La pioggia improvvisa della sera
s'è dissolta nella notte,
lasciando al mattino un'aria fresca e pulita
e il cielo a pecorelle con piccoli batuffoli
che si tingono di grigio-rosa
al levarsi del sole
La città dorme
la casa dorme
a parte qualche leggero scricchiolio di assestamento
e lo sgocciolio d'un rubinetto
ploc ploc ploc
plic plic plic
e la porta del bagno che cigola di continuo
creek creeeeek creek
quasi fossimo a bordo d'un veliero d'altri tempi
Le foglie del platano si sono ammalate
e si stanno arricciando tutte
Cadranno anticipatamente
quest'anno
e il corvo non farà in tempo
a rifarsi il nido tra le fronde
S'è insediato invece sul tetto di fronte
e lì procede ad una meticolosa pulizia del piumaggio
con il becco aguzzo
Sono un pellegrino
giunto alla fine di un ciclo delle stagioni,
pronto a ricominciarne un altro,
sempre in cammino
Il tempo porta con sé sottili cambiamenti,
quasi inapparenti, e si fa finta di non vederli
Poi, con gli anni,
la somma di tutte le derive
si fa evidente ed ineludibile
Ed è allora che pensi:
"Sto invecchiando"
Ma - a ben pensarci -
già cominci a diventare vecchio
sin da quando sei nato
Sin dalla nascita
giorno per giorno
cominciamo a morire
lungo una strada di declino
già tracciata
in cui i nostri denti e i nostri occhi
perdono giovinezza ed innocenza
e si fanno opachi, deboli e malaticci
Se curiamo il corpo e la mente
se cerchiamo di avere un corpo forte ed una mente salda
potremo resistere più a lungo
all'avanzata inesorabile dell'entropia
e combattere le armate della notte
che avanzano tumultuose,
guidate dai quattro cavalieri
dell'Apocalisse
A volte, mi sento incompleto se non scrivo qualcosa. Questa mattina (è il giorno in cui ricorre il mio 65° compleanno) mi sono svegliato e non riuscivo a svolgere nessuna delle consuete attività che al mattino, in un momento di quiete, svolgo al PC. Nulla destava la mia ttenzione: poi ho capito che dovevo scrivere senza nessun progetto preliminare, semplicemente mettendo le parole una dietro l'altra e vedere cosa spuntava fuori. Lasciando che le dita scorressero sulla tastiera senza nessun controllo razionale.Come sempre, possibilmente, é venuta fuori una cagata.Ma questo è.
Ieri, alla vigilia del mio compleanno, ho messo mano al romazo di Robert Musil,L'uomo senza qualità (Einaudi).
Mio padre lo lesse qualche mese prima di morire e, ogni tanto, me ne parlava, dicendomi che avrei dovuto leggerlo.Io, come sempre, lo ascoltavo irritato. Perché sentivo le sue parole come un'ingerenza rispetto al mio desidero di forgiarmi in modo autonomo rispetto ai suoi influssi.
Non lo ascoltavo, ma - in verità - lo ascoltavo, incamerando le cose che mi diceva e i suoi suggerimenti, consigli, riflessioni, in una camera segreta e riposta, come una sorta di carburante di riserva che, poi, in momenti diversi della mia vita, ho tirato fuori, usandolo come se fosse via. Quando mio padre me ne parlò, io rimasi stupefatto, perchè lo aveva fatto fuori quel romanzo in pochi giorni ed un'opera monumentale, oltre 1700 pagine fittamente scritte e suddivise in tre grossi e pesanti tomi.
Mi disse che a leggerlo ci sarebbe stato molto da imparare, ma non mi disse cosa.
Pur irritandomi con questi suoi piccoli e discreti input, perchè lo sentivo ad una distanza immensa da dove mi trovavo io costretto ad annaspare tra le mie incertezze, mio padre m sorprendeva, tuttavia, perchè sapeva sempre interpretare i miei desideri e fornirmi degli stimoli attraverso cose rispetto a lui "moderne" che tuttavia sapeva che mi sarebbero piaciute (ma come faceva? Per saperlo doveva conoscerle lui stesso: eppure sembrava che certe cose fossero soltanto per me, lui palesemente almeno si asteneva, come se volesse fornirmi l'opportunità di percorrere dei miei sentieri in modo autonomo).
Fu lui, ad esempio, a regalarmi il primo disco di Fabrizio De André, il poeta fragile, ma allo stesso "Faber", alcuni LP di Joan Baez (con cui mi fece conoscere il mondo dei folk singer USA di qualità) o anche di John Mayall and the Bluebreakers, con cui mi introdusse al mondo del Blues.
Ho sentito che è giunto il momento di cimentarmi in questa impresa e ieri - ripeto, alla vigilia del mio compleanno - ho letto le prime pagine.
E vai, allora, con L'uomo senza qualità!
Tuttavia sotto quell'influenza e spinto anche dall'aver visto il film omonimo lessì un'opera i Musil. Si trattava di "I Turbamenti del Giovane Torless", un bildungsroman: ma a confronto dell'opera maggiore, un semplice bruscoletto. E, benché fosse piccolo, in quella lettura io mi persi, non nel senso positivo del termine. Insomma, ero ancora troppo acerbo per comprendere quei "turbamenti". E mi sentii inadeguato.