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Ho sognato
Ed ecco che, a distanza di tempo,
mi accingo a scriverne,
del sogno
Ma ecco che ci sono interferenze
e molte conferenze
Cerco di arginare il flusso delle parole e delle emozioni
fuori controllo
Aspetta, aspetta!
Sono in funzione dettatura
Ho detto “Dettatura”
[Potevi scrivere, prima, mannaggia!]
No, non potevo farlo prima nottetempo,
perché il telefono s'era scaricato
Non ho potuto farlo di notte
E come tu sai
c’è sempre tempo di notte
Nelle cose c’è sempre un qualcosa
Blatero, sì, blatero!
Ora non ricordo più
Pezzi essenziali del mio sogno si son dileguati
Non posso più scrivere
Perdo memoria
la mia mente si disintegra
va a pezzi
si dilacera in brani
di smorto ed inutile tessuto cerebrale
L'arazzo si frammenta
Brontolii incessanti
Brusio della lingua
C’est pas possible!
Azzeriamo tutto, allora, e ripartiamo!
Forse questa è la volta giusta!
Il sogno tratta di una faccenda condominiale
[Ma ecco che c'è una nuova interferenza
che mi porta a riportare le considerazioni
d'una diva del porno
espresse pubblicamente alcuni anni fa]
Un pompino non si nega mai a nessuno, disse costei
É come invitare una persona
a bere un caffè
E un caffè non si rifiuta a nessuno!
E lo diceva Valentina Nappi
(in un’intervista nientemeno pubblicata su Micromega
all'interno di un servizio contenente
una riflessione a molte voci
sul porno nell'attualità e nella contemporaneità,
ormai sdoganato nel pubblico pensiero
e nella riflessione degli intellettuali)
[Andiamo, orsù, che ti offro un pompino!]
Ma torniamo al sogno
[finalmente! Non vedo l'ora!
L'ora delle grandi decisioni è giunta!]
Qui si deve parlare di sogni e non di altro!
C’é un qualcosa di ominoso che deve accadere
ed è il taglio d’un albero possente
Perché ciò doveva essere fatto?
Mistero!
Si attivava un movimento d’opinione
tra i condomini
e nasceva un comitato d’azione e di protesta
per la protezione e la salvaguardia dell'Entalbero
Cambio di scenario
Sono adesso in un appartamento (il mio, forse?)
Stiamo sistemando qualcosa
C’è il lettino di terapia di Ale
(Hare Krishna, Krishna Hare)
e altre stanze dove dovremmo dormire,
arredate di tutto punzo [whoops, "punto"!]
Poi andiamo via per qualche ragione
che mi è ignota,
seppur prima nota,
ma ho dimenticato
Quando ritorniamo
l’appartamento è stato occupato da altri
Cerco di spiegare che sono io
il nuovo proprietario
ma quelli non sentono ragioni
Esco su di una specie di slitta
servo-trainata da cavalli meccanici
Andiamo verso il centro città
dove sono in corso
festeggiamenti carnevaleschi
Sfilate
Carri allegorici
Travestimenti grotteschi
Esseri mostruosi
Converso con uno
che è il capofamiglia
del nucleo familiare
che s’e appena insediato a casa
Cerco di convincerlo del fatto
che io sono il nuovo abitante
Quello cambia di continuo discorso
Glissa
Evita il confronto
Distoglie lo sguardo
Scendo dal carro stizzito e proseguo a piedi
Ci sono esseri giganteschi
simili a draghi
che intuisco soltanto
poiché entrano soltanto di striscio
al margine del mio campo visivo periferico
Se li vedessi nella loro interezza,
se focalizzarci lo sguardo su di essi
e sui loro orripilanti dettagli anatomici
morirei di paura, lo so
Poi mi ricordo
Sto soltanto sognando
Io ce l’ho la casa!
Non c’è nessuno che
mi minaccia
e vuole subentrare a me
Nessun occupante abusivo!
E così mi sveglio
e per questa volta ce l'ho fatta!
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