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Questo "Avoledo" (Tre sono le cose misteriose, Einaudi Supercoralli, 2005) attendeva da molti anni che cominciassi a leggerlo.
E l’ho fatto proprio di recente tra agosto e settembre di qest'anno, rompendo gli indugi. Ed è stato come aprire un ottimo vino di annata.
Mi è piaciuto, anche se si presenta con una cifra stilistica profondamente diversa dai romanzi di Avoledo che già conosco e ho apprezzato, tutti caratterizzati da un’ambientazione distopica, più o meno marcata.
Se dovessi definirlo, direi che è un romanzo alla maniera di Ian McEwan, autore che amo e di cui allo stato attuale sto leggendo, in contemporanea, uno degli ultimi romanzi che è, in particolare "Macchine come noi", curiosamente questo - per una strana simmetria - ambientato in un presente distopico; o anche, per quanto concerne la complessità della prosa, di stampo vagamente austeriano.
Sono sempre sorpreso dalle coincidenze che si verificano nelle scelte dei libri da leggere!
Mi è piaciuto e l’ho letto con intensità.
Il titolo scelto da Avoledo s'ispira ad un versetto dei salmi che poi viene ampiamente citato e commentato dal protagonista nel corso dell'opera. Dei versetti misteriosi e che hanno dato adito a molte interpretazioni, anche perché leggendo tutto il capitolo risulta che le cose misteriose sono quattro e non tre.
In sostanza vi è la storia di un "giudice" del Tribunale internazionale per i crimini di guerra sta finendo di allestire il dossier con i capi d'accusa contro un criminale di guerra (che non viene mai nominato ma che viene chiamato "il Mostro"). Il protagonista vive in Svizzera, superprotetto dalle guardie del corpo, poiché il precedente titolare del procedimento di cui lui era solo il collaboratore è stato barbaramente ucciso in un attentato (il cui mandante è stato probabilmente quel criminale di guerra. Mentre porta le ultime rifiniture ai capi d'accusa, il Nostro cerca di salvare il rapporto con il figlio adottivo Adam, accorciando il distacco che si è venuto a creare a causa del suo continuo impegno e della tensione derivante dal dover vivere sotto costante protezione, mentre nello stesso tempo, a causa di fraintendimenti, il rapporto con la moglie sembra essere sul punto di naufragare senza possibilità di appello. E quindi vi è una vicenda familiare, all'interno della quale filtrano in filigrana i percorsi legati all'istruttoria e alle prossime fasi finali del procedimento.
Tutte queste vicissitudini esistenziali serviranno a rafforzare la sua determinazione ad assumere nell'arringa conclusiva contro il Mostro le parole più decise e determinate, per andare così verso la luce senza essere condizionato dalla paura.
Molto bello. Da non leggere la sera, prima di dormire, per via delle caratteristiche della prosa che richiede molta attenzione.
(Risguardo di copertina) Negli ultimi giorni di un processo internazionale per crimini di guerra, un giovane sostituto procuratore si prepara a inchiodare il Mostro, un capo di Stato colpevole di genocidio. Mentre raccoglie i capi d'accusa si ritrova a fare i conti con l'idea stessa di responsabilità, e con le mille piccole, gigantesche colpe di cui è fatta la nostra vita. Tullio Avoledo, friulano, vive e lavora a Pordenone nell'ufficio legale di una banca. In questo libro presenta un romanzo giudiziario atipico in cui la parte processuale rimane in ombra, ma non la parte preparatoria, con la sua tensione, le minacce, la dolorosa analisi delle fosse comuni; e al tempo stesso una storia familiare tenera e crudele.
L'autore. Tullio Avoledo è nato nel 1957 a Valvasone, in Friuli. Ha pubblicato tre romanzi per Sironi Editore: L'elenco telefonico di Atlantide (2003), che ha vinto il premio «Forte Village-Montblanc», Mare di Bering (2003), Lo stato dell'unione (2005). I primi due titoli sono disponibili nei Tascabili Einaudi. Presso Einaudi sono inoltre usciti i romanzi Tre sono le cose misteriose (2005, premio Super Grinzane Cavour 2006), Breve storia di lunghi tradimenti (2007 e 2008), La ragazza di Vajont (2008), L'anno dei dodici inverni (2009), Un buon posto per morire (2011). Per le Edizioni Ambiente ha scritto il romanzo breve L'ultimo giorno felice (2008), pubblicato nei Tascabili Einaudi nel 2011.
Tre cose sono per me così misteriose
che non le comprendo:
il percorso dell'aquila nell'aria,
il sentiero del serpente tra le rocce,
la rotta della nave in alto mare.
E ce n'è soprattutto una quarta:
la via dell'amore tra un uomo e una donna.