(Maurizio Crispi) Dopo un vuoto di lettura di numerosi romanzi (che mi attendono tuttavia ordinatamente impilati, facendomi l'occhiolino) ho sentito l'urgenza di leggere l'ultima avventura del detective Hieronymus (Harry) Bosch, pubblicata da Connelly.
Si tratta del romanzo La scatola nera (titolo orignale: The Black Box), Piemme editore, 2015, la cui edizione originale ha visto la luce nel 2012, data significativa per Connelly e anno del ventennale dei disordini razziali di Los Angeles
Direte voi: Perché leggerlo ora, anziché seguire l'ordine di pubblicazione dei volumi?
Non so, forse sono state le soglie del testo, tra titolo e illustrazione di copertina a creare un mix di attrattiva e seduzione.
Ritroviamo in quest'avventura un Harry Bosch che è stato in servizio presso il LAPD per oltre 40 anni (con molte vite e molti ponti bruciati alle sue spalle) e che si trova qui ad indagare su di un "caso freddo", che lui stesso aveva aperto più di venti anni prima, quando lui e il partner di quel tempo era sopraggiunti sulla scena di un delitto nel contesto dei disordini razziali scoppiati dopo il pestaggio iniquio del nero Rodney King, trovando una giovane donna bianca, caucasica, freddata da un colpo di pistola (forse addirittura giustiziata sul posto). Una giornalista, per di più danese, che lì si trovava probabilmente per seguire i disordini di quell'anno, partiti da una violenta ed ingiusta azione di polizia.
A partire da pochi, esili, indizi si sviluppa un'indagine appassionante che non è inferiore alle altre: come sempre, qui, ciò che conta non è la conclusione (l'esito finale delle indagini), ma il viaggio in crescendo attraverso gli indizi che alla fine si compongono in una tela intellegibile in cui si mescolano nel contesto di crimini di guerra, risalente alla prima Guerra del Golfo, un crimine sessuale e il tentativo di insabbiarlo.
Le avventure di Harry Bosch, da sempre poliziotto indisciplinato e insofferente delle costrizioni burocratiche e "politiche" e con l'unica missione di giungere alla verità, cominciano lentamente e vanno avanti con una progressione sempre più rapida, quasi che fossimo davanti alla dimostrazione di un teorema matematico.
In una postfazione, Michael Connelly spiega alcune radici di questo romanzo che è il 25° della sua carriera di scrittore, lunga vent'anni ed esordita co un'avventura di Harry Bosch, ancora pienamente immerso nella sua avventura di soldato in Vietnam ("La Memoria del Topo") e che lo riporta all'esordio della sua attività di giornalista di nera, quando anche lui, come il giovane Bosch, si ritrovo in mezzo ai tumulti di Los Angeles (e qui egli cita un'indimenticabile per lui, piccolo episodio).
In questo,Michael Connelly è il cantore delle vicende del LAPD (Los Angeles Police Department) e delle sue trasformazioni nel corso del tempo: un grande osservatore e un grande storico della città (visto dal vertice di osservazione della Nera e delle indagini poliziesche), ma anche un conoscitore critico dei meccanismi del potere.
Imperdibile, come tutti gli altri romanzi che lo hanno preceduto.
(Dal risguardo di copertina) Nella vita ci sono momenti in cui è difficile conciliare attività professionale e vita privata. Harry Bosch si trova in uno di questi momenti. Ha Madeline, la figlia adolescente di cui occuparsi, una ragazzina per cui è ormai l'unico punto di riferimento, e ha il lavoro, quello che vive da sempre come una missione, che assorbe quasi totalmente i suoi pensieri. E che si fa sempre più pressante ora che Bosch è alle prese con un caso che lo inquieta particolarmente. L'aveva già affrontato vent'anni prima, nel 1992, all'epoca dei disordini scoppiati a Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King da parte della polizia, quando era stato chiamato sulla scena dell'omicidio di una giovane fotografa danese. Poi le indagini erano state assegnate a un altro dipartimento, senza alcun esito. Ed ecco che Harry, passato all'Unità Casi Irrisolti, viene incaricato di occuparsi proprio di quel delitto. Ma il lavoro di indagine è complicato anche dalle continue interferenze del nuovo capo (il tenete O'Toole), un impiccione arrivista che gli mette i bastoni tra le ruote, non gli autorizza le trasferte e arriva a deferirlo anche alla commissione disciplinare. Bosch, come sempre, va dritto per la sua strada e, intuendo che la morte della giovane non è stata causata dalla situazione esplosiva della città, ma è legata a un intrigo assai più complesso, si inoltra in un labirinto di indizi alla ricerca della "scatola nera", l'elemento rivelatore che potrà fornirgli la soluzione del caso.
