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Mi trovavo in un avamposto di soldati americani armati di tutto punto (a dir poco, sino ai denti), proprio come li vediamo nei film di guerra post-moderni, ed erano dunque dotati degli armamenti più letali ed efficienti, dei dispositivi più avanzati e di capi di abbigliamento tecnici e all'avanguardia
Era un presidio di tre soldati che avevano il compito di sorvegliare l’abitazione di un ufficiale di vertice o di un alto dignitario
Io ero lì con loro, non so esattamente a che titolo, se come osservatore interessato e certificato, come giornalista o come fotografo
Certo è che con la mia camera dotata d'un potente teleobiettivo, a cui alternavo un grandangolo ad alta risoluzione, documentavo fotograficamente tutte le loro attività, scendendo anche nel dettaglio e utilizzando delle inquadratura che mi consentisse di fare risultare singoli dettagli delle loro attrezzature o anche i loro volti
Ero anche meravigliato nel vedere come essi fossero organizzati per la distribuzione autogestita del cibo al momento dei pasti
Questo dettaglio me lo ricordo con nitida chiarezza, nella sua dinamicità ed ingegnosità: erano dotati di uno speciale carrello portavivande che, a turno, uno dei tre spostava davanti agli altri due, in modo tale che ciascuno di loro potesse mangiare senza muoversi dalla sua postazione e mantenendo il cipiglio guerresco
Quando due avevano consumato il loro pasto, quello di loro che aveva mosso il carrello, poteva tornare alla sua postazione trascinandosi appresso il carrello, per consumare il suo pasto
Al momento del rancio successivo, il turno cambiava
Il carrello dotato di vassoi portavivande, arrivava semplicemente alla postazione
Non vi erano in vista né cuochi, né cucinieri
Ero davvero meravigliato di tanto ingegno!
Per quanto riguarda i soldati, due erano uomini, mentre il terzo era una donna
Inquadravo più frequentemente la soldatessa che mi sembrava più malleabile e duttile degli altri due che, invece, si presentavano con iconiche facce di pietra e mascelloni squadrati nella migliore tradizione guerresca statunitense
Per tutto il tempo ero là con loro e partecipavo della loro vita
Una vita fatte di guardie e di appostamenti e di sorveglianza in cui in verità non accadeva nulla di eccitante
La parte più stimolante scaturiva dalle mie attività fotografiche
Nel frattempo succedeva qualcosa d’altro in un mondo sotterraneo alla Jules Verne o anche degno di Athanasius Kircher o anche in uno scenario della distopica Terra cava
In questo mondo ipogeo era penetrato mio fratello redivivo
In qualche modo, benché io non mi spostassi da quel luogo, sapevo cosa stesse accadendo a lui ed anche questi accadimenti erano meravigliosi, ben più di quelli che stavo vivendo io, in superficie, nella postazione sorvegliata dai soldati
Infatti, nel mondo sotterraneo mio fratello si trovava a vivere avventure mirabolanti e, in particolare, riuscivo a vederlo mentre veniva indotto da un mago che abitava nel mondo ipogeo a cavalcare un essere gigantesco dotato di grandi ali e non molto simile ad un drago (come ce lo rappresentiamo nella fantasia o come lo abbiamo visto nella rappresentazione cinematografica dello Hobbit e dunque simile al temibile Smaug)
Saliva sul drago che prendeva il volo e si librava alto all’interno di un sistema di vaste caverne
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Io seguivo il suo volo come se mio fratello avesse applicato sulla sua fronte o sul petto una videocamera moderna come quelle che tengono i poliziotti americani contemporanei durante le loro azioni (tipo un dispositivo GoPro) e, quindi, potevo seguire minuto per minuto tutti i dettagli del suo volo e della sua avventura come fossi con lui
Ricevevo le sue immagini per mezzo di un dispositivo tecnologico applicato al mio cervello con una tecnologia bio-organica e potevo vedere nitidamente ciò che accadeva in un angolo del mio campo visivo
Era come vivere contemporaneamente in due mondi diversi
Succedeva anche (ma questo non potevo vederlo direttamente e lo capivo dalle parole pronunciate da mio fratello che mi giungevano analogamente attraverso lo stesso dispositivo, e che facevano da commento e colonna sonora delle immagini) che egli durante il volo subiva una trasformazione somatica e che diventava grande e grosso come un supereroe della Marvel o di DSM Comics
Diventava immenso, come Hulk, ma non verdognolo come lui
Mio fratello ad un certo punto, veniva fuori dal mondo sotterraneo e lo vedevo arrivare, camminando quietamente sino alla postazione militare, dove mi trovavo
Lui che in vita non aveva mai potuto muovere un passo autonomamente
Quando quando è a poca distanza, mi rivolgeva la parola e mi diceva: “Hai visto come ero diventato grande e grosso?“
E rideva, con la sua risata sorniona
Una cosa davvero incredibile, faccio io
E così, con questa grande risata, andiamo in dissolvenza
Il fotografo fotografato... Dopo tutte le foto che ho scattato merito l'ebbrezza di indossare - anche solo per un istante - il "cappellaccio" del Passator cortese che spetta di diritto al primo uomo e alla prima donna giunti al traguardo di Piazza del Popolo a Faenza... L'ho indossato con molta timidezza e soggezione, perchè poterlo calzare è espressione di un grande riconoscimento... Un trofeo così lo si può solo vincere: acquistato non avrebbe alcun valore... se non quello collezionistico, ma questo è un altro discorso... E, ovviamente un caloroso grazie al fotografao.. (foto Michelacci)
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