Soprattutto attraverso il social network (FB), ho ricevuto una valanga di auguri virtuali tutti molto apprezzati (e molti da persone che conosco personalmente e, dunque, particolarmente sentiti).
Tutto qui. Il mio compleanno, sin da quando ero piccolo, è stato una festa in famiglia: si faceva tutto con molta quiete, con i nonni, gli zii, cuginetti e cuginette.
Più che altro era un'occasione per incontrarsi con la famiglia allargata.
Anche perché, per cadendo il mio compleanno d'estate, non c'erano compagni di scuola da invitare: e, del resto, allora non si usava, se non in occasioni particolari, come la festa dei 18 anni (o, prima ancora, dei 21 anni): in quel caso, la festa aveva delle connotazioni particolari perchè era considerata una specie di debutto in società con il raggiungimento dell'età adulta.
Ma io, nemmeno in occasione dei 18 anni, ho avuto una festa speciale, se non la consueta e rassicurante (per me, molto cara) riunione in famiglia.
Il giorno del compleanno è anche un momento di nostalgia: anche perché man mano che si va avanti con gli anni, alle nostre spalle c'è una lunga scia di ricordi, di rimpianti e di nostalgie: ogni anno qualcuno manca all'appello e questa consapevolezza genera un po' di tristezza.
Ma la nostalgia è anche un modo per tenere vivo il ricordo delle persone care che non ci sono più.
E' stato così che ieri ho sentito il desiderio di andare a rispolverare una vecchia fotografia di famiglia, relativa al mio terzo compleanno.
La mamma è venuta mossa, ma sempre elegante per quanto con uno di quei abiti confezionati in casa, ed è contenta (riusciva ad essere sempre allegra e con il sorriso sul volto).
Appoggiata con il gomito sul tavolo, si vede una delle mie cugine più grandi.
Così ero e adesso, mentre guardo questo foto, sono passati ben 60 anni.
Un tempo enorme, a ben guardare.
Eppure, non mi sento tanto diverso da come ero allora.
Quel bambino imbronciato è ancora dentro di me.
Anche se non ci sono più i miei genitori me li sento accanto, come lo erano allora in quel particolare giorno per incoraggiarmi a soffiare sulle fatidiche candeline.
Continuo a sentire le esortazioni di mio padre e l'incoraggiamento della mamma.
Dai che ce la puoi fare!
Supera te stesso!