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23 febbraio 2025 7 23 /02 /febbraio /2025 06:18

Esattamente un anno fa, questo scrivevo

Forse il giorno prima, avevo partecipato ad una trasmissione radiofonica in diretta (invitato da Michelangelo Pavia) sulla psichiatria e sul senso della psichiatria. Qualcuno degl ascoltatori mi ha posto una domanda sulla differenza tra tristezza e malinconia.
Lì pe
lì ho dato una risposta che, per e, tuttavia, non è stata pienamente soddisfacente.
Ci ho rimuginato sopra e , il giorno dopo, mentre camminavo con il cane, per la mia consueta passeggiata mattutina, è scaturita questa composizione che, in fondo, fornisce una risposta più esauriente e articolata a quella domanda.

Maurizio Crispi (23 febbraio 2024)

La mano nera (foto di Maurizio Crispi)

Soffia il vento oggi

Sacchi plastici vuoti, buttati via,
si gonfiano e prendono il volo
come le mongolfiere del tempo antico
e si muovono capricciosi qua e là

Anche i gabbiani seguono il vento
nel loro volo planato 
Il vento evoca come sempre 
solitudini, erranze e terre lontane 

Un paio di guanti abbandonati 
sull’asfalto attrae la mia attenzione 
Uno dei due, 
con le dita serrate a pugno 
punta il medio verso l’alto 
in uno sberleffo 

Ieri mi hanno chiesto 
quale sia la differenza 
fra tristezza e malinconia

La domanda è rimasta inevasa
perché non c’era abbastanza tempo
per dire qualcosa che avesse
un senso compiuto
e, sul momento, 
io stesso sono rimasto spiazzato 
Lo dirò adesso, allora,
ispirato dal vento che soffia 
e che respira tutt’attorno a me


A volte la malinconia può essere una malattia, 
una condizione patologica da cui 
un tempo si poteva uscire 
con facilità dopo uno o due episodi
Adesso, con i farmaci antidepressivi,
sta diventando una condizione di vita 
per sempre, 
un destino
Ineluttabile e ineludibile 
I depressi sono dei diabetici dell’anima
La tristezza, invece, è uno stato d’animo,
una forma di lieve dispiacere interiore
- lo spleen lo chiamavano i Britannici -
o anche una sensazione di vuoto 
e di futilità,
appartenenti a buon diritto 
alla sfera degli affetti 
Solo che oggi nessuno 
vuole più avere l’incomodo 
di sentimenti troppo intensi
da elaborare e da superare
o di stati d’animo scomodi  
Si vuole e si ricerca un benessere gonfiato
a tutti i costi
Si vuole essere performanti,
maniacalmente eccitati


Pochi son disposti
ad affrontare le turbolenze dell’anima
facendo riferimento soltanto 
alle proprie proprie forze 
E allora anche per la tristezza
si va dal medico 
che sarà il più delle volte lieto
di prescrivere dei farmaci 
che é poi la cosa che sa meglio 
Peoples’ littke Helper
o stampelle chimiche
o pillole magiche 
di pronto soccorso morale


Bisogna invece rivendicare il diritto 
a sperimentare 
una normale tristezza 
un normale dolore
Esiste una condizione del vivere
che sia esente 
dal dolore e dalla tristezza?
A queste condizioni dell’animo
bisogna guardare 
In tutta la loro profondità e intensità 
senza distogliere lo sguardo 
e, in questo modo, si cresce
in continuazione 


La risposta chimica fa abortire, 
prima ancora che abbia inizio, 
questo processo 


Bisogna piuttosto ascoltare il vento 
con il suo carico di malinconia
e gli echi di voci lontane
che ci parlano
e ci raccontano le loro storie
Provando ciò 
e ascoltando queste storie 
portate dal vento
possiamo avere conforto 
e trarre la consapevolezza 
che noi, con le nostre normali tristezze, 
con il nostro normale dolore interiore
non siamo soli nell’universo

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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