Un sogno complesso
Non avendolo trascritto subito
ne ricordo solo pochi dettagli
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Sono da qualche parte
(nei sogni si è sempre da qualche parte!)
Forse devo partecipare ad un evento sportivo di corsa
Vado in giro,
cercando altri compagni della mia squadra
Ma sul momento non ne trovo nessuno
e mi sento piuttosto isolato
Per poter correre mi manca tutto,
inclusa la maglia di società
e financo il pettorale
Mi aggiro, a lungo, senza nulla trovare
Poi vedo un chiosco
simile ad un’edicola del giornalaio
e capisco che quella è la sede
della mia società sportiva
Non so come,
riesco ad introdurmi al suo interno
E comincio a rovistare,
aprendo cassetti e stipetti
che rivelano spazi vuoti
Non c’è niente che possa servirmi
Mentre m’accingo ad uscire,
ecco che arriva qualcuno
È uno della società sportiva,
Il suo tesoriere, per la precisione
È un po’ risentito che io mi sia introdotto
all’interno del piccolo chiosco
Quando cerco di giustificarmi
le mie scuse vengono accolte,
ma vale il principio secondo cui
“Excusatio non petita,
accusatio manifesta”
Poi da una capiente borsona
quel tesorier che già mi sta sui maroni
tira fuori la maglia che mi spetta,
e lo fa con il gesto teatrale e consumato
d’un abile prestidigitatore
Fa anche comparire,
come d’incanto,
il numero di pettorale,
oltre a tutto ciò che mi occorre
per partecipare alla corsa
Ma lo fa di mala grazia
Ok! Okay! Okey! Okinawa!
Di poi, in robusta e vociante compagnia
mi ritrovo in un altro posto
(nella grammatica del sogno
dovrebbe esserci sempre
un riparo,
un luogo
o un non luogo
oppure un metaluogo)
forse é un piccolo ristorante,
una trattorietta alla buona
di quelle con aspetto rustico
e le tovaglie a quadri
e qui ci accingiamo
a consumare un piccolo fiero pasto
Io spiego agli altri
che da tanti anni ormai
non ho partecipato a gare di corsa
Aggiungo che oggi
voglio tornare a cimentarmi
Certo, la mia è adesso una corsa lenta,
(anche in passato lo era, lenta,
ma di meno),
da tapascione, come suol dirsi
ma i miei cinque chilometri di seguito
riesco a farli
Poi, l’importante è partecipare
come disse Seneca
No, ho sbagliato,
non fu quel pazzo di Seneca a dirlo
Lo disse Bert
No, no! Che dici?
No, no, no! Fu Hubert!
Vabbè! Mi manca la parola
Cupertino?
Ma noooooo!
De Cubertino?
Fuochino, fuochino, fuocherello
Grandicello, piccolo monello!
Nel sogno succedevano
anche tante altre cose
ma di queste
non ricordo più una mazza
(Dissolvenza d’un sogno abortito)
(Abortion)
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