(Salvatore Crispi) A Palazzo delle Aquile, storica sede del Muncipio di Palermo, si è svolto il 28 giugno 2011 un convegno sulle tematiche dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità (Per un futuro ai disabili. Inserimento al lavoro e promozione della loro esperienza lavorativa), promosso tra gli altri dall'Associazione "Cantiere delle Idee".
A contorno del confronto di idee tra i partecipanti con il conforto degli importanti interventi di Gioacchino Lavanco (Università di Palermo) e di Maria Piccione, sono stati esposti al pubblico numerosi disegni e manufatti in ceramica e altri materiali, realizzati da persone con disabilità di cui si occupa l'Associazione "Cantiere delle Idee”, di cui è presidente Giusi Loredana Lonero (anche lei intervenuta con una sua breve relazione).
Paesaggi bucolici, con vivaci cromatismi, prati verdi, ambienti di vita, soggetti umani stilizzati raffiguranti nuclei familiari o gruppi di amici con i quali si è in sintonia o con i quali si vuole sviluppare un rapporto particolarmente affettuoso sono gli elementi che caratterizzano i lavori esposti in occasione di questo evento.
Certamente, gli oggetti esposti non raggiungono vette di eminenza artistica rimangono espressione di un artigianato in embrione sapientemente guidato, tanto più pregevole se si considera che gli artigiani sono soggetti disabili. Nè tanto meno è possibile riscontrare l'afflato della grande opera pittorica, ma cionondimeno si tratta di quadretti che parlano direttamente al cuore, con toni un po' naif e sostanzialmente genuini.
L'alestimento espositivo è stato un importante tassello del percorso di vita di questi soggetti disabili, di età diverse e portatori di patologie diverse, ede anche un riconoscimento dell'importanza dell'attività creativa che sono stati chiamati a svolgere.
Infatti, gli autori di queste opere sono portatori di disabilità psichiche (come, ad esempio, disturbi intellettivi e relazionali, oppure Sindrome di Down, Autismo) oppure sono affetti da malattie rare che, molto spesso, oltre a dismorfismi e a disabilità fisiche, includono anche quadri mutevoli e poliformi di disabilità psichiche.
Il valore delle opere esposte è dunque, proprio per questi motivi, incommensurabile rispetto ad altre che potrebbero essere partorite da una rassicurante "normalità", anche per il potenziale espressivo che veicolano e che rendono visivamente comprensibile.
La tensione alla "liberazione", per avvicinarsi ad una possibile "normalità", che queste persone esprimono nei loro manufatti (disegni e oggettistica varia) è l'esempio emblematico di come l'espressione pittorica e la manipolazione creativa di materiali diversi possa esaltare potenzialità espressive e di vita, che spesso proprio a causa della disabilità e del dover vivere in ambienti relazionali non facilitanti rimangono mortificate ed in ombra (o comunque non ricevono alcuno stimolo efficace ad un loro sviluppo) o non vengono recepite a causa di diversa allocazione dei portatori di disabilità in un differente ritmo spazio-temporale che è certamente diverso e non sovrapponibile - purtroppo - rispetto a quello in cui vivono immersi i cosiddetti "normodotati".
In ogni caso, le produzioni "artistiche" di questi soggetti con disabilità gravi e complesse che toccano la sfera psico-motoria ed espressiva-relazionale hanno il valore profondo di strumento di comunicazione e di apertura verso il mondo nella sua globalità, con l'arricchimento di messaggi subconsci (ed interpretabili) come del resto sono le manifestazioni creative (disegni e quant'altro) prodotte dalla fascia della popolazione infantile cosiddetta "normodotata".
Quando ci si muove nell'area complessa delle disabilità, anche per questi motivi, assume un particolare valore la possibilità che i soggetti riconducibili a questo "campo" abbiano piene opportunità di usufruire del patrimonio artistico, culturale e monumentale di cui è ricca la città o il contesto in cui vivono.
Facilitare l'accesso ai disabili a tutti i luoghi in cui vi siano espressioni del patrimonio artistico e culturale del loro contesto significa contribuire alla crescita della loro sensibilità: è di conseguenza importante che tutti i siti museali e culturali vengano attrezzati con percorsi "agevolati", eliminando per quanto è possibile le cosiddette barriere architettoniche, ma soprattutto le barriere sociali e culturali che scaturiscono dal fatto che si tende a considerare il disabile una persona diversa eventualmente da "integrare", lasciando immutati vertici di osservazione e modi di operare: di fatto impendendo al disabile di essere "normalizzato", di essere incluso in altri termini nel tessuto relazionale e sociale in quanto persona "normale" con capacità diverse e diverse modalità espressive.
Le condizioni di vita di ogni soggetto con disabilità, più o meno grave, più o meno difficile, sono certamente esaltate dalla possibilità di potere usufruire di momenti di svago o di rilassatezza, che possono scaturire o dall'avere agio di partecipare ad attività creative in cui il giudizio su ciò che viene prodotto non è appannato dagli "occhialacci" di legno della "normalità" oppure dalla possibilità di confrontarsi con le manifestazioni artistiche da altri espresse nel corso della storia (nelle opere d'arte e in quelle architettonico-monumentali).
Infatti, la persona disabile, attraverso l'esposizione ai valori della cultura e dell'arte, il disabile può affrontare meglio le difficili condizioni in cui si trova e può guardare con occhio più distaccato, ma sempre vigile e attento, le vicende sanitarie e scolastiche che , a volte, ben più del loro handicap (fisico o psichico che sia) portano, assieme ai loro familiari ad un'emarginazione e a modalità di vita di scarsa qualità.
Salvatore Crispi, Responsabile del Coordinamento H Onlus