Nel settembre 1990, partecipai alla 1^ serie delle "Giornate psichiatriche lampedusane".
Era l'anno in cui era stato commercializzato in Italia il Prozac e le giornate lampedusane di psichiatria avevano un taglio sostanzialmente "promozionale" del nuovo farmaco, per quanto con il corredo di autorevoli interventi scientifici.
La ditta che produceva e distribuiva il Prozac si assunse integralmente l'onere della organizzazione.
Tutti gli psichiatri al top (universitari ed ospedalieri/USL) vennero ovviamente patrocinati. Era anche il momento in cui il terriorio apriva alla psichiatria e andavano a regime i servizxi psichiatrici ospedalieri per le cure psichiatriche urgenti: un'occasione di connubio forte ed indiscutibile (almeno per Palermo e Catania) tra Psichiatria cattedratica e polo ospedialiero, le cui potenzialità erano state fiutate dalla Major farmaceutiche.
Noi poveri peones no, invece: pur avendo garantita la partecipazione gratuita al consesso (senza l'onere del pagamento della quota partecipativa), per il resto - viaggio e spese di soggiorno - dovemmo far fronte alle spese di tasca nostra.
In ogni caso, avemmo sicuramente la bella opportunità di passare un'intera settimana a Lampedusa, usufruendo di alcuni giorni di Congedo straordinario per aggiornamento.
Tra l'altro, le giornate di studio erano organizzate apposta per favorire un clima vacanziero: i lavori plenari cominciavano invariabilmente alle 17.00 e di mattina, soltanto una brevissima session plenaria, con veloci interventi e poi tutti in relatori in barca o in spiaggia.
Per noi peones c'era tutto il tempo per stare al mare durante il giorno.
Sole e mare: al pomeriggio la lucidità non era certo al massimo e i sonnellini in corso di relazioni erano frequenti.
Erano anche grandiosi, ricchi e munifici, i buffet per un sano break a metà circa dei lavori.
In quell'occasione, tra l'altro, andai sull'isola per nave, portando con me auto e canoa.
Era anche l'anno in cui io stavo per raggiungere il mio apice podistico, dopo l'esordio con la mia prima maratona a NY.
Mi alzavo di mattina molto presto e mi allenavo: prima, quando ancora faceva fresco, corsa, poi uscita in canoa per un'ora-un'ora e mezzo e quindi nuoto.
Un vero scialo...
Una settimana di cui ho un bel ricordo: conobbi tantissime colleghi di fuori e, da Palermo, c'erano il mio collega Mario Maggio e Gerlando Brucculuri che avevamo uscito da pochissimo e che stava tentando di passare dalla pratica dell'Ematologia a quella della Psichiatria... C'erano anche tantissimi psicologi da palermo, poiché quello era stato l'anno in cui le USL di Palermo ne avevano assunti tantissimi, sbloccando dei concorsi fermi da tempo.