Tempo addietro, avendo raccolto una ghianda ai piedi di una quercia possente, provai a farla germogliare. La curai, ottenni il germoglio e quindi quando era piccolo e tenero lo misi in vaso. Anche se hai seguito questa procedura altre volte, quando ti riesce di nuovo, provi sempre un senso di grande meraviglia: è come vivere in prima persona la storia meravigliosa, raccontata da Jean Giono a proposito di Elzéard Bouffier, ovvero dell'uomo che piantava gli alberi.
Molto tempo prima avevo fatto la stessa cosa con una ghianda di leccio e l'operazione era andata a buon fine.
Anche questa volta si sviluppò una piantina e, dopo, un anno circa, quando la stagione fu favorevole, la misi a dimora.
Il virgulto tuttavia non sopportò la stagione calda e si essiccò, con mio grande dispiacere. E me ne dimenticai.
Dopo circa un anno, passato l'inverno, ecco all'improvviso spuntare dalla terra, un germoglio tenero di foglie: era quella piantina che, rimasta quiescente sottoterra, adesso si risvegliava e riprendeva la crescita della sua parte aerea.
Ancora oggi va crescendo lentamente, ma ad ogni stagione che passa acquista maggiore vigore.
L'altra notte ho fatto un sogno che la riguardava.

Ero di fronte a questo virgulto e ne osservavo le gemme turgide pronte a dar vita ad un nuovo sviluppo fogliare e pensavo all'improvviso di averla piantata troppo vicino alla casa e ad alcuni ulivi. "Quando questa quercia - pensavo nel sogno - sarà diventata grande e fronzuta, darà fastidio agli ulivi e metterà a repentaglio la casa stessa".
E, allora, sempre muovendomi nel sogno, la recidevo con un paio di cesoie. Di lì a poco la pianta si riformava, quasi per miracolo.
E io la tagliavo ancora.
E lei ricresceva.
Io tagliavo.
E lei ricresceva.
In un loop infinito. Una specie di braccio di ferro tra me e lei.
Mi diceva: "E' inutile che mi tagli. E' questo il posto che tu hai scelto per me. Ed è questo il posto dove continuerò a crescere. Tu mi hai fatto nascere e tu non potrai mai più levarmi la vita".
E il sogno finiva qui.
Ci sono certe piante arboree che sono davvero eterne, come gli ulivi o i carrubbi. Anche se la parte aerea di queste piante viene devastata da una catastrofe, da un evento atmoferico imprevisto o dalla mano dell'uomo, esse risorgono dalle ceppaie che spesso sono molto pià vaste della parte fuori dalla superficie [e come racconta Stefano Mancuso in uno dei suoi più recenti libri, La pianta del Mondo], le ceppaie spesso continuano a vivere perchè il loro impianto radicale serve alla vita di altre piante arboree vicino]. E la quercia appartiene, appunto, a questa categoria di piante.
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