Dovrà tornare indietro nel tempo, ripercorrere una strada intricata a rischio della sua stessa vita e misurarsi con qualcuno disposto a tutto pur di non perdere un potere acquisito con l'inganno.
Il mio romanzo 'La Scatola Nera' ha per me un'importanza particolare, diversa da quella che hanno tutti gli altri libri che ho scritto, e mi auguro vivamente che i lettori di Harry Bosch sapranno apprezzarlo in modo altrettanto particolare. Prima di tutto si tratta del mio venticinquesimo romanzo e non credo che esistano scrittori all'esordio in grado di immaginare di poter mai pubblicare venticinque romanzi. Io di sicuro non lo ero. Quando iniziai, mi auguravo di riuscire a pubblicar e un libro, al massimo due. Non mi passava nemmeno per la testa di lasciare il mio lavoro. Venticinque romanzi sarebbero stati niente più di una pia illusione. E altrettanto sarebbero stati vent'anni. Già, perchè questo è il mio venticinquesimo romanzo in vent'anni di attività di scrittore. (...)
Come direbbe Jerry Garcia: 'Che lungo e strano viaggio è stato'
Sull'autore. Michael Connelly decided to become a writer after discovering the books of Raymond Chandler while attending the University of Florida. Once he decided on this direction he chose a major in journalism and a minor in creative writing — a curriculum in which one of his teachers was novelist Harry Crews.
After graduating in 1980, Connelly worked at newspapers in Daytona Beach and Fort Lauderdale, Florida, primarily specializing in the crime beat. In Fort Lauderdale he wrote about police and crime during the height of the murder and violence wave that rolled over South Florida during the so-called cocaine wars. In 1986, he and two other reporters spent several months interviewing survivors of a major airline crash. They wrote a magazine story on the crash and the survivors which was later short-listed for the Pulitzer Prize for feature writing. The magazine story also moved Connelly into the upper levels of journalism, landing him a job as a crime reporter for the Los Angeles Times, one of the largest papers in the country, and bringing him to the city of which his literary hero, Chandler, had written.
After three years on the crime beat in L.A., Connelly began writing his first novel to feature LAPD Detective Hieronymus Bosch. The novel, The Black Echo, based in part on a true crime that had occurred in Los Angeles, was published in 1992 and won the Edgar Award for Best First Novel by the Mystery Writers of America. Connelly has followed that up with 26 more novels.
Fifty-eight million copies of Connelly’s books have sold worldwide and he has been translated into thirty-nine foreign languages. He has won the Edgar Award, Anthony Award, Macavity Award, Los Angeles Times Best Mystery/Thriller Award, Shamus Award, Dilys Award, Nero Award, Barry Award, Audie Award, Ridley Award, Maltese Falcon Award (Japan), .38 Caliber Award (France), Grand Prix Award (France), Premio Bancarella Award (Italy), and the Pepe Carvalho award (Spain).
Michael was the President of the Mystery Writers of America organization in 2003 and 2004. In addition to his literary work, Michael is one of the producers and writers of the TV show, “Bosch,” which is streaming on Amazon Prime Instant Video.
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He was also one of the creators, writers, and consulting producers of Level 9, a TV show about a task force fighting cyber crime, that ran on UPN in the Fall of 2000. And he can sometimes be seen on the hit TV show Castle playing poker!
Michael lives with his family in Florida.