è al suo apice, i problematici rapporti familiari, le insicurezze dell’adolescenza, gli amori travolgenti, a volte distruttivi, gli esiti spesso discussi della sua produzione letteraria e cinematografica, il coinvolgimento nella Resistenza e con il Marxismo, le amicizie importanti, il ruolo privilegiato nel vivace dibattito culturale dell’epoca…
Siamo però lontani da un semplice racconto dove gli avvenimenti sono legati uno all’altro in ordine cronologico: la trama, che si sviluppa attorno ad alcuni temi centrali e ricorrenti, diventa piuttosto il pretesto per dar voce alle diverse “anime” della Duras.
Il lettore/spettatore potrà amarla o detestarla, ma non potrà rimanere insensibile: “Marguerite accresce l’inquietudine, non spiega niente, avvicina gli incubi, esplora il vuoto, illumina frammenti di materia, di vita, che vi nuotano dentro. Vuoto e insensatezza ci appartengono più intimamente di qualsiasi posticcia interpretazione della realtà. Penso che Duras sia un genio, perché non puoi classificarla in nessun altro modo, perché è uno dei rarissimi scrittori che ha inventato una lingua, solo sua, subito riconoscibile. […] È stata uno scrittrice totalmente libera; prigioniero solo, ma inevitabilmente, di se stessa. E per questo si è ripetuta senza ripetersi. Il suo cinema è una forma, molto originale, di letteratura per immagini e testo”. Leggerla, ripercorrere la sua vita attraverso lo sguardo appassionato e benevolo di Sandra Petrignani, significa, allora, non solo capire meglio la donna e la scrittrice che è stata, ma comprendere meglio anche qualcosa di noi stessi, la parte più intima e nascosta della nostra umanità (a cura di Wuz.it)


Sponsor tecnico della presentazione a Modus Vivendi sarà TheHotelSphere - Hotel Plaza Opéra e Hotel Principe di Villafranca - Design Hotel a Palermo (www.thehotelsphere.com)

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23 febbraio 2014 7 23 /02 /febbraio /2014 17:24
Oltre il Giardino (Presence) di Jerzy Kosinski é riproposto da Minimum Max(Maurizio Crispi) Molti ricorderanno Chance, il memorabile personaggio interpretato da Peter Sellers del film Oltre il Giardino (Being There di Hal Ashby, 1976, USA), tenero e innocente che, trovandosi improvvisamente sbalzato nel mondo, non ha alcun elemento di conoscenza per poterci vivere perchè ha vissuto tutta la sua vita dentro una casa lussuosa, come giardiniere e avendo solo la televisione, i cui programmi ha assorbito acriticamente, come mezzo di interfaccia con esso.
Morto il suo datore di lavoro e rimasto senza casa, Chance deve andarsene e, assieme ai pochi effetti personali e i pochi ricordi di una vita semplice, porta con sé il telecomando del suo apparecchio televisivo.
Si ritrova - come è prevedibile, vista la sua naïveté e la sua totale inesperienza sulle cose del mondo che, mentre lui se ne stava nel claustrum rassicurante del suo giardino, è andato avanti, per lui sino al limite dell'incomprensibilità, in situazioni paradossali e, per uscire dagli impicci, facendo riferimento alla passione che profondeva nella cura de "suo" giardino, utilizza delle metafore botaniche che, nelle più diverse situazioni, assumono un carattere quasi oracolare, se non suonano addirittura come affermazione apodittica enunciata  un maestro zen che cerca di spingere il suo allievo al satori.
Viene notato da qualcuno che conta e finisce con il diventare il consigliere del Presidente degli Stati Uniti, con un'enorme amplificazione da parte dei mass media per cui, con le sue frasi enigmatiche e fuori contesto che vengono prese per pillole di sapienza filosofica, finisce con il diventare il guru della nazione.
Il film "Oltre il Giardino" era stato tratto dal romanzo del polacco  Jerzy Kozinski (a cui nell'occasione venne affidato il compito di scriverne la sceneggiatura), il cui titolo originale fu "Presenze" (in lingua originale: "The Being There"), pubblicato nel 1971 e, in traduzione italiana, nel 1973.
Il romanzo sarebbe destinato a rimanere misconosciuto (anche se in sé era un piccolo capovaloro) se non fosse stato per il film che lo ha rilanciato e che gli ha reso la notorietà che meritava.
Poi, nuovamente l'oblio.
Arriva quindi benvenuta, dopo anni di silenzio, una nuova edizione, questa volta per i tipi della  Minimum Fax del romanzo che, questa volta, per riconnetterlo proprio al film che lo lanciò (in particolare al pubblico italiano), porta come titolo "Oltre il Giardino" (e, nella copertina, l'immagine di Peter Sellers nei panni del candido e enigmatico personaggio da lui interpretato).

