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10 maggio 2024 5 10 /05 /maggio /2024 11:05
Il disagio giovanile contemporaneo: immagini di un'adolescenza tradita

Ho fatto uno strano sogno questa notte
Ero in una città sconosciuta 
Ero andato a trovare un mio collega, uno con il quale tempo addietro abbiamo lavorato assieme per scrivere un libro sul disagio giovanile 
Mi ritrovavo in una stanza della sua abitazione dove regnava una grande confusione 
In mezzo agli oggetti sparsi sul pavimento dovevo cercare e raccogliere dei grandi volumi del formato di raccoglitori ad anelli contenenti delle mie opere, scritti ed articoli vari
Con grande fatica riuscivo a raccattarli tutti 
Ne afferravo un grosso fascio e me ne andavo reggendoli sotto il braccio: dovevo trasferirli da qualche altra parte
Lo spostamento non era semplice perché i grossi volumi - in considerazione delle loro dimensioni e del loro peso - non potevano essere portati agevolmente in quel modo e mi scivolavano continuamente: ne perdevo la presa e mi cadevano per terra, costringendomi a continue soste per raccattarli 
Ricordo che questi volumi erano molto impolverati
Prima di uscire, gravato del loro peso, avevo sì provato a ripulirli, ma molto grossolanamente, per cui, sparse su di essi, rimanevano chiazze d'uno spesso strato di polvere secolare che, nell'inevitabile struscio, mi imbrattava i vestiti 
Arrivavamo, infine, ad un altro edificio circondato da un alto porticato monumentale, indubbiamente antico, per non dire vetusto
Il mio amico era con me, ma non nel mio campo visivo: ne percepivo la presenza alle mie spalle 
Mi diceva (voce incorporea) che dovevo salire le scale dell’antico palazzo e portare quei volumi a casa sua, dopo di ché sarei dovuto scendere per ritornaresino al luogo da dove eravamo partiti per prenderne altri
Ero un poco titubante, anche perché avevo capito inizialmente che quei volumi erano destinati a me (per il mio uso personale), ma lui no, sosteneva una tesi diversa dicendo che li doveva regalare uno a ciascuno dei suoi ospiti e che glieli avrebbe consegnati in dono nel corso di un banchetto che egli avrebbe offerto loro di lì a poco
I suoi ospiti sarebbero stati nel numero di otto: motivo per cui occorreva che io stesso sarei dovuto andare a prenderne altri quattro nel luogo di partenza 
Ero molto indispettito per questo 
E comunque, pur recalcitrante o riluttante che di si voglia, mi accingevo a penetrare nell’antica dimora per assolvere il compito, ma c’erano delle difficoltà: l’edificio pareva impenetrabile.
Il portone di legno massiccio appariva solido ed impenetrabile, non vi era traccia di citofoni esterni e nemmeno d'un battente di ferro sull’uscio
Il mio amico che ora riuscivo a vedere e che - come all’improvviso realizzavo - era seduto su una carrozzina a rotelle mi diceva che forse avrei dovuto fare un lungo giro seguendo il perimetro dell’edificio e lì sul retro avrei trovato una porticina (quella della servitù) che mi avrebbe consentito l’accesso
Ero molto disturbato dall’idea di dover fare questa lunga scarpinata reggendo il peso degli enormi volumi, ma sapevo anche che dovevo fare buon viso a cattivo gioco 
Non mi allietava nemmeno l’idea che, dopo aver depositato il primo carico, avrei dovuto ritornare indietro per il secondo
Mi sentivo costretto a fare un lavoro da mulo (senza nessuna offesa per i muli)
Ero piuttosto scontento

 

Dissolvenza

I libroni (raccoglitori ad anelli)

Cosa sono i "libroni" del sogno?  Credo che corrispondano a dei raccoglitori ad anelli, dove all'interno di buste trasparenti collocavo, in ordine cronologico, tutto ciò che scrivevo, sia che fosse stato pubblicato a stampa, sia no (e quindi anche tutto ciò che andavo via rendendo visibile sul web o che veniva pubblicato in blog e/o testate giornalistiche digitali).
All'interno di ogni busta collocavo anche le diverse versioni, sino a quella definitiva.
Ho mantenuto questa abitudine a lungo.
Ci voleva un sacco di lavoro, oltre che materiali (carta, cartucce per stampante, raccoglitori ad anello, buste trasparenti) con un dispendio non indifferente
Poi, ad un certo punto smisi.
Conservo tuttora questo imponente archivio costituito al momento da decine di "libroni".
Se avessi perseverato in questa abitudine adesso sarebbero centinaia, con un non indifferente problema di immagazzinamento…
Diciamolo pure: in un certo periodo della mia vita e poi per molti anni a seguire (almeno 12, credo) ho coltivato questa smania di "archiviare me stesso"...



 

Maurizio Crispi e Eugenio Mangia, Il disagio giovanile contemporaneo. Immagini di un'adolescenza tradita, Ila Palma, 1999

Maurizio Crispi e Eugenio Mangia, Il disagio giovanile contemporaneo. Immagini di un’adolescenza tradita, Ila Palma, 1999

Credo che questa monografia mantenga tutt’ora una sua attualità, anche se quando fu scritto un po’ precorreva i tempi perché il nostro sforzo fu quello di cercare di trovare un filo rosso conduttore che unisse temi e problematiche solo apparentemente diversi.
Oggi richiederebbe di sicuro qualche ulteriore approfondimento per quanto concerne la pervasività delle moderne tecnologie digitali
Peccato che il volume in formato cartaceo non sia più disponibile nel commercio se no con qualche copia di seconda mano.

(Quarta di copertina) Perché sono oggi così attratti dai “non luoghi“ e dai “luoghi eterotopici“, moderni scenari metropolitani generatori di solitudine?
E che cosa li spinge ad impegnarsi ripetutamente in comportamenti rischiosi o corteggiare la morte?
In una società che è stata definita “normalmente tossicomanica“, ha ancora un senso parlare di prevenzione delle tossicodipendenze?
A quali motivazioni risponde il crescente consumo di designer drugs da parte dei giovani della “ecstasy generation”?
Quale valenza psicologica assume il moderno fenomeno delle “pubbliche confessioni“ televisive: storie di vita, di separazioni, di disastri familiari e fallimenti educativi, raccontate dagli adolescenti e dei loro genitori, all’interno dei salotti o delle platee di quella che è stata definita la “TV del dolore”? 

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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