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Stranamente, mi ritrovo a partecipare ad un torneo di scherma (se di fioretto, spada o sciabola non so) che però si svolge all’interno di un campo di atletica
Era di lunedì; ed io ero andato allo stadio di atletica, così per allenarmi, ma ero venuto a scoprire che avvenivano le selezioni per il torneo di scherma in senso stretto che si sarebbe svolto nei due giorni successivi di mercoledì e venerdì
Non ero preparato dunque (mai schermato in vita mia, se non per gioco), però facevo del mio meglio
Alla fine, raccoglievo tutte le mie cose che infilavo in una sacca molto pesante con la tracolla, salivo in auto e me ne andavo
Si trattava della mia vecchia auto, indubbiamente, la mitica Toyota RV4 che ormai ha superato i vent’anni di età, un po' decrepita, come una vecchia signora, però ancora funzionante
A bordo con me c’era la mia vecchia amica M****
Conversavamo piacevolmente come due persone che si sono ritrovate dopo un lungo periodo di tempo
Ero salito in auto distrattamente e, senza troppo pensarci, mi ero seduto al posto passeggero
La mia amica, invece, s'era accomodata al posto di guida, ma la cosa curiosa era che nell'abitacolo dell'auto non vi fossero comandi niente volante, niente pedali, niente di niente
Rimanevo basito, ovviamente , perché all’inizio avevo pensato che fosse la mia amica a guidare l’auto e che io le avessi lasciato prendere il posto di guida, tanto ero infervorato nella conversazione, quando in realtà era l’auto che si guidava da sola: un'autentica meraviglia della tecnologia dalla quale comunque al giorno d’oggi non siamo più molto lontani!
Ma comunque, la cosa stupefacente era che conversavamo del più del meno come se fossimo seduti in salotto di casa, mentre l'auto andava (come guidata da mani e da una volontà invisibile, capace di intuire i miei desideri e le mie istruzioni)
Saremmo dovuti uscire dal parco dentro cui mi ero infilato con l’auto al momento di arrivare per la gara di scherma, ma tutto era complicato dal fatto che vi fossero centinaia e centinaia di persone molte delle quali impegnate in gare podistiche che si svolgevano in modo multicentrico, con la consueta animazione da baraccone propria di questa tipologia di gare, con corridori “amatori” che cercavano di prevalere l’uno sull’altro con la bava alla bocca, maglie colorate, canotte, numeri di pettorale personalizzati e rutilanti, archi gonfiabili e tutto il consueto armamentario, imbonitori con altoparlante, cronisti, urlatori solitari
E i vincitori si davano a manifestazioni di pazza gioia, esibendosi in quelle scivolate di ginocchio che fanno i calciatori sul prato liscio e rasato di fresco, ma con raccapriccio mi accorgevo che si davano a queste prodezze sul terreno ghiaioso e, quindi, mi ritrovavo ad immaginare quale potesse essere lo stato delle loro ginocchia dopo una simile esuberante esibizione
Ovviamente in questo carrozzone delle gare podistiche, vedevo molti volti hanno conosciuti del tempo in cui correvo
Sembravano tutti, a dir poco, degli esaltati
Con molta fatica, nella mia auto senza guidatore, che correva come un cocchio trainato da invisibili destrieri, trovavamo la via di uscita passando al di sotto d'un arco antico
Prima eravamo passati da una serie di spazi in cui il Real Parco della Favorita era totalmente stravolto, poiché dovunque erano stati collocati delle aree attrezzate per il gioco (o il passatempo) di bambini e adolescenti, con grandi strutture policrome, tutta roba di plastica e legno, che simulavano castelli e galeoni, con alberature e pennoni su cui inerpicarsi e corde pendenti come liane, da utilizzare anche come palestra o per azioni di parkour
Ero stupefatto di questa trasformazione che aveva subito il Parco, con una significativa erosione dei terreni dedicati alle coltivazioni, oppure lasciati alla crescita boschiva libera e selvaggia
Eppure ero contento
L’atmosfera era libera e ariosa
C’erano nell’aria promesse di cambiamento e di festa
Io, come al solito, ero lì ad osservare
Dissolvenza
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