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Guido un'auto in affitto
presa per un lungo tour
Dopo centinaia di chilometri,
sta per finire la benzina
Sono all’estremo limite,
con le ultime gocce da spremere
L’auto scassata e ansimante
va comunque
Poi ci fermiamo e, grazie tante,
c’è una stazione di servizio
Gabriel mi aiuta a inserire i soldi nella slot
Ci sono molte piccole difficoltà
per mettere qualche litro appena
nel serbatoio prosciugato
Prima, la banconota non è riconosciuta
Poi, viene mangiata dalla macchina ed è persa
E infine, voilà, con una seconda banconota,
siamo più fortunati
Ecco che spilliamo una piccola quantità di carburante,
quanto basta per tirare avanti
Poi parlo al telefono con il gestore
delle auto in affitto
Devo ancora portare il mio veicolo spossato, per la consegna
La mia destinazione è lì, a meno di cinquecento metri
Giro la chiave nello starter
Il motore, scoppiettando, si mette in moto
E vado, lasciandomi dietro
nuvole di gas di scarico e polvere
Quando arrivo dove mi è stato indicato
non c’è nulla, nemmeno un’insegna,
solo una strada vuota, desolata
Chiamo il gestore
Almeno lui risponde
Mi dice, perentorio: Non preoccuparti
Lasciala lì, con la chiave nel parasole.
Vattene!
Qualcuno verrà a prenderla!
Mi incammino, obbediente
Ho ai piedi delle scarpette da corsa,
di foggia strana
Mi metto a correre,
per attraversare un grande parco naturale,
forse un'oasi protetta
Le gambe girano che è un piacere
Mille ostacoli si frappongono
alla fluidità della corsa
E sono alberi antichi, mi sembrano ginepri,
bassi e contorti,
d'un legno denso e duro,
cresciuti fitti proprio sul sentiero
Mi devo piegare o strisciare,
a volte, per superarli
E poi ci sono delle vasche piene d’acqua
su cui galleggiano le ninfee
e altre specie vegetali
Uno di questi bacini è tanto grande
che non v’è altra alternativa,
se non guadarlo
La via più diretta, insomma
Mi immergo sino a mezza gamba
e vado
Un filo duro, metallico,
mi afferra il piede
Inciampo e vado nell’acqua
Splash!
Mi dibatto, liberandomi dal cappio,
Splash!
Mi rialzo, zuppo, grondante,
ma sono dall’altra parte,
e riprendo il mio andare
Ora il percorso é più semplice,
tutto lastricato di pietre
e adornato di magnifiche statue classicheggianti,
con ampie ondulazioni
Sento dietro di me
le voci di altri corridori
che avanzano,
senza raggiungermi mai, tuttavia
Il solo suono di queste voci,
echeggianti nella mia testa
come un'ipnotica nenia orientale,
basta ad infastidirmi
Cerco di accelerare l’andatura
per non essere raggiunto,
anzi per prendere le distanze,
ma invano
Quel chiacchiericcio mi perseguita
Mi chiedo quando riuscirò mai
a raggiungere Gabriel
che ho lasciato da solo alla stazione di servizio
Nel cielo sopra di me
quattro poiane ascendono
in ampi cerchi verso l’alto,
imperturbabili,
maestose
Mi sembra di riconoscerle
e con il loro volo spiraliforme
mi indicano la via di casa
Il vento comincia a levarsi,
annunciando tempesta
(E qui vado in dissolvenza)
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