"Un personaggio memorabile, come Don Chisciotte e il Bartleby di Melville" (Giorgio Vasta)

 

Oltre il Giardino (Presence) di Jerzy Kosinski é riproposto da Minimum Max(Dalla scheda di presentazione del volume) Chance, venuto al mondo per caso e orfano dalla nascita, vive un’esistenza modesta e appartata curando il giardino di un anziano signore che lo ha accolto in casa. Il suo unico contatto con l’esterno è rappresentato dalla TV, che guarda senza sosta, imitando passivamente ciò che vede sullo schermo.
Costretto ad abbandonare la casa dopo la morte del vecchio, Chance conosce il magnate Benjamin Rand, direttore di un istituto finanziario collegato al governo.
L’ingenuità di Chance, che sa esprimersi soltanto con immagini tratte dal giardinaggio, viene scambiata per saggezza filosofica; e quando il presidente degli Stati Uniti cita il suo nome pubblicamente, Chance acquista un’improvvisa notorietà: ricercato dalla stampa come commentatore politico, da semplice giardiniere assurge al ruolo di guru della nazione...
Originalissimo romanzo satirico sulla società dei mass media, Oltre il giardino si è imposto tra i classici della cultura americana grazie anche a una fortunata trasposizione cinematografica, nella quale il giardiniere-filosofo ha il volto imperscrutabile di Peter Sellers.

Il volume edito da Minimum Fax è arricchito dalla prefazione dello scrittore Giorgio Vasta .

 

 

 

 

 


 

Oltre il Giardino (Presence) di Jerzy Kosinski é riproposto da Minimum Max

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25 gennaio 2014 6 25 /01 /gennaio /2014 06:06
Gli Ebrei dalla Diaspora alla Shoah. Francesco D'Agostino e Loredana Fiorello, dando vita ad una pregevole sintesi sul tema, navigano tra relazioni e pregiudizi, scambi e persecuzioni

All'ormai sterminata bibliografia sul tema della Diaspora ebraica e della Shoah, si aggiunge un nuovo volume scritto con un linguaggio semplice e accattivante e pensato come testo da utilizzare come complemento didattico per gli studenti delle scuole secondarie: si tratta dell'opera di Francesco D'Agostino e di Loredana Fiorello, dal titolo "Gli Ebrei dalla Diaspora alla Shoah tra relazioni e pregiudizi, scambi e persecuzioni", edito da Pietro Vittorietti, (Palermo, 2013).
Il volume è il risultato del lavoro appassionato di un anno, un tempo necessario da un lato per assicurare il rigore storico attraverso la consultazione delle fonti, in alcuni casi utilizzate e descritte per lo studente-lettore, e, dall'altro, per poter indulgere al compito non sempre facile di realizzare una sintesi efficace - intesa come una "complessità risolta" - che potesse rendere il testo fruibile attraverso poche pagine, ma chiare, dense e succose.
Il volume è stato presentato a Palermo, in anteprima, il 24  gennaio 2014, quasi in concomitanza - significativamente - con il ricorrere del "Giorno della Memoria".


