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10 agosto 2014 7 10 /08 /agosto /2014 07:00

Genetliacando ed altre storie

 

La pioggia improvvisa della sera

s'è dissolta nella notte,

lasciando al mattino un'aria fresca e pulita

e il cielo a pecorelle con piccoli batuffoli

che si tingono di grigio-rosa

al levarsi del sole

 

La città dorme

la casa dorme

a parte qualche leggero scricchiolio di assestamento

e lo sgocciolio d'un rubinetto

ploc ploc ploc

plic plic plic

e la porta del bagno che cigola di continuo

creek creeeeek creek

quasi fossimo a bordo d'un veliero d'altri tempi

 

Le foglie del platano si sono ammalate

e si stanno arricciando tutte

Cadranno anticipatamente

quest'anno

e il corvo non farà in tempo

a rifarsi il nido tra le fronde

 

S'è insediato invece sul tetto di fronte

e lì procede ad una meticolosa pulizia del piumaggio

con il becco aguzzo

 

Sono un pellegrino 

giunto alla fine di un ciclo delle stagioni,

pronto a ricominciarne un altro,

sempre in cammino

 

Il tempo porta con sé sottili cambiamenti,

quasi inapparenti, e si fa finta di non vederli

 

Poi, con gli anni,

la somma di tutte le derive

si fa evidente ed ineludibile

 

Ed è allora che pensi:

"Sto invecchiando"

 

Ma - a ben pensarci -

già cominci a diventare vecchio 

sin da quando sei nato

 

Sin dalla nascita

giorno per giorno

cominciamo a morire

lungo una strada di declino

già tracciata

in cui i nostri denti e i nostri occhi

perdono giovinezza ed innocenza

e si fanno opachi, deboli e malaticci

 

Se curiamo il corpo e la mente

se cerchiamo di avere un corpo forte ed una mente salda

potremo resistere più a lungo

all'avanzata inesorabile dell'entropia

e combattere le armate della notte

che avanzano tumultuose,

guidate dai quattro cavalieri

dell'Apocalisse

 

 

Genetliacando ed altre storie


A volte, mi sento incompleto se non scrivo qualcosa. Questa mattina (è il giorno in cui ricorre il mio 65° compleanno) mi sono svegliato e non riuscivo a svolgere nessuna delle consuete attività che al mattino, in un momento di quiete, svolgo al PC. Nulla destava la mia ttenzione: poi ho capito che dovevo scrivere senza nessun progetto preliminare, semplicemente mettendo le parole una dietro l'altra e vedere cosa spuntava fuori. Lasciando che le dita scorressero sulla tastiera senza nessun controllo razionale. 

Come sempre, possibilmente, é venuta fuori una cagata.Ma questo è.

Ieri, alla vigilia del mio compleanno, ho messo mano al romazo di Robert Musil,L'uomo senza qualità (Einaudi).

Mio padre lo lesse qualche mese prima di morire e, ogni tanto, me ne parlava, dicendomi che avrei dovuto leggerlo.Io, come sempre, lo ascoltavo irritato. Perché sentivo le sue parole come un'ingerenza rispetto al mio desidero di forgiarmi in modo autonomo rispetto ai suoi influssi.

Non lo ascoltavo, ma - in verità - lo ascoltavo, incamerando le cose che mi diceva e i suoi suggerimenti, consigli, riflessioni, in una camera segreta e riposta, come una sorta di carburante di riserva che, poi, in momenti diversi della mia vita, ho tirato fuori, usandolo come se fosse via. Quando mio padre me ne parlò, io rimasi stupefatto, perchè lo aveva fatto fuori quel romanzo in pochi giorni ed un'opera monumentale, oltre 1700 pagine fittamente scritte e suddivise in tre grossi e pesanti tomi.

Mi disse che a leggerlo ci sarebbe stato molto da imparare, ma non mi disse cosa.

Pur irritandomi con questi suoi piccoli e discreti input, perchè lo sentivo ad una distanza immensa da dove mi trovavo io costretto ad annaspare tra le mie incertezze, mio padre m sorprendeva, tuttavia, perchè sapeva sempre interpretare i miei desideri e fornirmi degli stimoli attraverso cose rispetto a lui "moderne" che tuttavia sapeva che mi sarebbero piaciute (ma come faceva? Per saperlo doveva conoscerle lui stesso: eppure sembrava che certe cose fossero soltanto per me, lui palesemente almeno si asteneva, come se volesse fornirmi l'opportunità di percorrere dei miei sentieri in modo autonomo).

Fu lui, ad esempio, a regalarmi il primo disco di Fabrizio De André, il poeta fragile, ma allo stesso "Faber", alcuni LP di Joan Baez (con cui mi fece conoscere il mondo dei folk singer USA di qualità) o anche di John Mayall and the Bluebreakers, con cui mi introdusse al mondo del Blues. 

Ho sentito che è giunto il momento di cimentarmi in questa impresa e ieri - ripeto, alla vigilia del mio compleanno - ho letto le prime pagine.

E vai, allora, con L'uomo senza qualità!
Tuttavia sotto quell'influenza e spinto anche dall'aver visto il film omonimo lessì un'opera i Musil. Si trattava di "I Turbamenti del Giovane Torless", un bildungsroman: ma a confronto dell'opera maggiore, un semplice bruscoletto. E, benché fosse piccolo, in quella lettura io mi persi, non nel senso positivo del termine. Insomma, ero ancora troppo acerbo per comprendere quei "turbamenti". E mi sentii inadeguato. 

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commenti

N
Condivido le tue riflessioni, da coetanea. Vorrei aggiungere che al tuo fianco, nel cammino, hai adesso un giovane, nuovo compagno appena venuto alla vita, che aspetta da te le stesse cose che tu<br /> hai ricevuto da tuo padre e da tua madre. Finchè ci sarà questo passaggio di consegne e conoscenze, non sarà tempo di "vecchiaia" . Auguri, Maux!
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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