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20 settembre 2011 2 20 /09 /settembre /2011 19:31

Il-Debito.jpgIl debito (di John Madden, USA 2010) racconta la storia di alcuni agenti del servizio segreto israeliano che, incaricati di catturare un criminale di guerra nazista, compiono la loro missione e sono poi riaccolti in patria come eroi. A distanza di trent'anni però, riemerge una verità diversa che li costringe a fare i conti con il passato e a compiere delle scelte.

SI tratta del rifacimento americano del primo film israeliano dal titolo Ha-Hov, diretto nel 2007 da Assaf Bernstein.

Sono andato a vedere questo film con un certo scetticismo. Come spesso accade non ne so nulla, ne ho fatto ricerche precedenti la visione, perché non voglio subire influenzamenti di sorta.
Lo scetticismo e il rifiuto aumentano quando vedo che si parla di Mossad e di una storia di tre agenti ancora giovanissimi (David, Rachel e Stephan) che, al tempo dell'inizio della Guerra fredda, vengono inviati a recuperare tale Vogel, SS, criminale nazista e medico-boia che aveva operato nel campo di sterminio di Birkenau, praticando sui deportati esperimenti atroci e disumani.
Non ne posso più di sentire o di vedere queste storie di operazioni segretissime per recuperare alla giustizia degli israeliani criminali nazisti sfuggiti al processo di Norimberga (di cui l'azione per catturare Eichmann fu esemplare), specie dopo quello che gli Israeliani stanno causando nel mondo.
Sembrerebbe, a giudicare dalle prime mosse, un film alla maniera di Munich, in cui si racconta degli eventi di Monaco e dell'intervento risolutivo di una task force della Mossad per liberare gli ostaggi.
Però, a poco a poco, il film ha destato il mio interesse, soprattutto per lo stile narrativo a piani temporali sfalsati e con l'utilizzo di ricostruzioni storiche dei fatti alternative.
In questo senso, è un'autentica sorpresa.
E, purtroppo, della trama, non si può dire nulla, pena il rischio di guastare allo spettatore il piacere della sorpresa.

Basti soltanto dire che è una storia ben costruita nel montaggio e nel modo in cui lo spettatore viene ricondotto alla verità che non può più essere nascosta e che deve essere rivelata al mondo per essere in pace con la propria coscienza.
Unica traccia di questo percorso è nel titolo "Il Debito".
C'è un debito che deve essere pagato, per riscattare i protagonisti dall'aver vissuto trent'anni della propia vita nella menzogna e nella falsificazione.
Più che un thriller, come l'opera - con un eccesso di esemplificazione insiemistica - viene catalogato, si tratta a tutti gli effetti un film drammatico e ne possiede tutti i crismi.
Da vedere, malgrado il giudizio severissimo che ne dà il recensore di www.mymovies.it (Marianna Cappi), il quale sottolinea una prevalenza di aspetti formali rispetti a quelli legati allo scavo psicologico dei personaggi: io invocherei più clemenza

Scheda film
Regia: John Madden.
Interpreti principali: Helen Mirren, Jessica Chastain, Sam Worthington, Tom Wilkinson e Jesper Christensen
Genere: Thriller

Origine: USA, 2010

Dal 16 settembre 2011 al cinema.
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Il-Debito/200171616661551
Twitter: http://twitter.com/#!/IlDebito

Il trailer in italiano

 


 

La recensione su www.mymovies.it

Colpi di scena e punti di tensione per un racconto troppo debole (Marianna Cappi) -  1966, Berlino Est. Rachel, David e Stephan sono tre giovani agenti del Mossad, incaricati di catturare il criminale nazista Vogel, altrimenti noto come “il chirurgo di Birkenau”, e di farlo arrivare in Israele per il processo che gli spetta. Qualcosa va storto e Rachel, per impedirne la fuga, è costretta ad ucciderlo a Berlino. Giustizia è comunque fatta e per trent'anni i tre vengono celebrati in patria come eroi, chiamati a raccontare l'impresa in scuole e conferenze e, infine, a finire nero su bianco sul libro di memorie redatto dalla figlia di Rachel e Stephan. Ma hanno mentito. Il nazista è ancora vivo. Tocca alla donna rimettersi su un aereo diretto in Ucraina per saldare il debito con la propria coscienza, la propria famiglia e il proprio popolo.

Remake dell'israeliano dell'anno 2007 Ha-Hov, diretto da Assaf Bernstein, il film di John Madden punta sulla qualità degli attori, sui loro volti sofferti e perfetti e la loro capacità di mimetizzarsi, accento e camminata, con i personaggi che indossano. Missione riuscita, si direbbe: i sei interpreti principali sono credibili nelle loro identità fittizie e offrono una prova più che dignitosa. Peccato, invece, che né la scrittura -specie nell'ultima parte- né, soprattutto, la regia li servano a dovere, mettendoli talvolta in situazioni ingrate, in cui è ancora una volta solo e soltanto la loro bravura a trarli d'imbarazzo.

Abbandonata molto in fretta la speranza di trovarsi di fronte a qualcosa à la Munich, ci si rende conto man mano che la proiezione procede che, nonostante i nomi alla sceneggiatura, ciò a cui stiamo assistendo assomiglia tanto al polpettone che viene tratto di routine dai thriller best-seller, che della caccia al criminale nazista si servono come della caccia a qualsiasi altro killer, per accumulare colpi di scena e punti di tensione. Il valore della verità, il peso della colpa, il conflitto tra la ragione di stato e le ragioni del cuore sono temi affidati al massimo ad una battuta ciascuno, che il film si guarda bene dall'approfondire. È evidente che a John Madden interessano di più i colori della fotografia sui costumi d'epoca e le atmosfere spy che non un discorso psicologico e, stando alla sua filmografia, stupirebbe il contrario, eppure le incertezze nel racconto proprio in prossimità del gran finale, dove tutto si fa troppo caotico e ellittico, unite a qualche evidente disequilibrio tra le due epoche in scena, sono tali da rovinare senza appello un film che fino a quel momento aveva per lo meno saputo tenere desta l'attenzione.

 


 

 

 
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commenti

D
<br /> Innanzitutto ti faccio i complimenti per il blog e auguri di buon proseguimento.<br /> <br /> Sono d'accordo con la recensione del film; anche io inizialmente ero preso da scetticismo, era chiaro si trattasse di storie già raccontate sul grande schermo.<br /> Però va riconosciuto al regista il grande merito del montaggio in questo film.<br /> Una trama mediocre con una struttura molto ricercata che rende il film piacevole e degno delle attenzioni del suo pubblico.<br /> <br /> Mi baso molto sui giudizi di mymovies per scegliere i film da vedere al cinema (anche se mi limito a vedere il giudizio evitando di leggere le recensioni, per lo stesso motivo che hai indicato tu<br /> sopra), e ad essere sinceri questa volta è davvero troppo severo, credo che un 3.0 potrebbe anche strapparlo alla critica.<br /> <br /> <br />
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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