(Maurizio Crispi) Cose nostre - Malavita (The Family) è un film del 2013 scritto, diretto e prodotto da Luc Besson, con protagonisti Robert De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones.
Le riprese del film, iniziate l'8 agosto 2012 e concluse il 27 ottobre dello stesso anno, si sono svolte tra Francia e Stati Uniti d'America, nelle città di Le Sap, Saint-Denis, Gacé, L'Aigle e New York.
È stato uno dei primi film girati negli studios di Cité du Cinéma in Francia, complesso costruito da Luc Besson nel settembre 2012.
La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo Malavita di Tonino Benacquista (Ponte alle Grazie, 2006).
Questa la trama del libro che, peraltro è assolutamente sovrapponibile a quella proposta dalla pellicola di Besson.
In una tranquilla e un po' sperduta cittadina della Normandia arriva la famiglia Blake (alias Manzoni): scrittore lui, dedita alla beneficenza lei, bellissima la figlia, simpatico il figlio. Peccato che siano effettivamente un po' strani: la signora dà fuoco al supermercato, la signorina spacca la faccia ai corteggiatori, il signorino studia da capobanda e il signore fa saltare in aria una fabbrica chimica. Quale segreto si cela dietro tanta eccentricità? E perché i Blake sono costantemente sorvegliati?
Parlando sia del romanzo sia del film ci sarebbe molto da dire su questa rappresentazione d'una simpatica famigliola newyorkese sotto protezione che, con molta scioltezza, si spende in esercizi di una violenza "normalizzata" giustificabile perché messa in atto "per una giusta causa" (che sarebbe poi l'obiettivo di avere una vita "normale" senza l'assillo di vendicatori e killer prezzolati alle costole)1.
Il film é accativante (vi si sente il peso della regia e della sceneggiatura di Luc Besson) e molto "americanofilo" nel rispetto di una cifra tipica del cineasta francese che - pur in un quadro di riferimenti europei - ha avuto sempre un culto per la cinematografia d'oltreoceano, tanto che - a tratti - si ha la sensazione di stare a guardare un seguito di "Terapia e pallottole"), ma dove si fa l'occhiolino anche a Martin Scorsese e al suo "Quei bravi ragazzi Goodfellas" (in cui Robert De Niro interpreta uno dei protagonisti). Pur accativante e vedibile con piacere, rimane pur sempre un film diseducativo, perchè vi sta una rappresentazione della violenza normalizzata, praticata da individui che sembrano essere soltanto eccentrici e pronti a risolvere le cose da sè e in modi "piuttosto" incisivi.
Diciamo pure che in ciò si intravede un'evoluzione recente (proprio di questi ultimi anni) della cinematografia consumistica, in cui - pur di fare cassetta - qualsiasi personaggio deve essere preentato in modi accattivanti tali da consentire allo spettatore di mettere in atto meccanismi di identificazione.
Come classificarlo? Probabilmente, lo si potrebbe definire una "black comedy" o come un "noir farsesco", in cui la figura del "mafioso" viene convertita e trasformata in quella di "simpatico cialtrone".
Quali le scene più comiche/grottesche?
Sicuramente, quella dell'incontro scontro/scontro di Giovanni Manzoni con l'idraulico, ma anche la "piccola" rivendicazione vandalica messa in atto dalla mogle ai danni del supermercato di provincia dove avventori e commessi, ritenendo di non essere capiti si erano lanciati in un'invettiva contro i "soliti" turisti americani, eccentrici e dalle strane abitudini, dei veri e propri "barbari".
Ma anche quella in cui il nostro Giovanni Manzoni viene chiamato a disquisire in qualità di "scrittore" competente ed informato del film di Scorsese "Quei bravi ragazzi".
Interpreti e personaggi
Robert De Niro: Fred Blake / Giovanni Manzoni
Michelle Pfeiffer: Maggie Blake
Tommy Lee Jones: Agente CIA Stansfield
Dianna Agron: Belle Blake
John D'Leo: Warren Blake
Jon Freda: Rocco
Dominic Chianese: Don Mimino
Vincent Pastore: Fat willy
Joseph Perrino: Joey
David Belle: Mezzo
Trailer
Note (1) Per esempio "Antonio" ha postato sulla scheda del libro "Malavita" in IBS il seguente commento che non si può non codividere. (Antonio) Sarà perchè non ho mai sopportato tutti quei film in cui il gangster assume connotati umani, sarà perchè odio la mafia e i suoi metodi, ma a me questo romanzo non è proprio piaciuto. Pur essendo un divoratore di libri, ho addirittura fatto fatica a finirlo. Tutto sembra paradossale: il pentito (o se vogliamo, l'infame) spacca con un martello le braccia all'idraulico, ma sembra che compia un'azione meritoria; dieci uomini arrivano in Francia, non in Burundi, e mettono a ferro e fuoco un paesino senza alcun problema; a un certo punto la moglie sparisce dal racconto e non si sa più che fine abbia fatto, ecc. ecc. Molto discutibile l'epilogo, un po' farragginoso, in cui il pentito parlando in prima persona trova altre giustificazioni al suo operato.