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6 marzo 2013 3 06 /03 /marzo /2013 19:21

Per favore non chiamatelo amore, new entry nel catalogo di Tratti/Mobydick in uscita nelle librerie da marzo 2013E' in uscita nelle librerie a partire dal 5 marzo 2013, il romanzo di Andrea Velluto, Per favore non chiamatelo amore, edito da Tratti/Mobydick (2013). L'autore ha presentato il suo romanzo lo scorso 3 marzo presso il  Nove100 Caffè,  a Faenza.

(dal risguardo di copertina) Sarebbe facile, fermandosi alla superficie della narrazione, definire "demenziale" questo romanzo pieno d'invenzioni e indimenticabili figure "estreme" che ruotano attorno al protagonista, vittima di una delusione d'amore. Un fardello che trascina con sé dall’Italia fin sulle spiagge d'Inghilterra, incapace di accettare l'abbandono e, anzi, quasi rassicurato nello scoprire ogni giorno che la ferita non si è affatto rimarginata.
Ma intanto i personaggi, tutti, portano con sé le macerie di un'epoca - quella della caduta di muri, speranze e ideologie, quella del trionfo del nichilismo individualistico e del cinismo. Faticano a trovare un ruolo, una dimensione, una direzione, ma spesso lo fanno sorridendo - magari amaramente - e ci istigano al sorriso, travolgendoci con una raffica di trovate letterarie e sorprese linguistiche.
E con una domanda: ma si va davvero così giù di testa, quando ci si innamora?

  

Andrea Velluto nasce in una notte di luna piena davanti a uno specchio che aveva appena sputato la sentenza "No, la faccia da Tony Velluto non ce l'hai". E da allora, fatta eccezione per quelli no, continua a rinascere ogni giorno, guidato dal suo irresistibile desiderio di fare cose con le parole. La faccenda che più di tutte lo affascina, infatti, è il modo in cui le parole suonano quando chi le suona è uno che c'ha stile.
La casa che si è costruito si chiama andreavelluto.com.

 


Tratti/Mobydick è una piccola casa editrice che, nel corso degli anni si è distinta per scelte editoriali coraggiose e di nicchie, che - per scelta strategica - danno molto spazio a scrittori emergenti che operano nel territorio di precipua competenza regionale e che, dunque, si pone come volano e stimolo per la crescita culturale della propria nicchia di utenza.
Nasce nel 1985 come “cooperativa culturale ed editoriale”. Nei primi tempi raccoglie esperienze di scrittori d’area regionale, poi - lentamente ma con crescita costante - conquista una discreta distribuzione e una nicchia di lettori “forti” alla ricerca di un prodotto curato e significativo.

Le prime collane sono quella di narrativa (I Libri dello Zelig, con prevalenza di autori italiani contemporanei), quella di poesia (Lenuvole, scrittori italiani e stranieri, con numerose traduzioni per l’Italia da lingue minoritarie come il gaelico o il fiammingo), e quella dei “classici” (Lunaria, con traduzioni di Roth, Pessoa, Stevenson, Dickinson, Von Sacher Masoch, Flaubert, Balzac ...) che valgono alla Casa il Premio per la traduzione del Ministero dei Beni Culturali e altri riconoscimenti per singoli titoli, o collane. Recentemente la versione on-line dell’enciclopedia Treccani ha dedicato una decina di pagine a Mobydick proprio per questa sua attività.

La collana di narrativa contribuisce alla “scoperta” di talenti destinati a corpose affermazioni - Lucarelli, Baldini, Tassinari, Fois, Rigosi, Varesi - oppure conferma scrittori più maturi che, dopo esperienze con la grossa editoria, si sentono più “liberi” di operare con una piccola sigla (su tutti: Giuseppe O. Longo, il quale ha pubblicato con Mobydick libri che hanno guadagnato premi prestigiosi, nonché la stima di un affezionato pubblico. Il suo romanzo La gerarchia di Ackermann è tradotto in Francia, così come la raccolta di racconti Avvisi ai naviganti). Ma anche Fabio Mongardi, tradotto nei Paesi di lingua tedesca dalla Scherz Verlag -  che ha venduto 5000 copie in sei mesi del suo Il verdetto muto.

I titoli più fortunati, nel corso degli anni, sono stati senza dubbio L’enigma e le maschere di Fernando Pessoa, e Vorrei essere il pilota di uno zero, di Carlo Lucarelli (sette edizioni per entrambi), o l’ironico Tutto quello che gli uomini sanno delle donne (150.000 copie di questo “libretto bianco” ...) ma il nostro obbiettivo è quello di promuovere costantemente anche esordienti (l’ultimo successo è quello del Premio “Chianti”, per Stefano Bernazzani, col suo L’inverno che non dimenticheremo, davanti a editori come Einaudi, Feltrinelli, Sellerio, e le quattro edizioni in meno di un anno della raccolta di racconti A Duke Ellington non piaceva Hitchcock, di Aldo Gianolio, libro tradotto sul mercato tedesco) o “veterani” che finalmente hanno incontrato il consenso di pubblico e critica (Gianfranco A. Bianchi, ottantenne che col suo splendido romanzo Pastorale italiana sta per essere tradotto in Francia).

Da qualche tempo, con la collana Carta da Musica  (progetti originali capaci di concretizzare la complicità di letteratura, musica e teatro in audio-libri ancora inimitati nel panorama italiano), si è ricercata la reale e concreta fusione di note e parole mettendo al lavoro fianco a fianco scrittori e musicisti per progetti che sono diventati poi spettacoli e letture/concerto (con Elena Bucci, Ivano Marescotti, Nicoletta Zabini, Ferruccio Filipazzi, Matteo Belli) più volte replicati nell’ambito di rassegne e festival. È proprio prendendo le mosse da questo particolare capitolo del lavoro della Casa editrice che ogni anno ha luogo il Tratti Folk Festival. Una rassegna di livello europeo (annoverata tra i dieci partner dello Stitching Poetry International di Rotterdam) che - dal 1989 - porta a Faenza alcuni tra i migliori musicisti, scrittori e traduttori che si occupano del “senso dell’arte”, oggi. 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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