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Marco Besana (affermato giornalista di nera) e Ilaria Piatti (aspirante cronista e collaboratrice esterna dello stesso quotidiano di Besana, ma ancora nel limbo dei non assunti) si trovano a cooperare in una nuova inchiesta giornalistica che, di fatto li porta ad essere detective caparbi: dei due il segugio più implacabile e testardo e la giovane Ilaria Piatti.
Dopo il loro esordio con "La Nostalgia del Sangue", eccoli di nuovo a scartabellare piste, tracce e documenti alla ricerca di un ipotetico serial killer che agisce avvelenando le su vittime, ogni volta in un modo diverso e cambiando tipologia di veleno.
Il romanzo è "Il Destino dell'Orso" (Mondadori, 2019): trama impeccabile, struttura narrativa nervosa e scattante, suddivisa in brevi capitolo che tengono il lettore con il fiato sospeso.
Autore di questo romanzo, come del precedente è Dario Correnti che è in verità uno pseudonimo che nasconde una coppia di scrittori/autori. il cui primo romanzo, Nostalgia del sangue, è stato uno dei thriller più apprezzati del 2018: tradotto in quindici Paesi, è diventato un caso editoriale internazionale.
Funziona l'intreccio, di cui si indovina una specularità della autorialità: come due sono gli scrittori/autori che rimangono invisibili, due sono i giornalisti che indagano su casi spinosi, mettendosi sulle tracce dei serial killer.
Siamo di fronte ad una storia di venefici che vengono portati a termine in modi sofisticati e ricercati, realizzati in modo tale che risulterebbe molto difficile poter pensare a morti per avvelenamento. Ma i crimini perpetrati, per quanto ben costruiti possono presentare delle smagliature tali da attivare delle curiosità e che possono spingere a porsi degli interrogativi. Ovviamente, come nel precedente romanzo, vengono citate le storie di killer seriali avvelenatori in questo caso, a partire dal celeberrimo caso di Giovanna Bonanno, detta "la vecchia dell'aceto" della cui storia vengono citati ampi stralci, ma si tocca anche il tema dell'assassinio per procura, o anche quello di un celeberrimo poliziesco in cui sei viaggiatori, sconosciuti uno all'altro si ritrovano a viaggiare in treno e durante il viaggio nasce tra loro uno scellerato patto, secondo il quale ciascuno si impegnerà ad uccidere qualcuno per conto di uno degli altri sei (ora non ricordo il titolo e nemmeno l'autore di questo insolito poliziesco.
Il destino dell'orso non mi ha deluso,. anzi per dirlo senza mezzi termini mi è piaciuto, tanto che l'ho letto a tamburo battente, perché desideravo a tutti i costi giungere all'epicrisi della storia e all'identificazione del colpevole.
(Risvolto) Torna l'indimenticabile coppia di Nostalgia del sangue in un thriller altrettanto sorprendente e serrato, un meccanismo a orologeria reso ancora più perfetto dal talento di Dario Correnti nel costruire personaggi densi, pieni di chiaroscuri, debolezze e coraggio.
