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21 gennaio 2021 4 21 /01 /gennaio /2021 09:38
La Primavera di Botticelli. Dettaglio

Il vento che soffia è ispiratore di malinconia

Forse, è per quel fruscio continuo che riusciamo a sentire
anche quando le finestre sono chiuse

Forse, è per via dello stormire delle fronde e delle foglie, quando siamo all'aperto.

O, forse anche, per il fatto che, specie in campagna, nelle dimore isolate, si sentono cigolii e scricchiolii, quasi che la casa fosse una nave in procinto di salpare, con le vele già issate e pronte a gonfiarsi al primo vento favorevole.

Nei giorni di vento mi sento triste, inspiegabilmente.

Mi sento pervaso da un senso di attesa, foriera di presagi.

Tutto assume dei significati profondi
ai quali tuttavia non si può dare parola,
finanche l'abbaìo di un cane lontano,
oppure l'improvviso canto del gallo.
O anche la suoneria del citofono che,
spezzando il silenzio sepolcrale d'una dimora in penombra,
annuncia l'arrivo del postino.

Nei giorni ventosi,
aspetto e aspetto,
non so mai cosa.

La vita rimane in sospeso,
ma il tempo scorre più veloce,
perché la sabbia che dovrebbe scivolare
lentamente tra le dita a coppa,
viene portata via dal vento
tutta assieme,
inesorabilmente.
E una sua sola folata
ha risucchiato via tutta la vita
ancora rimasta

 

Un balzo di anni indietro

(10 ottobre 2014) Storie nel vento

1. Cielo terso, senza una nuvola

aria tersa, pungente

la luna alta nel cielo ad Est

un cerchio pallido

che incombe sulle alte torri

dalle forme bizzarre

pinnacoli arditi

piramidi

funghi e cetrioli in scala gigantesca

rivestiti di cristalli scintillanti

Voci di bimbi

intenti nel gioco

e, per il resto, silenzio

Silenzio,

silenzio

ed ancora silenzio

Poi rumore di passi

Un uomo in nero e una donna in bianco,

arrivati direttamente da un lontano oriente

non più esotico

camminano lungo la via

in basso

Il vento fresco

increspa appena i veli della donna

e sussurra racconti

che non finiscono mai

Storie che si devono sapere ascoltare

per catturarle prima che si disperdano

E’ più facile farlo se si possiede un acchiappasogni

o anche un po’ della magica polvere di stelle

che fa volare le fatine sapienti

 

2. Il giardinetto pubblico è stato sino a poco meno

di due secoli prima

un cimitero parrocchiale

con le lapidi del colore dell'osso invecchiato

rosicchiato dal muschio,

disseminate attorno alla chiesa imponente

Ora le lapidi se ne stanno in disparte,

lungo le mura perimetrali

a ricordo delle sepolture

e si leggono ancora le scritte

scolpite nella dura pietra

e che ricordano le qualità di quelli che furono in vita

Nessuno oggi si sofferma più a guardarle,

ma ci sono

sono una presenza che rimanda ad altro

E c'è un potere che promanano

Quando le foglie secche dell'autunno

vi si radunano attorno

c'è un preannuncio della caducità e dell'impermanenza

Tutto passa e solo il ricordo rimane

Poco lontano ci sono panchine spartane

per assicurare il riposo a chi desideri

un luogo tranquillo per pascersi di cibo,

per leggere

per meditare

per telefonare, gracchiando in lingue sconosciute

per interminabili minuti

Ma c'è anche un superbo parco giochi per i piccini

- superbo per chi non ne ha -

di un'ordinaria normalità qui

Ed anche qui panchine,

di una foggia diversa

perchè vi furono collocate

in epoca successiva a quelle del parco

E’ tutto tranquillo

solo sporadiche presenze di mamme e papà

con i loro piccini

All'improvviso a certe ore del giorno

la tranquillità viene spezzata dall'arrivo repentino di scolaresche

che qui vengono portate per loro ora d'aria

Sono bimbi piccini che seguono come pecorelle

i loro pastori,

ma anche scolari più grandi

Come ieri, all'improvviso,

ecco sopraggiungere un'intero stormo di gazze vocianti,

adolescenti di una scuola islamica

nerovestite di tuniche lunghe sino ai piedi a coprire

corpi ancora acerbi e velate di bianco

eccitate come bambini piccoli,

per poter giocare e sperimentare i diversi giochi,

in una pausa di libertà

dall'applicazione di una dura disciplina

Le gazze hanno rapidamente preso possesso di tutto

e hanno scacciato senza volerlo gli altri isolati avventori

ridotti ad una sparuta minoranza:

un fatto di semplice preponderanza numerica,

nulla di personale

Agli esiliati è rimasta solo la possibilità

di vagare pensosi per il parco

meditando sulla caducità e sull'impermanenza

sulle affinità tra le foglie caduche e la lapidi di pietra,

ma anche sulla forza della vita che sempre si riafferma

con quegli scoiattoli che s'affannano

a metter via provviste per l'inverno che verrà

con quegli alberi possenti

che sfidano il tempo

e le asperità del freddo e del ghiaccio,

e il potere del tuono e del fulmine

portando su di sè cicatrici e segni

e che trasmettono storie

Per riceverne brandelli

basta sedersi ai loro piedi

oppure percorrerne con i polpastrelli

la superficie rugosa...

E loro racconteranno

e racconteranno

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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