L'altro giorno ho voluto intraprendere una passeggiata serale assieme alla "fida" Frida e, mentre calava la sera, ho camminato a passo svelto da casa sino alla Villa accanto allo Stadio di Atletica ("ex-Villa Case Rocca") per poi fare ritorno, seguendo lo stesso percorso.
Ho impiegato circa un'ora a compiere l'intero tragitto: una camminata inframmezzata da numerose soste per tirar foto, come è mio solito.
Mentre andavo, dopo aver superato la zona un po' più caotica di Via Libertà e di Piazza Leoni, sentivo la quiete del giorno che volgeva al tramonto, senza il traffico convulso abituale.
La città era semivuota e avevo la sensazione che quelli rimasti potessero spartirsi lo spazio a disposizione a loro piacimento: anche nella Villa accanto allo Stadio di Atletica, solitamente molto "vissuta" con le più disparate tipologie d'uso, vigeva una calma sonnacchiosa, con pochi "utilizzatori", o da soli o aggregati in piccoli gruppetti.
E qualsiasi attività veniva portata avanti in quiete tranquillità, senza grida e baccano, ma soltanto con sommessi mormorii di voci e scalpiccii di passi a basso volume.
Intanto, gli ultimi bagliori della luce s'attardavano pigramente nel cielo pulitissimo e quasi cristallino, del tutto privo di nubi, contr il quale le sagome frondose egli alberi e i profili snessi dei cipressi si stagliavano nettamente quasi fossero le quinte di un teatro d'ombre.
Le città d'estate sono molto più belle e fruibili che non d'inverno.
Era la sera del giorno del mio 63° compleanno.
Era da molto tempo che non facevo questo tipo di passeggiata, non finalizzata all'allenamento di corsa: e mi sono voluto fare questo regalo.
Camminare stimola i pensieri: si sta con se stessi ed intanto, come le nuvole, fluiscono le associazioni, i ricordi, le intuizioni...
Meglio il rumore del silenzio che quello disturbante delle chiacchiere.