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Ero in campagna,
impegnato nei soliti lavoretti
Attorno a me
era tutto particolarmente rigoglioso,
pieno di verde e di fioriture
L'aria era profumata di zagara
Guardavo in alto e vedevo
un ramo, carico di pesche,
piegarsi verso il basso
Gridavo dalla sorpresa
“Guarda qui! È pieno di pesche!”
I frutti parevano tutti maturi
e belli grossi
Da alcuni gli uccelli si erano nutriti
senza ritegno
lasciandoli sbocconcellati,
ma le pesche erano tante
e c’era da mangiare per tutti
(E' giusto che anche loro mangino, mica soltanto noi!)
Le tastavo per vedere quali fossero mature
e quali ancora no
Ne afferravo una e la coglievo
La mordevo
Era morbida, dolce e succosa
Gridavo: “É matura, é deliziosa!”
“Prendine anche tu!”
dicevo ad A., mio interlocutore nel sogno,
“Assaggiane!”
Non c’é frutto più buono
di quello appena colto
Guardavo poco più in là
dove ci sono le viti
e mi accorgevo che dai tralci
pendevano grossi grappoli d’uva
anche questi con i chicchi maturi
e un po’ becchettati dagli uccelli
In questo tripudio,
gli ulivi erano carichi di zagara
Una cosa mai vista!
L’albero di gelso, poi,
era tutto punteggiato del rosso scuro
di grosse more mature
Ovunque volgessi gli occhi c’erano
fioriture e frutti in abbondanza,
api laboriose e farfalle svolazzanti
E il frinire assordante delle cicale
con le sue continue variazioni
e le pause di silenzio
altrettanto assordanti
mi hanno stordito,
facendomi scivolare
nel tempo del sogno
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