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Anche stavolta
del sogno di questa notte,
quello prima del mio risveglio
irrevocabile, alle 04.15,
mi sfugge tutto
Invano ho cercato di ricordare,
anche un singolo dettaglio,
un minuscolo frammento,
un elemento-chiave
che mi consentissero di costruire
una narrazione
Malgrado i miei sforzi, niente!
O forse niente,
proprio a causa dei miei sforzi!
Fuori il vento ulula forte
(o sono soltanto io che lo immagino?)
Una seconda luna brillante
splende nel cielo, ammiccante,
promettendo avventure notturne,
meravigliose,
e quasi oscura con la sua presenza,
con il suo ingombrante esserci,
quella di sempre,
pallida e smunta
(…)
Il sonno deve avermi ghermito,
a mia insaputa,
e ho dormito
Mi sono svegliato dopo un po’,
piccato
per non aver sognato
Ed invece, no!
Mi sono reso conto
che ero stato condotto
nel reame del sogno,
in quel mio luogo preferito
fatto di infiniti luoghi,
di multiversi e di molti volti
Ero ad un convegno di psichiatria
Si discuteva e si conversava
nell’intervallo tra le dotte relazioni
Una dei temi di queste chiacchiere informali e casuali
era la possibile gheità di alcuni
e sui modi in cui tale orientamento
potesse in armonia convivere
con le proprie pratiche
Erano discorsi di caffé
ed io, sentendo l’esigenza
di ravvivarmi con un caffettuccio,
mi preparavo una caffettiera Moka
da una tazza
e la mettevo a bollire
su di un fornelletto elettrico
che avevo con me
(parte della mia attrezzatura base
di giovane marmotta)
che collegavo ad una presa di corrente
a portata di mano
Fatto ciò, partiva a palla
un condizionatore d’aria,
regolato a 21 gradi
che prendeva a far piovere
aria ghiacciata e falde di nevischio
sulla testa dei partecipanti
Alcuni per porre rimedio
all’improvvisa ondata polare
indossavano buffi berretti
forniti di ponpon,
altri delle berrette di lana
tipo scazzettelle multicolori,
oppure dei berrettucci marinareschi
alla maniera di Popeye,
alcuni ancora dei cappelloni rigidi
a tesa larga,
appena usciti dalle abili mani
d’un cappellaio matto
Altri tiravano fuori
imponenti soprabiti di pelliccia di castoro
e ci si paludavano dentro,
come vichinghi freddolosi
Altri - era evidente che fossero dei mutaforma -
assumevano le sembianze di orsi polari
Io mi scusavo con tutti
per l’incomodo,
assicurando che sarebbe stato
solo per poco
Giusto il tempo di farmi un caffé!
Il convegno andava avanti,
nel frattempo
The Show Must Go On…
(Dissolvenza)
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