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10 gennaio 2018 3 10 /01 /gennaio /2018 09:44
Douglas Preston e Lincoln Child, La Stanza di Ossidiana, Rizzoli 2017

Ho decisamente nostalgia delle prime storie scritte dalla premiata ditta Douglas Preston/Lincoln Child. Quelle (di cui la prima Relic venne trasposta in un buon film), quasi tutte connesse con il Museo di Storia Naturale di New York, erano storie di intrigo e di indagini poliziesche con elementi horror talvolta preminenti. Ma a poco a poco la vena immaginifica dei due scrittori statunitensi s'è prosciugata e quindi i loro romanzi più tardivi hanno finito con il perdere del tutto quell'elemento horror-fantastico che li rendeva originali per ridursi a capitoli di un'unica interminabile fiction, con una significativa riduzione dei nuovi personaggi messi in scena e una prevalente attenzione sull'agente FBI con licenza speciale, l'eccentrico e acuto Aloysius Pendergast e su i suoi diretti comprimari e agonisti. Attorno a questo personaggio si intrecciano in maniera variabile elementi polizieschi e avventurosi. In maniera sempre più decisa ogni volume pubblicato si pone come diretta continuazione del precedente. Ovvio che un neofita possa entrare nella saga in ogni momento: ma, così come l'impianto narrativo è congegnato, risulta sempre più necessario il riferimento al pezzo di storia precedente.
Insomma, i due scrittori, per quanto sempre documentatissimi nei loro nuovi intrighi, sembrano essersi fossilizzati in una forma di easy writing, tendenzialmente indirizzata allo zoccolo duro dei propri fan.

Così è con l'ultimo volume pubblicato La stanza di ossidiana (The Obsidian Chamber, nella traduzione di Elisa Finocchiaro), pubblicato da Rizzoli nel 2017, in cui ricompara l'agonista di Aloysious, il fratello Diogenes, considerato la pecora nera della famiglia e che alcune storie prima era statocreduto morto per mano della pupilla di Aloysious, Constance Green. La ricomparsa di Diogenes ha come contraltare l'assenza di Aloysious creduto morto al termine dell'avventura precedente, raccontata ne La Costa Cremisi.
Non dico altro, perchè in ogni caso l'intrigo è piacevole e di scorrevole lettura e qualsiasi cosa eliminerebbe il brivido della scoperta.
Diverse volte, mi sono ritrovato a dire che i capitoli della saga che vede L'agente speciale Pendsergast protagonista sono sempre più simili ad un feuilleton ottocentesco, anche per la complicazione all'inverosimile delle loro trame.
Ma tant'è: malgrado ciò ne sono appassionato e me li leggo tutti.
Ma a chiunque consiglierei di andarsi a leggere le prime storie firmate da Preston/Child come il citato Relic, oppure Ice limit.

 

(Nota editoriale nel risguardo di copertina) L’agente speciale Aloysius Pendergast è disperso. Il suo corpo non è ancora stato individuato e col passare dei giorni la speranza di trovarlo vivo sembra affievolirsi sempre di più.
 Constance, la sua storica assistente, è annichilita dal dolore e cerca conforto rifugiandosi nelle stanze sotterranee della residenza di famiglia di Riverside Drive; a niente servono le attenzioni di Proctor, la fedele guardia del corpo di Pendergast, che tenta di rassicurarla. Nella casa, però, un’ombra è in agguato. Una figura sinistra e minacciosa, che emerge dal passato e che all’improvviso trascina Constance via con sé. Proctor si lancia in un inseguimento mozzafiato sulle tracce del rapitore fin nei luoghi più remoti e lontani, dalla Mauritania alla Namibia al Botswana. Eppure, proprio nel momento in cui l’uomo sembra avvicinarsi alla soluzione, tutto si ribalta e un altro complesso ingranaggio comincia a muoversi: dov’è la vera Constance? Il rapitore non ha forse un volto conosciuto?
La stanza di ossidiana è una caccia all’uomo tra- volgente e adrenalinica, capace di condurre il lettore attraverso una serie di camere vuote, dentro un labirinto impossibile in cui la soluzione, l’uscita, la fine sperata sembra essere sempre dietro l’angolo.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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