(Maurizio Crispi) Si fa un tanto parlare dell'entrata in vigore della nuova legge nazionale che promette sanzioni pecuniaria di una certa entità a chi disperde rifiuti nell'ambiente, secondo un certo trend di tendenza che ha visto il varo di simili provvedimenti nei territori di singole amministrazioni comunali con lo strumento delle "ordinanze sindacali": e si tratta di quel tipo di rifiuti di piccolo calibro a cui di solito non si fa mai caso, cme incarti di merendine, tovagliolini di carta, ma soprattutto quel che resta delle gomme da masticare e e i mozziconi di sigaretta. In particolare, questi due ultimi di detriti entrano nella categoria dei rifiuti urbabi solidi che impiegano un medio tempo per essere distrutti naturalmente dagli agenti atmoserifici: si calcola da 2 a cinque anni.
E soprattutto le gomme da masticare provocano un danno non piccolo agli ambienti urbani dal momento che, più volte calpestate, finiscono con il trasformarsi in macchie scure che aderiscono profondamente alla materia (il più delle volte porosa) di cui sono fatti i marciapiedi.
Viene il governo e propone una legge in cui chi disperde questo tipo di rifiuti viene sanzionato.
Benvenuta la legge: in fondo non fa che quantificare il danno che il cittadino non responsabile arreca al proprio stesso ambiente, disperdendo questo tipo di rifiuti.
Ma, attenzione!
Le sanzioni da sole sono insufficienti e spesso sono avvertite - specie sotto i nostri Cieli - come un'odiosa limitazione delle libertà individuali e come un modo per mettere le mani nella tasca dei cittadini.
E, quindi, portano con sè, come corollario inevitabile l'incurante trasgressione, forse anche ad una forma di trasgressione trionfante contro uno Stato che prima promette sanzione per reprimere comportamenti scorretti, ma che poi è incapace di applicarle. Per non dire che servono a nascondere inampienze ed incapacità relative alla tutela del territorio a causa della dispersioni di inquinanti "maggiori" come l'amianto.
Cosa occorrebbe, invece? Semplice: una diffusa sensibilizzazione del cittadino, una sua crescita culturale, una incremento del senso di apppartenenza alla comunità, la sua responsabilizzazione nei confronti del bene comune, l'incremento dei comportamenti virtuosi atteraverso rinforzi positivi (é premiato chi si comporta da "buon" cittadino") e attraverso lo sviluppo del senso della vergogna attraverso la crescita di atteggiamenti sociali di rprovazioni nei confronti dei comportamenti scorretti e di attitudini rivelatrici di scarso senso civico.
Sì, le sanzioni, possono anche starci, ma rimanendo in sordina.
Anche nella civilissima UK - per la verità - sono previste sanzioni (e alquanto salate) per chi disperde mozziconi di sigaretta negli ambienti urbani, ma forse di cartelli che le promettono, quantificandole, ce ne sono in giro ben pochi, forse soltanto nelle aree maggiormente da turisti stranieri. Non ce n'è bisogno.
Semplicemente, i Britannici non hanno bisogno della sanzione per essere "costretti" a comportamenti civili: si comportano il più delle volte da cittadini "educati" (ed anche gli stranieri che si stabiliscono presto in UK imparano presto ad adeguarsi).
E, considerando il gran discutere - e soprattutto vacuo - che si ta facendo di questo argomento, c'è da ipotizzare che il tutto rimarrà lettera morta: un'ulteriore azione velleitaria da parte di uno Stato, c ome è il nostro, incapace di promuovere la crescita del senso civico nei suoi cittadini.