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Da più di sessant’anni
salgo e scendo le stesse scale
I giorni
le settimane
i mesi
gli anni
passano inesorabili
salendo e scendendo i gradini
che immagino incavati ed erosi
dal mio passaggio costante
Sommando tutti i gradini in salita
in tutti questi anni
quante cime montane
avrò conquistato?
Prima le scale di casa mia
le salivo e le scendevo
di corsa, a balzi,
passando i gradini a tre a tre in salita,
a volte saltando l’intera rampa in discesa
con destrezza acrobatica,
sempre animato da giovanile entusiasmo
Il mio corpo era elastico e forte,
i muscoli scattanti
Negli anni ho lasciato alle spalle
le prodezze, i salti e i balzi
Salgo sempre a piedi, però,
disdegno l’ascensore
e penso che l’usarlo possa essere
il suggello d’un definitivo declino
Oggi salgo i gradini, uno alla volta,
a volte portando a mano
i sacchetti della spesa,
non sempre ben bilanciati,
mentre in discesa mi muovo
quasi sempre al piccolo trotto
Cerco di tenere botta
Non mi piego
Non mi arrendo
Dico sempre a mio figlio:
se mai mi vedrai usare l’ascensore,
preoccupati per me!
Quello sarà il segnale,
l’evento-sentinella
di qualcosa che è cambiato,
per sempre
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