(Sintesi del volume) Gli autori hanno deciso di scrivere questo libro per gli studenti nel momento in cui le voci dei testimoni diretti vengono progressivamente a mancare ed è, quindi, ineludibile un’attenta analisi storica degli eventi che hanno condotto alla tragedia della Shoah.
Cercare di mettere in luce questi eventi è stata la sfida raccolta, cercando di mettere in luce tutte le componenti con un’operazione di sintesi che è forse una delle più complesse da compiere.
Nell’indagare le molteplici  ragioni  del genocidio ebraico si intraprende una riflessione di lungo periodo in modo da fornire al giovane lettore  gli strumenti per una conoscenza ed una valutazione degli eventi. La storia della minoranza  Ebraica e dei Cristiani  è una storia di persecuzione, di espulsioni, di segregazione, ma è stata anche una storia in positivo, una storia di scambi, di relazioni, di  quotidianità e di convivenza.
Con un ricco apparato di immagini e documenti  si  ricostruiscono le vicende degli Ebrei dalla distruzione del tempio d’Israele per opera dei Romani (70 DC), all’esperienza dell’esilio, alla reclusione nel ghetto, all’emancipazione, alla partecipazione degli Ebrei Italiani al Risorgimento, al Sionismo, per proporre, poi,  uno studio più puntuale del periodo nazi-fascista.
L’attenzione posta ai  mutamenti di rapporto tra gli Ebrei e le popolazioni europee ospitanti nel corso dei secoli,  inseriscono  la Shoah in un contesto storico più ampio.
Per farsi una idea abbastanza precisa di quali siano stati i motivi e le idee che già prima della Shoah circolavano, efficace è il graffito, scoperto sulle pareti di una delle sale di detenzione del Palazzo Steri di Palermo, utilizzate dall’inizio del ‘600 alla fine del ‘700 dall’Inquisizione spagnola per imprigionare, torturare ed uccidere tutti gli “irregolari”, dagli eretici (Ebrei, Luterani, Calvinisti), alle streghe, agli intellettuali.
Il graffito, eseguito da un prigioniero, mostra gli Ebrei, in ginocchio, che si dirigono verso Gesù uscendo dalle fauci del Leviatano, mitico animale simbolo del caos primigenio e di coloro che sono considerati nemici di Dio. Da qui la soglia al testo che, facendo da "occhiello" al titolo recita: "Il Leviatano e la Minoranza ebraica".

 

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2 ottobre 2013 3 02 /10 /ottobre /2013 19:35

 Il Burattino di Jim Nisbet propone un viaggio incalzante nel mondo del narcotraffico e della violenzaAutore noir ricercato e originale, Jim Nisbet costruisce le sue storie con acume ed interesse per il lato oscuro della realtà, come sa bene chi ha letto i suoi romanzi già pubblicati in traduzione italiana.
E' un autore forte di una penna che Michael Connelly ha definito come “più acuminata di un milione di spade”.
TimeCrime (collegata alla Casa Editrice Fanucci), ha proposto qualche mese fa ai suoi lettori uno dei suoi primi romanzi Il Burattino (titolo originale, The Puppet, USA, 1989), che si presenta come un viaggio dai ritmi incalzanti nel mondo del narcotraffico e della violenza.

 

(Sintesi dal risguardo di copertina) A Mattie Brooke non sfugge niente. Non che ci sia molto da farsi sfuggire nella sonnolenta cittadina di Dip, nello stato di Washington. Almeno fino all’arrivo di Tucker Harris, un commesso viaggiatore, veterano del Vietnam, con una dieta a base di alcol e anfetamine e una coltissima predisposizione alle più audaci efferatezze.
Con l’aria distratta, disorientata e irrequieta è proprio il genere di straniero che può irretire una cameriera bella e solitaria come Mattie. Ma dopo una notte di sesso selvaggio, lui le lascia solo una poesia di Verlaine scarabocchiata su un tovagliolo.
Quello che Mattie non sa è che Harris le ha lasciato anche la porta aperta sull’inferno: ventiquattr’ore che la precipiteranno in un vortice di narcotraffico, violenza, omicidi e corruzione che neanche un poeta maledetto immerso nell’assenzio avrebbe potuto immaginare.
Forse c’è una possibilità di salvezza, ma ovviamente ha un prezzo molto alto, molto vicino a quello dell’anima.

 

Nota Bio. Jim Nisbet è nato nel North Carolina nel 1947. Vive a San Francisco, dove costruisce mobili. Finalista al Pushcart Prize e all’Hammett Prize, è stato tradotto in dieci paesi.
In Italia, sono già usciti per Fanucci Editore Prima di un urlo (2001), Iniezione letale (2009) e Cattive abitudini (2010), per TimeCrime I dannati non muoiono (2012).

