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Michael Pollan, nel suo percorso di studio, includente ad ampio raggio il nostro rapporto con le piante sia dal punto di vista nutrizionale, sia da quello più intimo e profondo di modulatrici del nostro sviluppo sia ontogenetico, sia filogenetico, ha iniziato un percorso di conoscenze e di studio delle "droghe che cambiano la mente" e in particolare di tutte quelle sostanze, in massima parte di origine vegetale, che possiedono delle capacità psicodislettiche, raccontandocelo poi per esteso e con vigore quasi enciclopedico nel suo "Come cambiare la tua mente" (titolo originale: How to Change Your Mind: What the New Science of Psychedelics Teaches Us About Consciousness, Dying, Addiction, Depression, and Transcendence), pubblicato in traduzione italiana da Adelphi.
Pollan ha affrontato così un percorso di studio affascinante che lo ha portato a prendere in considerazione le principali sostanze psicodislettiche e il loro approccio ad esse, a partire dalla cosiddetta "vetero-psichedelia" sino ad arrivare alla "rinascenza psichedelica" dei nostri giorni, con un intervallo "buio di circa tre decenni (se non più) in cui tutte le tematiche connesse alla psichedelia sembrarono essersi inabissate e perse per sempre (compresa l'enorme quantità di studi effettuati e portati avanti sino alla messa al bando delle sostanze di questo tipo).
Quello compiuto da Pollan sembra essere un percorso longitudinale di grande fascino poiché, partendo dalla "geologia" psichedelica, giunge sino alle esperienze più moderne ed attuali, quando sembra che, in una situazione di quasi rivoluzione copernicana, le sostanze psichedeliche - una volta ridimensionato l'entusiasmo irresponsabile di Timothy Leary e dei suoi primi seguaci - potranno conquistarsi un posto al sole sempre più accreditato per il trattamento di alcuni disturbi psichici, soprattutto quelli determinati da una forte componente ossessivo-compulsiva (accompagnati da una grande rigidità dell'Io), ma anche nell'assistenza ai morienti per condurli ad una migliore elaborazione della morte e del morire.
Pollan racconta anche di come egli stesso abbia voluto sperimentare su se stesso alcune sostanze psicoattive, per potere riferire dei suoi "viaggi", ogni volta condotto in questa prova da un terapeuta (o guida) di tipo diverso.
Il volume parla tanto, inevitabilmente, del funzionamento del cervello e tenta di trovare, implicitamente, anche una teoria della mente, quando, facendo riferimento alla lettteratura esistente e alle più aggiornate scoperte attraverso tecniche di neuroimaging, si sforza di spiegare cosa veramente succede quando un individuo assume delle sostanze psichedeliche (o psicolitiche o psicotomimetiche o psicodislettiche: e, in uno dei primi capitoli, Pollan ci offre una precisa disamina della storia dei diversi termini utilizzati per designare questa categoria di sostanze e sui motivi, vantaggi e svantaggi, delle diverse scelte lessicali).
Particolarmente preziosa ed importante è la parte in cui l'autore si spinge a spiegare cosa sia la DMN (ovvero il Default Mode Network) e quale sia il suo ruolo nel mantenimento dell'ego dell'individuo e della sua memoria storica sulla cui consapevolezza riposa il suo senso di identità e sul suo ruolo (per disattivazione) in corso di intossicazione acuta da sostanze psicodislettiche.
Un glossario che fornisce le definizioni dei diversi termini tecnici utilizzati, assieme ad una ricca e vasta bibliografia completano il volume, che è prezioso sia per lo studioso sia per il profano che voglia approfondire queste tematiche. Di grande interesse.
(sinossi) Un personalissimo incrocio fra un diario di viaggio e la cronaca di un lungo esperimento, dove Pollan incontra una serie di uomini e donne straordinari – guru veri o presunti, scienziati serissimi, medici di frontiera –, e poi decide di provare in prima persona che cosa intendessero i profeti dell’LSD per «toccare dio». Scoprendo la luce strana, violenta e terribilmente fascinosa che la sostanza più stupefacente di tutte sembra gettare sul mistero definitivo, quello che tuttora resiste nelle nostre, spesso affannose, ricerche: la mente.
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L'autore. Michael Pollan, nato nel 1955, a Long Island (New York), è docente universitario all'Università di Berkley e collaboratore con numerosi giornali e riviste americane.
Rappresenta una voce viva e poco ortodossa all'interno del dibattito globale sull'alimentazione. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante (Il Saggiatore 2005), Il dilemma dell'onnivoro (Adelphi 2008), In difesa del cibo (Adelphi 2009), Cotto (Adelphi 2014).
Nel 2014 vince il Premio Nonino Risit d'Aur 2013 con la seguente motivazione: "Con profonda cultura e attenzione, ci porta nel mondo dei cicli naturali dell’agricoltura e dell’allevamento, legati da armonie ancestrali. Attento e implacabile analista dell’alimentazione, attraverso saggi scientifici e storicamente ineccepibili, ci illumina con uno stile letterario raffinato e coinvolgente sui preziosi tesori naturali che stiamo perdendo".
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