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20 ottobre 2023 5 20 /10 /ottobre /2023 08:03

Una mia piccola notazione del 20 ottobre 2022: considerazioni scritte velocemente su FB all'uscita della scuola di mio figlio Gabriel.

Maurizio Crispi

maranza o tamarro (dal web)

Mio figlio mi ha detto, mentre ce ne stavamo nella piazzetta vicino alla scuola: Guarda, papà, c’è un maranza!
Io: Che cosa? Dove?
Strizzavo gli occhi in varie direzioni, cercando di vedere, di avvistare anche io.
Ma niente!
Lui: Se ne è andato!
Siccome Gabriel è appassionato di automobili, ho pensato che si trattasse di un nuovo modello di auto.
Ho chiesto: Ma cos’é un/una maranza?
Mi ha detto: Cerca su internet!
(furbo lui!)

 

E così ho fatto!
Primo rimando: una località geografica mei pressi della Val Pusterla.
No!
Secondo rimando: ci siamo!

Ed ecco la spiegazione:

Partiamo dal nome. Il termine veniva usato a Milano negli anni '80 per identificare i classici “tamarri” o “coatti”: oggi siamo di fronte a una versione 2.0. “Maranza” è tornato in voga quest'estate per riferirsi ai classici “bulletti” che vengono dalla periferia e che sfoggiano un look più o meno definito.

Altra definizione: Persona giovane, vistosa e volgare nei modi, prevalentemente di sesso maschile. Equivale a coatto, truzzo, tamarro.

Il classico maranza sarebbe un “tamarro” o “coatto“. Quindi, sempre in tuta, acetata o tech, o con le divise sportive delle squadre di calcio (ad esempio Real Madrid o Paris Saint Germain). Sopra porta un giubbotto imbottito senza maniche. In testa mette un cappellino e/o un bandana.

Quindi, in sostanza, maranza è l’equivalente di tamarro o di coatto, entrambi i termini da me conosciuti per via della mia permanenza a Milano, ai tempi della specializzazione.

Anche se oggi il termine maranza raccoglie una categoria di personaggi sempre più rappresentati e provenienti (ma non solo) dai ghetti urbani che si propongono per un loro atteggiamento molestante, prevaricatorio e da bulli: in questo senso il maranza di oggi rappresenta un'evoluzione sociologica sicuramente preoccupante.

Sono rimasto alquanto sorpreso!

Ma i nostri ragazzini dove se li vanno a trovare certi termini?

tamarro


s. m. (f. -a) [prob. dall’arabo tammār «mercante di datteri»]. – Voce region., in uso nell’Italia merid., e da lì diffusa anche altrove nel gergo giovanile per indicare persona, per lo più di periferia, dai modi e dall’aspetto rozzi, volgari, villani: ha smesso di disprezzare i tamarri (Melania Mazzucco).

treccani.it

Il termine "maranza" non è una novità. La parola esiste da sempre in quanto parte dello slang giovanile milanese: viene attribuito ai classici ragazzi di strada che vanno in giro in comitive numerose, provengono dalle periferie cittadine e si atteggiano a bulli. Le loro azioni vandaliche hanno lo scopo di creare confusione in modo caotico e volgare. Sono ben identificabili per il loro stile grezzo, "tamarro": capelli arruffati, tuta in acetato di marca (solitamente contraffatta), borsello a tracolla e maglie delle squadre di calcio. Look completato da collane e orologi vistosi. Questo loro stile opinabile porta i maranza a essere presi in giro sui social media ma da bulletti a gruppo di delinquenti il confine è breve.

SkyTg24

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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