 

Hanno detto:

 

 

 “Jim Nisbet è uno dei migliori scrittori d’America. Un maestro assoluto, senza discussioni.” Sandro Veronesi

 “Magistrale. Le sue sbalorditive scene d’amore e la convulsa violenza sono avanti anni luce

rispetto all’estetica di Tarantino.” Magazine Littéraire

 “Un romanzo davvero superbo, originale e intelligente.” Le Figaro Littéraire

 “Questo romanzo è quanto di più noir si possa sperare. Non per animi sensibili.” Publishers Weekly

Jim Nisbet

IL BURATTINO

 Traduzione di Jacopo Lenkowicz

Pagine 288 - 9,90 euro

 

 

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17 settembre 2013 2 17 /09 /settembre /2013 18:18

Philip K. Dick torna in libreria con una nuova edizione di Torna nelle librerie in una nuova edizione, curata da Carlo Pagetti, con la traduzione di Fabio ZucchellaMenzogne S.p.a. (già The Unteleported Man e Lies, Inc), un romanzo in cui la ricerca della verità è un’azione bizzarra, tragicomica, eppure eroica, proprio come il viaggio che Rachmael, il protagonista, vuole intraprendere.

Siamo in un futuro in cui per risolvere il problema della sovrappopolazione della Terra è stata fondata una Neocolonia nel sistema di Fomalhaut, chiamata Bocca di Balena. Laggiù sembra che tutti siano felici: ma anche se qualcuno fosse scontento, non potrebbe mai tornare indietro, perché il Telpor, il teletrasporto con cui i terrestri arrivano sulla colonia lontana ventiquattro anni luce, non funziona come viaggio di ritorno. Per questo Rachmael si ostina a volerla raggiungere con la sua nave, a costo di viaggiare per diciotto lunghi anni, affrontando peregrinazioni psichedeliche in ‘quasimondi’ (paraworlds) confusi, accompagnato da personaggi che subiscono, anch’essi continue metamorfosi.

 

Odissea nello spazio, viaggio attraverso lo specchio, sfida alla realtà e ai suoi simulacri, all’identità e al potere che vuole plasmarla, questo libro mostra il percorso che conduce a una sia pur provvisoria verità come tortuoso e difficile. E nella narrativa dickiana non esiste un intervento divino che salvi Rachmael dalla falsa utopia di Bocca di Balena, come un novello Giona. Ma almeno, come osserva Carlo Pagetti nella sua introduzione, il fatto che il protagonista si ponga la domanda su quale sia la via della conoscenza – What way? – "...implica che una risposta, seppure parziale o insoddisfacente, possa ancora esistere".

 

 

Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul soleMa gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck(2003) e Un oscuro scrutare (2006), Ubik (Michel Gondry ha annunciato che si occuperà dell’adattamento per il grande schermo). Con l’arrivo in libreria degli ultimi quattro romanzi e de L’Esegesi di Philip K. Dick (curata da Pamela Jackson e Jonathan Lethem), tra febbraio e novembre 2013 Fanucci completa la pubblicazione dell’opera omnia del tormentato e geniale scrittore americano, considerato il padre della fantascienza postmoderna, di cui detiene i diritti assoluti dal 1999.

 

Dick non era una leggenda e non era un pazzo. Ha vissuto tra noi ed è stato un genio” (Jonathan Lethem)

 



Philip K. Dick
Menzogne S.p.a. 
Introduzione e cura di Carlo Pagetti 
Traduzione di Fabio Zucchella
 
Pagine 288 - 15 euro
Fanucci Editore
Roma, Via delle Fornaci
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8 maggio 2013 3 08 /05 /maggio /2013 20:11

Riitorna in libreria per i tipi di Fanucci Ritorna in libreria per i tipi di Fanucci "Guaritore Galattico" , un romanzo di Philip K. Dick, uscito già per Bompiani a metà degli anni Novanta e successivamente introvabile. Il romanzo dickiano entra finalmente a far parte del catalogo Fanucci in un’edizione curata dal professor Carlo Pagetti e con la nuova traduzione di Giuseppe Manuel Brescia.

