Un ratto avventuroso si mosse dalla sua tana, in un luogo sicuro, e venne allo scoperto nella Giungla metropolitana, esposto al caldo sahariano di un'estate precoce e ai mille pericoli del Mondo di Sopra.
Si incamminò lungo una via e vide che quella città di sopra che ben poco conosceva, poichè la vedeva soltanto di notte, quando di soppiatto veniva fuori alla ricerca di cibo, era sporca e piena di rifiuti maleodoranti, prossimi alla putrefazione.
Le sue vibrisse tremarono di piacere, il nasino umido palpitò: ma volle resistere al richiamo dell'istinto che lo avrebbe spinto ad avventarsi su quelle montagne di cibo.
Piuttosto, voleva avvisare qualcuno, chiedere aiuto, lo squallore della città pervadeva il suo folto pelo e penetrava nella sua carne e nelle sue ossa.
Percorrendo la via lungo la quale si era incamminato sarebbe giunto alla casa di un un uomo potente che governava tutta la città di sopra, così come il Decano dei Ratti governava la città di sotto.
Avrebbe voluto portargli un messaggio, chiedendogli di pulire meglio la bella città di sopra, anche al costo di ridurre la quantità di succulente prelibatezze che lui e il suo popolo avrebbero potuto trovare scavando nelle montagne di rifiuti e di spazzatura abbandonati.
Il suo senso estetico ne era profondamente offeso: in fondo il ratto-messaggero aveva studiato le Belle Arti nel Mondo di Sotto.
Il suo empito tuttavia rimase senza esito: morì sopraffatto dalla calura molto prima di arrivare nei pressi della casa di quell'uomo potente.
E rimase lì, sul nudo cemento, morto stecchito ad incartapecorirsi al sole e il suo messaggio rimase lettera morta.
La carcassa di un ratto morto in Via Principe di Paternò, a Palermo. A chi tocca rimuovere le carogne degli animali? Non spetta più a nessuno: non c'è a quanto pare un servizio preventivo, ma solo su chiamata da parte del cittadino. Un tempo gli animali morti venivano raccolti da una categoria di lavoratori specializzati nel settore della produzione artigianale di colla. E tutto faceva brodo... Come anche le deiezioni solide degli animali venivano immesse nel circuito delle fabbriche artigianali di lavorazione e colorazione delle pelli. La modernizzazione disturba degli equilibri e trasforma cose prima considerate utili e tali da alimentare dei circuit lavorativi e produttivi minimali, in prodotti di scarto di cui nessuno vuole più occuparsi.
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