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18 agosto 2022 4 18 /08 /agosto /2022 07:53
Fernando Aramburu, Vita di un pidocchio chiamato Mattia, Salani, 2008

Fernando Aramburu è uno scrittore spagnuolo molto noto, forse uno dei più celebrati scrittori contemporanei in lingua spaguola, autore di molti romanzi, tra cui Patria
Pochi conosceranno forse di Aramburu un piccolo volume che contiene la storia di un redivivo Candido in forma di pidocchio: si tratta di Vita di un pidocchio chiamato Mattia (Vita de un piojo llamado Matia, nella traduzione di Elena Rolla, Salani Editore, 2008).
Qui, in questo breve libro, splendidamente illustrato da Raùl Arias, è contenuta la lunga breve vita di un pidocchio che si autonomina "Mattia", poiché Mattia è il nome del macchinista ferroviario sulla cui testa si schiude la sua lendine.
Mattia è un decisamente un personaggio degno di Voltaire - un Candido redivivo in forma di pidocchio - che passa indenne attraverso catastrofi e cataclismi per arrivare alla fine della sua vita nel folto giardino tranquillo della pellaccia di un cane, nei cui meandri si ritira a trascorrere la sua vita da pensionato.
Un pensionato che però ha tanto da raccontare.
Anche il mondo dei pidocchi sa essere terribile e può essere teatro di sopraffazioni e di tirannidi, ma anche di meravigliose avventure, scoperte ed esplorazioni. Ma, di capello in capello e di testa in testa, per quanto perigliose siano le sue vicissitudini, Mattia riesce sempre a sopravvivere.
E' notevole il cambio di prospettiva. poter capire come tutto cambia se le nostre dimensioni dovessero diventare a pochi millimetri soltanto: e, in questo senso, la bella favola di Mattia, mi ha fatto pensare alla storia perturbante (per me, quando la lessi) di Richard Matheson, Tre millimetri al giorno, che è la storia di un uomo che per ragioni misteriose comincia a perdere ogni giorno tre millimetri della sua storia (e il suo corpo si restringe di conseguenza), sino ad entrare nel piccolissimo e poi nell'infinitamente piccolo.
La vita del pidocchio Mattia è tutta contenuta in un libro breve, suddiviso in capitoletti di poche pagine, particolarmente adatto ad essere ad alta voce, in compagnia. E, se chi legge è bravo ad introdurre la necessaria drammatizzazione, il godimento è assicurato.
Non è un caso che l'epigrafe che introduce il testo sia una dedica che recita: "Dedico questa storia alle persone care su cui vivo", come a dire che Aramburu identificandosi con un pidocchio, come quello della storia voglia dire: in fondo noi uomini siamo tutti un po' pidocchi e, tra essi, ci sono quelli - come mattia - che sono capaci di raccontare una loro storia.

 

(Soglie del testo) Una storia per giovani dagli 8 agli 88 anni
Mattia nasce sulla testa di un capotreno, ma non vi rimane a lungo… di testa in testa, tra forfora, altri pidocchi bulletti, cappelli e armadi, tutta la vita di Mattia, dalla nascita fino alla tranquilla pensione su un cane
«Che schifo, c'è un pidocchio sulla mia testa!» Quante volte avremo detto o sentito questa frase? Ma allora perché un pidocchio non potrebbe dire: «Che schifo! C'è un uomo sotto i miei piedi»? E Mattia, nato sulla testa di un macchinista che (per fortuna!) si lava poco, deve fare i conti con tutti i pericoli che il luogo comporta: dagli spaventosi denti del pettine alle bollenti vampate di phon, dai lavori forzati nelle cave di forfora al rapporto con gli altri zampettanti coinquilini. Fino a che non decide di tentare la fuga… Una scoppiettante metafora della vita e dalla convivenza civile, vista con gli occhi di un piccolo pidocchio generoso che non si scoraggia davanti alle difficoltà. E ora, vi state grattando la testa?


«Fernando Aramburu è la punta di diamante degli autori spagnoli contemporanei» Expansión

 

L'Autore. Fernando Aramburu, nato a San Sebastián nel 1959, ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza e negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal 2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi alla scrittura e alle collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti, che sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Patria (Guanda, 2017), uscito in Spagna nel settembre 2016, ha avuto un successo eccezionale e un vastissimo consenso, conquistando – fra gli altri – il Premio de la Crítica 2017. In Italia ha pubblicato Vita di un pidocchio chiamato Mattia (Salani, 2008), I pesci dell'amarezza (La Nuova Frontiera, 2007), Il trombettista dell'utopia (La Nuova Frontiera, 2005), Anni lenti (Guanda, 2018), Mariluz e le sue strane avventure (Guanda, 2019) e I rondoni (Guanda, 2021).

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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