“Dick è la somma di Thoreau più la morte del sogno americano.” (Roberto Bolaño)

Guaritore galattico è un viaggio unico verso i mondi alternativi costruiti dalla fantasia dickiana. Una nuova edizxione critica, nella nuova traduzione di Giuseppe Manuel Brescia.
Scritto da Philip K. Dick tra il 1967 e il 1968, e pubblicato negli Stati Uniti nel 1969, Dick avrà modo di soffermarsi in più occasioni su Guaritore galattico individuando in esso un momento di difficoltà e di crisi nella sua ricerca del Salvatore (the Salvific Entity), che poi costituirà il centro de La Trilogia d Valis.
Giustamente riconducibile a opere dello stesso periodo come Ubik, Guaritore galattico mescola motivi e forme della cultura sf più convenzionale, spesso apertamente parodiati. Parodia dunque ma anche il continuo lavoro su una sua idea del divino, e poi ancora, al di là dell’elemento speculativo e religioso, l’utilizzo costante di un metodo intertestuale, fatto di rimandi e di echi letterari (riferimenti espliciti a Yeats e a Brecht, alla leggenda di Faust), che non riguardano solo la fantascienza, e che rivelano un gusto evidente nell’attenzione al linguaggio e alle sue manipolazioni. Nell’Exegesis (febbraio 1982, pochi mesi prima della morte), Dick annota: «Guaritore galattico mostra la possibilità molto concreta di sconfinare nella follia. Gli archetipi sono fuori controllo – vale a dire, l’inconscio è ostile e si solleva per sommergere. Il libro è disperato e spaventato, e si disintegra, come in un sogno, sempre più escluso dalla realtà. Fuga, disorganizzazione: la via si è quasi esaurita».
Quasi. Insomma, l’autore americano ribadisce che quel momento costituisce anche l’inizio del suo risveglio creativo. Infatti, Guaritore galattico comprende anche una riflessione sull’identità dell’artista e, in modo più specifico, sullo scrittore di fantascienza.
Man mano che procedeva nella sua attività di scrittore, per Dick diveniva sempre più incalzante l’interrogativo dello scrittore sul ruolo che una narrativa così marginale come quella fantascientifica avrebbe potuto ritagliarsi nella cacofonia di voci che riempivano l’orizzonte culturale americano, tanto più se accanto alla dimensione estetica si manifestava l’urgenza di definire anche un rapporto con il divino. Nel caso di Dick, bisognerebbe pensare allo scrittore di fantascienza, che, fornito di poche pretese, cerca di ‘aggiustare’ le visioni futuristiche e fantastiche dei suoi lettori, senza però dare a esse una coerenza che non possono avere.


Siamo nel 2046, in un’America totalitaria nella quale lo Stato controlla le azioni, le parole e perfino i pensieri dei suoi cittadini, così come avviene ormai in tutto il mondo. Joe Fernwright è un guaritore di vasi, in grado di far tornare come nuovi i manufatti di ceramica che restaura. In un mondo dove tutto è fatto di plastica, però, Joe si ritrova disoccupato e depresso.
Con un matrimonio fallito alle spalle, e senza prospettive, il suo unico divertimento è quello di dedicarsi, con alcuni amici sparsi in tutto il mondo, a quel che Joe chiama semplicemente il Gioco.
Il Gioco consiste nel decifrare incomprensibili traduzioni automatiche di titoli di libri e film, e risalire al titolo originale. Un giorno, però, Joe viene contattato da Glimmung, un’entità dotata di poteri quasi divini, e insieme ad altre persone altrettanto depresse e alienate, e a una schiera di creature provenienti da tutta la galassia, si imbarca in una grande Impresa: raggiungere un lontano pianeta per far riemergere un’antica cattedrale sommersa sul fondo dell’oceano.









Philip K. Dick, Guaritore Galattico, Fanucci Editore, 2013
Introduzione di Carlo Pagetti 
Traduzione di Giuseppe Manuel Brescia
Pagine 208 - 17 euro
in libreria – 16 maggio 2013


Martina Suozzo
Ufficio Stampa
Fanucci Editore
via delle Fornaci, 66 - 00165 Roma
e -mail - ufficiostampa.fanucci@fanucci.it
tel. (+39) 06 39366384
mob. (+39) 349 0758612

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30 aprile 2013 2 30 /04 /aprile /2013 09:48

