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24 settembre 2014 3 24 /09 /settembre /2014 07:06

L'Estate di Ulisse Mele. Un Noir che è anche romanzo di crescita e trasformazione(Maurizio Crispi) L'Estate di Ulisse Mele, secondo romanzo di  Roberto Alba (pubblicato da Piemme, Collana Open, nel 2014), dopo il buon successo di "La spiaggia delle anime" (Gremese Editore, 2012, già recensito su questo magazine), è un bel noir, in cui la storia dell'indagine poliziesca e giudiziaria si mescola alla storia di vita e al percorso di crescita (drammatico perché stimolato traumaticamente dal confronto con esperienze dolorose) del piccolo Ulisse Mele, non ancora decenne e considerato intellettualmente dotato e di ottime speranze negli studi e in un suo futuro inserimento lavorativo, benché sordomuto.
La storia è semplice ed è narrata con uno stile limpido e in una sequenza diacronica, senza sofisticheria da montaggio cinematografico: in un assolato giorno estivo la sorella quasi diciottenne di Ulisse, dopo una gita clandestina al mare con un "fidanzato" aborrito dal padre e il fratello intermedio Dede, non fa più ritorno.
Dopo alcuni giorni di ricerche, viene ritrovata cadavere all'interno di una grande gebbia per l'irrigazione dei campi.
Non annegata, ma assassinata, come chiariranno le indagini.
Non si può dire molto della storia oltre a questo punto, perché ci sarebbe il rischio di rovinare al lettore il piacere della scoperta.
Si può dire soltanto che Ulisse vede e registra tutto nella sua mente; sa sempre più di quello che gli adulti crede che sappiano e si pone degli interrogativi. 
Ulisse é la voce narrante: e quindi tutto ciò che il lettore va scoprendo mano mano, lo viene a sapere attraverso il filtro pensoso e sobriamente emozionale di Ulisse, non attraverso le parole di uno scrittore onnisciente.
L'ambientazione è quella di una Sardegna rurale, ma nn distante da una grande città, dove il padre di Ulisse, discendente da una famiglia benestante (dala quale è in rotta) si è ritirato a vivere con la moglie e con i figli che sono arrivati dopo un matrimonio d'amore.
E' un padre severissimo e, a volte, fa ricorso a metodi educativi a dir poco rudi.
Attraverso le parole e (e soprattutto lo sguardo) di Ulisse mele apprendiamo tutto questo, così come lui lo vede e lo va scoprendo, aggiungendo un tassello dopo l'altro alla conoscenza di una famiglia allargata dalla parte del padre che ignorava di avere e della storia di suo padre.
L'epoca in cui si svolgono i fatti, anche se non è esplicitamente menzionata, è quella contemporanea, a giudicare dai gadget di cui i diversi personaggi sono in possesso.
Leggendo il romanzo di Roberto Alba, ci si dimentica di lui come scrittore dietro le quinte, perché ci si immerge nel racconto di Ulisse e della sua Weltanschaung. 
La storia è quella di Ulisse, dunque, e quella di una bruciante, dolorosa, estate, di quei periodi che lasciano il segno per tutta la vita.

Per quanto concerne le atmosfere, sarei portato a pensare che, in qualche misura, la vicenda con la sua ambientazione rurale, le sue atmosfere infuocate e rarefatte al tempo stesso, trovi come antecedente soltanto il romanzo di Niccolò Ammanniti, Io non ho paura (Einaudi, 2001).
Anche lì, in effetti, la vicenda è narrata attraverso gli occhi di un bambino; anche lì, l'ambientazione è quella rurale di una località forse laziale, ma più indietro nel tempo, negli anni Sessanta, probabilmente. Anche lì, attraverso la vicenda narrata che è anche un doloroso percorso di disvelamento, il principale protagonista va incontro ad un processo di crescita e trasformazione.
Ma al di là delle generiche similitudini che si possono stabilire associativamente, le due storie hanno delle precise connotazioni che le rendono divergenti ed uniche.

Tra l'altro, il romanzo di Roberto Alba presenta in modo sottile e quasi non detto a parole - ma il lettore comprende con immediatezza  -che forse la soluzione del delitto compiuto e del mistero non è quella a cui conducono le indagini.
Forse, c'è un altro responsabile destinato a rimanere per sempre impunito. E, quindi, in un certo senso il finale della vicenda è lasciato aperto.
Nel romanzo, inoltre, per ammissione dello stesso autore, vi è qualche componete "amarcord". Nella pagina rituale dei "ringraziamenti" (ma sempre da leggere perchè spesso contiene degli elementi preziosi per la decodifica del "making" dell'opera), si legge infatti: "Alcuni fatti che il piccolo Ulisse racconta appartengonoalla mia infanzia, e non posso non ringraziare per questo la mia famiglia, i miei zii e cugini per le estate indimenticabile trascorse assieme" (ib., p.207).

Come avverte Stephen King in una delle sue note indirizzate al "fedele lettore" - e come del resto sa ogni scrittore con la S maiuscola - si scrive meglio e più efficacemente di ciò che si conosce a fondo.

L'Estate di Ulisse Mele: un'estate indimenticabile per Ulisse, di quelle che lasceranno per sempre il segno in lui.
Ma anche un'estate indimenticabile per i lettori che vi si immergeranno.

Anche perché, come ha scritto nella sua dedica Roberto Alba nella copia del volume che mi ha gentilmente inviato: "C'è sempre un piccolo Ulisse dentro di noi"!
Grazie, Roberto Alba, per averci regalato questo romanzo!

 

 

(Dal risguardo di copertina) Una casa in cima a una collina di terra e sassi, nel cuore della Sardegna rurale. È qui che Ulisse vive insieme alla sua famiglia. Ha quasi nove anni e non sopporta la parola che la gente usa per spiegare il suo problema: sordomuto. Lo fa sembrare handicappato, invece lui è solo sordo, capisce tutto benissimo e a scuola è il più bravo. Un genio. E infatti suo papà non lo prende mai a cinghiate come invece fa con Betta e Dede, che saranno anche più grandi, ma si comportano sempre da perfetti sprovveduti. Neppure lui però immagina che andare al mare di nascosto in una torrida mattina di luglio possa essere la cosa più stupida che quei due abbiano mai fatto. Fino a quando il fratello Dede torna a casa da solo, e della sorella non c'è più traccia. Da quel momento la vita della sua famiglia è sconvolta. E mentre gli adulti cercano risposte, Ulisse ha occhi ben aperti su quel che gli accade intorno. Per lui, la scoperta della verità sarà un ingresso forzato nel mondo dei grandi.

 

 

 


Vedi anche su questo stesso magazine, la recensione al precedente romanzo di Roberto Alba, pubblicata il12 agosto 2013:

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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