Aggiornamenti abbandonati...
Ed eccomi a fare un salto a ben due terzi di aprile, passata la Pasqua e la Pasquetta, blindati.
Me ne sono stato in campagna senza muovermi per niente.
Non so perché non ho scritto nulla, benché ci fossero numerose cose da dire e diversi spunti.
Forse perché, dopo un po', quella che sembrava una situazione eccezionale é diventata vita quotidiana e ordinaria.
Ci si adatta, insomma e finita la straordinarietà ci si appiattisce come le sogliole sul fondo sabbioso.
E ci parlano adesso della fase due, ipotetica e nebulosa. Tutti scalpitano e vorrebbero già essere nella fase quattro e cinque ancora non configurate.
Teorie complottiste continuano ad agitarsi inesauste.
Altri inneggiano alla ripresa della vita produttiva.
Altri invece dicono che non sarà concepibile vivere come prima dell'epidemia del coronavirus e sottolineano l'importanza delle misure di distanziamento sociale. E che brutta frase è questa!
Vagheggiano una vita prossima che verrà senza abbracci e senza strette di mano. C''è tutto un gran parlare di questo; e cosa dire della prossimità e della contiguità dei corpi? Secondo questi predittori di sventura quali dovrebbero essere gli scenari dell'intimità tra le persone?
Secondo costoro ci dovrebbero spettare scelte quantomeno monastiche...
Non so cosa dire.
Mi sento un po' frastornato.
Quali saranno in definitiva le verità ultime?
Ho mangiate favuzze e fave in questi giorni, visto che il campo ne è stato prodigo, senza che per questa volta interferisse la feroce e ingorda Lupa in modo destruente...
Ho sognato alcune notti fa di essere in un luogo affollato. Vi ero andato per accompagnare mio fratello che avrebbe dovuto essere lì per presenziare una riunione.
Arrivavamo sulla Tatamobile, io alla guida.
Ma non c'erano posti per parcheggiare, nemmeno di quelli riservati alle auto dei disabili.
Mi dicevano che, per forza, avrei dovuto fermarmi nel parcheggio a pagamento e che per la sosta avrei dovuto pagare 12.50 euro, anticipati.
Guardavo nel portafoglio ma non avevo soldi contati con me e nemmeno banconote. Non potevo in alcun modo pagare. Che fare?
Decidevo di andare a cercare un parcheggio libero più distante, possibilmente.
Mi mettevo alla ricerca dell'auto che non riuscivo più a nutrire (a trovare)
Mi trovavo in una specie di cittadella universitaria. Dovunque frotte di studenti, intenti a conversare, altri a studiare prima dell'esame, altri a fare colazione con merende al sacco improvvisate.
Un'atmosfera variopinta e colorata, ciarliera.
Ero basito.
Dell'auto nessuna traccia.
Arrivava l'uomo addetto alla verifica dei biglietti e mi diceva di non preoccuparmi più: l'auto l'aveva spostata lui in un parcheggio sicuro.
Dissolvenza.
Giornate ad Altavilla, diviso tra lavoretti campagnoli e altri di manutenzione.
E' venuto il contadino e assieme abbiamo fatto un campo con il sistema di irrigazione per paiantare delle piantine di pomodoro.
Staremo a vedere.
Le letture procedono a tutto spiano, mentre sono stato poco attento a ciò che accade nei social (ma lo sono mai stato?).
Sto leggendo (rileggendo) alcuni racconti di P. K. Dick, i primi da lui scritti, nel 1954, prima che diventasse famoso con il suo primo romanzo Lotteria spaziale.
Sono dei racconti davvero potenti e godibilissmi tutt'ora, dopo circa 70 anni.
Dick è veramente un maestro della Science Fiction.
Pomeriggi trascorsi invece sul divano, a guardare film su Netflix e a leggere.
Ogni tanto una passeggiata con la Flash, lunge le vie deserte di Santa Fe.
scrivi un commento …