L'attrice Sara D'Amario in libreria con (Giulia Fea, Ufficio Stampa Fanucci) Sara D’Amario, affermata attrice di cinema, televisione e teatro esordisce nella narrativa per ragazzi con il romanzo "Un cuore XXL" affronta il tema dell’obesità attraverso le vicende e l’amicizia che lega i due giovani protagonisti, Gas e Zucchero. Un romanzo che fa sorridere e commuovere al tempo stesso: un viaggio carico di emozioni, una storia d’amore tra ragazzi così diversi e lontani, ma uniti dalla loro voglia di amare e vivere il mondo in tutte le sue taglie.
E’ grande l’amicizia che li lega, sono grandi le loro intelligenze (uno è un campione in matematica e l’altro in italiano), è grande la famiglia in cui vivono (e anche un po’ allargata, come si dice oggi), sono grandi le loro scorpacciate quotidiane (uno ingurgita tutto ciò che sa di dolce e l’altro beve Coca-Cola come fosse acqua) e grande ma proprio grande, direi notevole, è il loro peso. Ma il primo giorno di liceo, il loro mondo diventa più piccolo: Lucrezia sorride a Gas che subito si scioglie, e Zucchero non ha occhi che per Isabella, lunga e sottile e con una serie di tatuaggi da fare invidia a Zayn Malik degli One Direction.
E così tra un compito d’inglese e un saggio di danza, tra una gita a Parigi e un sms d’amore, tra un bacio strappato e un fratello che arriva, Gas e Zucchero scopriranno che la cosa più grande che hanno è il loro cuore, tanto grande, ma così grande, da contenere tutti. E il loro corpo, che fine fa? Vabbè, questa è un’altra storia...



Bio. Sara D’Amario è nata a Torino. Dopo aver conseguito la laurea in lettere, si è diplomata presso la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi. In teatro è stata diretta da Luca Ronconi, Krzysztof Zanussi, Gabriele Lavia e Luca Zingaretti; è in questi giorni in tutte le sale cinematografiche con Un’insolita vendemmia, nel il cinema ha recitato anche  in La banda dei Babbi Natale (con Aldo Giovanni e Giacomo), Caos calmo (con Nanni Moretti), in Colpo d’occhio (regia di Sergio Rubini), Assassini dei giorni di festa (regia di Damiano Damiani), La ragazza del lago (con Toni Servillo); in televisione ha partecipato allo sceneggiato Il commissario Nardone (nel ruolo di Rina Fort); I liceali; Distretto di polizia 8, oltre ad aver recitato nelle soap opera Vivere e Centovetrine.

Vive a Parigi con il marito e la figlia Venise.
 
Sara D’Amario, Un cuore XXL, Fanucci editore (Collana Teens, Pagine 352 – €13,00). Dai 12 anni. Sarà in libreria dal 16 maggio.
 
 
 
 

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6 marzo 2013 3 06 /03 /marzo /2013 19:21

Per favore non chiamatelo amore, new entry nel catalogo di Tratti/Mobydick in uscita nelle librerie da marzo 2013E' in uscita nelle librerie a partire dal 5 marzo 2013, il romanzo di Andrea Velluto, Per favore non chiamatelo amore, edito da Tratti/Mobydick (2013). L'autore ha presentato il suo romanzo lo scorso 3 marzo presso il  Nove100 Caffè,  a Faenza.

(dal risguardo di copertina) Sarebbe facile, fermandosi alla superficie della narrazione, definire "demenziale" questo romanzo pieno d'invenzioni e indimenticabili figure "estreme" che ruotano attorno al protagonista, vittima di una delusione d'amore. Un fardello che trascina con sé dall’Italia fin sulle spiagge d'Inghilterra, incapace di accettare l'abbandono e, anzi, quasi rassicurato nello scoprire ogni giorno che la ferita non si è affatto rimarginata.
Ma intanto i personaggi, tutti, portano con sé le macerie di un'epoca - quella della caduta di muri, speranze e ideologie, quella del trionfo del nichilismo individualistico e del cinismo. Faticano a trovare un ruolo, una dimensione, una direzione, ma spesso lo fanno sorridendo - magari amaramente - e ci istigano al sorriso, travolgendoci con una raffica di trovate letterarie e sorprese linguistiche.
E con una domanda: ma si va davvero così giù di testa, quando ci si innamora?

  

Andrea Velluto nasce in una notte di luna piena davanti a uno specchio che aveva appena sputato la sentenza "No, la faccia da Tony Velluto non ce l'hai". E da allora, fatta eccezione per quelli no, continua a rinascere ogni giorno, guidato dal suo irresistibile desiderio di fare cose con le parole. La faccenda che più di tutte lo affascina, infatti, è il modo in cui le parole suonano quando chi le suona è uno che c'ha stile.
La casa che si è costruito si chiama andreavelluto.com.

