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La spiaggia di Mondello!
Da quanto tempo non la vedevo!
Da quanto non la calpestavo,
sentendo sotto i piedi la morbida freschezza della sabbia silicea
non più arroventata dal sole!
C'è uno stretto passaggio
tra la concessione del Lauria
e quella di pertinenza di quelle che un tempo
si chiamavano le capanne militari
Uno spazio largo al massimo cinque metri
e profondo quanto la spiaggia
(che in quel punto forma una striscia piuttosto ristretta),
tante persone lungo le due pareti
(di rustica tela di iuta, sorrette da intelaiature di legno
che lo delimitano)
alla ricerca di ombra e di riposo
Rumori, grida
musica sciamannata a tutto volume
latina e neo-melodica
un obbrobrio,
ma a qualcuno ci piace così
La battigia poi è superaffollata,
malgrado l'ora avanzata del pomeriggio
A stento ci si cammina
destreggiandosi per non calpestare teli da mare
e non inciampare nei corpi distesi e seduti
Corpi sformati
Corpi di panzoni
Corpi di veneri preistoriche
Brava gente, pur molesta, nel suo empito di vitalità omologato
Bambini vocianti
molti di loro portatori di un'incipiente obesità
(ciò nondimeno vitali)
Il fondale è basso
Poco più in là
si forma una secca dove la profondità è di pochi centimetri soltanto
Si può stare a sguazzare,
a meno di non spingersi al largo,
dove inizia la fila di boe
segnalanti il limite per le imbarcazioni a motore
L'acqua è brodosa,
ma apparentemente limpida e senza impurità
(dicono che per adesso i liquami inquinano
le acque di Barcarello)
Più in là il moletto del Lauria
con le sue due elevazioni
e i tuffatori inesperti che provano a lanciarsi
dalla parte più alta
(tentando la sorte) e, a me,
fanno (hanno fatto) sempre accapponare la pelle
perché con gli occhi della mente
li vedo sempre sbagliare traiettoria
e spezzarsi le gambe sul livello più basso
(ma che io sappia non è mai successo)
Nel mentre il sole spande i suoi ultimi raggi arroventati
per poi scomparire dietro le basse propaggini di Pizzo Sella,
nella strettoia tra i monti che si apre verso Ferracavallo
e la superficie del mare pressoché immota
assume rapidamente delle sfumature violacee,
color del vino
Illuminato da dietro e reso più evidente dal contrasto
compare per incanto il profilo d'un gigante addormentato
di cui si intravede la testa poggiata su di un guanciale,
il profilo del naso possente
e di cui si possono immaginare grandi mani
placidamente addormentate su di un grosso addome globoso
che compie movimenti di oscillazione in su e in giù
con il respiro
che si può quasi percepire,
guardando con il terzo occhio
Forse un giorno il gigante, disturbato da tanto clamore
attorno a lui,
si sveglierà e s'alzerà indignato
Allontanerà da sé con un calcio la ruota panoramica
(the Mondello's Eye)
che rotolerà via tutta rutilante
di luci colorate lampeggianti
e calpesterà tutto e tutti in un empito di rabbia
e, forse, solo allora tornerà la pace
in un luogo un tempo magico
e la cui magia per quanto insultata e mortificata
continua a percepirsi come tenue vestigia in filigrana
Foto di Maurizio Crispi
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