In una valle svizzera, un giorno di luglio, un industriale milanese viene sbranato vivo da un orso. Marco Besana, giornalista di nera con troppi anni di lavoro alle spalle e altrettanta disillusione addosso, è costretto controvoglia a occuparsi di quella strana morte. Sarebbe facile archiviare il caso come un incidente di montagna se Ilaria Piatti, giovanissima reporter, perennemente precaria, non fosse convinta di avere davanti un serial killer. Molto più feroce di qualunque animale. Ilaria e Marco, accompagnati dal cane Beck's, lasciano Milano e partono per l'Engadina. E lì scoprono una catena di morti orribili e misteriose, tutte apparentemente accidentali: un uomo caduto in un crepaccio, uno carbonizzato nel suo aereo privato, un altro mummificato in un bosco. La sequenza non può essere casuale. Anche se la polizia locale non collabora e in redazione nessuno crede in loro, i due cronisti non si danno per vinti. Sono sicuri di avere di fronte un soggetto molto pericoloso, che uccide le sue vittime con armi non convenzionali, in modi originali e sofisticati. E sembra ispirarsi alla più famosa avvelenatrice seriale del Settecento, Giovanna Bonanno, conosciuta come la Vecchia dell'Aceto. Il racconto trascina il lettore in un labirinto di false piste e colpi di scena, ai piedi di splendide montagne che, impassibili e sinistre, osservano dall'alto le mosse di un assassino diabolico, sfuggente. Torna l'indimenticabile coppia di Nostalgia del sangue , caso editoriale internazionale, in un thriller altrettanto sorprendente e serrato, un meccanismo a orologeria reso ancora più perfetto dal talento di Dario Correnti nel costruire personaggi densi, pieni di chiaroscuri, debolezze e coraggio. Personaggi destinati a rimanere nel cuore di tutti noi.
L'Autore (gli autori) Dario Correnti è uno pseudonimo. Anzi, un doppio pseudonimo, perché nasconde due autori. Il suo primo romanzo, Nostalgia del sangue, è stato uno dei thriller più apprezzati del 2018. Tradotto in quindici Paesi, è diventato un caso editoriale internazionale. Nel Giallo Mondadori si è consolidata la fortuna della coppia di cronisti Besana e Piatti con la pubblicazione della seconda avventura, Il destino dell’orso (2019).
"Ci abbiamo messo un po’ a capire come si poteva lavorare insieme. All’inizio uno si occupava della parte narrativa e l’altro delle digressioni saggistiche. Ma non funzionava. E soprattutto non era giusto. Perché uno dei due lavorava troppo poco. Allora abbiamo deciso di buttare giù insieme la trama e i dialoghi, capitolo per capitolo. Poi uno dei due, l’addetto alla parte narrativa, si occupava di scrivere. Di fatto, il romanzo non è stato scritto a quattro mani, altrimenti la voce non sarebbe stata uniforme. È stato pensato da due teste e realizzato da due mani" (da NOSTALGIA DEL SANGUE di Dario Correnti: intervista a uno pseudonimo).
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Dario Correnti, La nostalgia del sangue, Giunti Editore, 2018
(Risvolto) Il primo serial killer italiano è tornato. Certe mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è il nome che si attribuisce a un'omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa, infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli spaventosi delitti di Vincenzo Verzeni, il "vampiro di Bottanuco", il primo serial killer italiano, studiato da Lombroso con la minuzia farneticante che caratterizzava la scienza di fine Ottocento e aggiungeva orrore all'orrore. Il serial killer che sembra citare il modus operandi di quel primo assassino non è però un giovane campagnolo con avi "cretinosi", è una mente lucidissima, affilata, che uccide con rabbia ma poi quasi si diletta, si prende gioco degli inquirenti. A raccontare ai lettori le sue imprese e, a un certo punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, la coppia più bella mai creata dal noir italiano: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della narrativa d'azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta "Piattola". Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l'ha segnata nell'infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt'altri mezzi, Ilaria è il personaggio del quale ogni lettrice e lettore si innamorerà. Un uomo anziano e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male.
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Nostalgia del sangue di Dario Correnti
Nel 2018 ha fatto il suo esordio un nuovo autore, anzi, stando a quanto ci è dato sapere, dietro allo pseudonimo Dario Correnti ci sarebbero due autori. Un esordio che possiamo definire davvero ot...
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NOSTALGIA DEL SANGUE di Dario Correnti: intervista a uno pseudonimo
NOSTALGIA DEL SANGUE di Dario Correnti (Giunti): chiacchierata con uno pseudonimo * * * di Massimo Maugeri Qualche settimana fa ho pubblicato questa intervista a Mario Baudino dedicata al suo libro
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