 


Tratti/Mobydick è una piccola casa editrice che, nel corso degli anni si è distinta per scelte editoriali coraggiose e di nicchie, che - per scelta strategica - danno molto spazio a scrittori emergenti che operano nel territorio di precipua competenza regionale e che, dunque, si pone come volano e stimolo per la crescita culturale della propria nicchia di utenza.
Nasce nel 1985 come “cooperativa culturale ed editoriale”. Nei primi tempi raccoglie esperienze di scrittori d’area regionale, poi - lentamente ma con crescita costante - conquista una discreta distribuzione e una nicchia di lettori “forti” alla ricerca di un prodotto curato e significativo.

Le prime collane sono quella di narrativa (I Libri dello Zelig, con prevalenza di autori italiani contemporanei), quella di poesia (Lenuvole, scrittori italiani e stranieri, con numerose traduzioni per l’Italia da lingue minoritarie come il gaelico o il fiammingo), e quella dei “classici” (Lunaria, con traduzioni di Roth, Pessoa, Stevenson, Dickinson, Von Sacher Masoch, Flaubert, Balzac ...) che valgono alla Casa il Premio per la traduzione del Ministero dei Beni Culturali e altri riconoscimenti per singoli titoli, o collane. Recentemente la versione on-line dell’enciclopedia Treccani ha dedicato una decina di pagine a Mobydick proprio per questa sua attività.

La collana di narrativa contribuisce alla “scoperta” di talenti destinati a corpose affermazioni - Lucarelli, Baldini, Tassinari, Fois, Rigosi, Varesi - oppure conferma scrittori più maturi che, dopo esperienze con la grossa editoria, si sentono più “liberi” di operare con una piccola sigla (su tutti: Giuseppe O. Longo, il quale ha pubblicato con Mobydick libri che hanno guadagnato premi prestigiosi, nonché la stima di un affezionato pubblico. Il suo romanzo La gerarchia di Ackermann è tradotto in Francia, così come la raccolta di racconti Avvisi ai naviganti). Ma anche Fabio Mongardi, tradotto nei Paesi di lingua tedesca dalla Scherz Verlag -  che ha venduto 5000 copie in sei mesi del suo Il verdetto muto.

I titoli più fortunati, nel corso degli anni, sono stati senza dubbio L’enigma e le maschere di Fernando Pessoa, e Vorrei essere il pilota di uno zero, di Carlo Lucarelli (sette edizioni per entrambi), o l’ironico Tutto quello che gli uomini sanno delle donne (150.000 copie di questo “libretto bianco” ...) ma il nostro obbiettivo è quello di promuovere costantemente anche esordienti (l’ultimo successo è quello del Premio “Chianti”, per Stefano Bernazzani, col suo L’inverno che non dimenticheremo, davanti a editori come Einaudi, Feltrinelli, Sellerio, e le quattro edizioni in meno di un anno della raccolta di racconti A Duke Ellington non piaceva Hitchcock, di Aldo Gianolio, libro tradotto sul mercato tedesco) o “veterani” che finalmente hanno incontrato il consenso di pubblico e critica (Gianfranco A. Bianchi, ottantenne che col suo splendido romanzo Pastorale italiana sta per essere tradotto in Francia).

Da qualche tempo, con la collana Carta da Musica  (progetti originali capaci di concretizzare la complicità di letteratura, musica e teatro in audio-libri ancora inimitati nel panorama italiano), si è ricercata la reale e concreta fusione di note e parole mettendo al lavoro fianco a fianco scrittori e musicisti per progetti che sono diventati poi spettacoli e letture/concerto (con Elena Bucci, Ivano Marescotti, Nicoletta Zabini, Ferruccio Filipazzi, Matteo Belli) più volte replicati nell’ambito di rassegne e festival. È proprio prendendo le mosse da questo particolare capitolo del lavoro della Casa editrice che ogni anno ha luogo il Tratti Folk Festival. Una rassegna di livello europeo (annoverata tra i dieci partner dello Stitching Poetry International di Rotterdam) che - dal 1989 - porta a Faenza alcuni tra i migliori musicisti, scrittori e traduttori che si occupano del “senso dell’arte”, oggi. 

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DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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