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26 giugno 2021 6 26 /06 /giugno /2021 06:56
Agriturismo Villa Dafne (Alia) - foto di Maurizio Crispi

La Sicilia dell'interno, specie se si abbandona l'autostrada, possiede tuttora un aspetto primordiale.
Si possono vedere campi dove ancora si succedono i lavori secondo un preciso calendario,  i campi di fieno tagliato eleballe fgià pronte per la conservazione nei fienili, e quelli di stoppie, quelli che già vengono dissodati, in preparazione della semina per il frumento del prossimo anno,e gli uliveti e le vigne. Ed altri alberi da frutta, in piccoli appezzamenti ben temuti.
E poi qua e là pecore che nella calura del meriggio, dopo aver pascolato fanno la ruota per proteggersi dal caldo (un comportamento di gregge protettivo, che tanto ci potrebbe insegnare) e ci sono mucche che ruminano placide.
Su tutto domina il silenzio, scarsissima la presenza umana, anche il passaggio di auto è limitatissimo: sembra di stare in un pianeta diverso.
E ci sono le cittadine arroccate nei punti più elevati, spesso dello stesso colore della roccia o della terra: hanno un aspetto antico, come mille anni fa, o come le città e i paesi dell'entroterra siculo descritti da Vittorini.
Dovunque, al limitare della provincia di Palermo e quella di Agrigento, si intravede la massa imponente di Rocca Palumba, con i suoi maestosi 1900 metri di altitudine e la sua apparenza sfaccettata, cosicché assume un aspetto diverso a seconda del lato da cui la si guardi.
Cammini e, all'improvviso, intravedi questo gigante maestoso che appare nitido sullo sfondo del cielo azzurro, oppure che si erge come fantasma nella caligine del giorno estivo che volge al tramonto.
E ti chiedi, se non sai: "Cosa sarà mai questa montagna imponente?"  
E' perturbante. poichè a volte in questo suo apparire improvviso ha la stessa sostanza del sogno. E qualcuno potrà risponderti: "E' Rocca Busambra!".
Se invece sai già, riconosci che è una presenza amica che ti appare però ogni volta metamorfica, ma sempre con le sembianze di un gigante.  
Sì, ogni tanto si incontra un rudere, ma potrebbe essere di ora come anche di cento o di duecento anni fa. Non è indicativo dell'abbandono o della malora imminente. Epperò, come segno dell'abbandono da parte dell'uomo (in questo caso da parte dello Stato) si possono incontrare caselli ferroviari ormai caduti in disuso  da tempo e in rovina, oppure case cantoniere altrettanto in rovina. Per questo motivo, si rimane quasi sorpresi quando ci si imbatte in un passaggio a livello chiuso e, dopo un'attesa di qualche minuto, si vedi passare un treno  sferragliante, composto però di due soli vagoni, che sembra venire dal nulla ed andare verso il nulla.
In questi luoghi il tempo non è andato avanti, piuttosto sembra essere rimasto fermo, fissato ad un ritmo antico che l'era digitale non è riuscito a scalfire, per nulla.
Una bella differenza con le campagne della linea costiera del Palermitano che languono il più volte in uno stato di abbandono, poco curate dai proprietari, perché ormai i costi della mano d'opera sono proibitivi e gli agrumeti non sono più redditizi, quando molti fecero la follia di convertire gli uliveti, cancellando piante secolari.

 

26 giugno 2021

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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