E’ il tempo di Giano
Sulla soglia di due diversi giorni
il dio dalle due facce, con una guarda al passato trascorso
e con l’altra punta sornione verso il futuro
Contempla il passato che è stato il futuro di prima
e osserva ciò che ancora non è,
il futuro che scorrerà presto all'indietro
inghiottito dal gorgo del tempo
Il presente è solo illusione
C’è e dopo un istante non c’è più
E’ l’attimo in cui il futuro
si trasforma in passato
Fine-inizio, inizio-fine
ogni cosa che inizia è già finita
l’eterno dualismo che ritorna
E così viviamo stretti nell'illusione
di padroneggiare qualcosa che non c’è
ed è sempre inafferrabile
Il festeggiamento al passaggio di turno di ogni anno
è solo rito vacuo,
mera attività di rassicurazione
Si butta via il vecchio e si saluta al nuovo
che deve ancora arrivare
senza pensare che, in fondo,
è cosa che facciamo tutti i santi giorni
nelle nostre vite senza presente
senza riflettere che a Giano,
il dio delle soglie,
dobbiamo sempre tener conto
quando iniziamo qualcosa,
quando una cosa la finiamo
Solo Giano è nell'attimo presente
noi siamo protesi nello sforzo immane
di trattenere il presente e di farlo durare,
una fatica impossibile,
come trattenere tra le dita granelli di sabbia
che sfuggono via da tutte le parti e volano nel vento
Luminarie e scoppi,
ciccioli e mortaretti,
baldoria e auguri
fanno parte della messinscena
della nostra fragile mortalità e ignoranza,
che trovano compenso in adrenalinica sovreccitazione
Giano sorride sempre imperscrutabile
ed anche Ganesh suo compare danzante
che, forse, mi è ancora più simpatico

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