Una volta mi schiacciai un'unghia della mano nel chiudere un pesante sportello di ferro: lo sportello si era inceppato, io lo forzai e cedette all'improvviso sicchè il dito con tutta l'energia che io avevo messo per smuoverlo, venne schiacciato tra questo e lo stipite (pure di ferro).
Che mi schiacciasi un'unghia mi era già capitato, ma quella volta vidi letteralmente le stelle.
Il dito fu presto gonfio come un peperone e l'unghia fu rapidamente nera (per il versamento ematico sottostante o, come si dice in linguaggio tecnico, a causa dell'ematoma subungueale) e pulsante.
Penai per due giorni, a causa del dolore e di quella continua pulsazione.
Poi a distanza di qualche mese, riebbi un unghio del tutto nuovo (e, fortunamente, senza alcuna significativa deformità).
Ma soprattutto, nei primi giorni dopo il trauma la mia sensibilità era tutta concentrata in quell'unghia offesa (tipico esempio di alterazione della cenestesi "focale")...
Qualche anno dopo, mentre camminavo per strada, fui testimone di una scena.
Un tipo che usciva dalla macchina, chiuse con forza lo sportello senza accorgersi che la fidanzata aveva le mani proprio sulla giunzione tra carrozzeria e sportello.
Bam! E il danno fu inevitabile.
La ragazza gridò di dolore e sbiancò in viso.
Il fidanzato cercava di consolarla, ma in modi poco efficaci (in più si sentiva colpevole del fattaccio e le sue premure erano in qualche modo falsate dal suo bisogno di essereoblativo e riparatore...).
Io, memore della mia pregressa esperienza (che, davanti a quella scena, balzò subito in primo piano nel mio panorama emozionale) non potei resistere...
Mi avvicinai ai due in ambasce e, senza preamboli, mentre la ragazza si torceva letteralmente i polsi in preda alla sofferenza, dissi: "Io so cosa vuol dire, lo capisco bene quello che provi. E' capitato anche a me!"
Dopo di ciò, dopo aver dato prova di questa forma di solidarietà empatica e ritenendo di aver assolto il compito, voltai loro le spalle e me ne andai.
No so perchè lo feci: la mia aesternazione fu il frutto di un irrefrenabile impulso.
Certo che i due, e ancor di più la ragazza "offesa", mi gurdarono allibiti e, forse, non capirono nemmeno il senso della mia frase.
Ma non ci fu il tempo di approfondire, perchè dopo aver espresso solidarietà in questo modo strano, me ne andai...