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23 settembre 2021 4 23 /09 /settembre /2021 12:13
A cosy corner

Durante una mia passeggiata, mi sono imbattuto nei pressi della Fiera del Mediterraneo a Palermo in una vera e propria stanza a cielo aperto, espressione del sempre più diffuso fenomeno delle persone senza fissa dimora, o come si dice in inglese homeless.
Già in un precedente mio articolo ho commentato sullo strano caso dell'Homeless organizzato

In quessto caso, l'invisibile abitante era riuscito ad allestire utilizzando un angolo delimitato da due pareti un angolo confortevole, con un vero e proprio letto, con lenzuola e coperte.
L'asptto esteriore di questa "casa" mi ha colpito immediatamente e ho voluto fare uno scatto. In Inglese, questo luogo lo si descriverebbe come un "cosy corner", ovvero un angolino confortevole.

Osservando la disposizione degli arredi, la cura con cui sono sistemate le coperte e i cuscini (che trascendono dalla dimensione di un semplice giaciglio improvvisato), ci si dimentica che tutto questo è allestito all'aperto e che non vi sia un vero e proprio tetto, se non una tettoia che ripara solo parzialmente dai rigori climatici. C'era anche un piccolo tavolo ai piedi del letto e una sedia ordinatamente disposta sotto di essa.
Tutto lasciato in ordine, come nel caso di qualcuno che esce dal mattino da casa per sbrigare le sue faccende e ha il puntiglio di lasciare tutto in oridine, in modo tale che al proprio ritorno troverà una simile nettezza (e semplicità) domestica ad accoglierlo.
Si è portati a pensare piuttosto che si sia di fronte ad un confortevole ambiente domestico: una casa, in cui tutto è lasciato al suo posto, nel dovuto ordine, come se vi fossero porte e mura difenderla da possibili intrusioni.
Io stesso nello scattare la foto mi sono sentito a disagio, come se stessi invadendo con il mio sguardo e con l'occhi della macchina fotografica uno spazio privato.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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