(Maurizio Crispi) Rogue Male di Geoffrey Household (Orion Books, 2014) è indubbiamente un piccolo capolavoro.
Poco noto al pubblico italiano è stato per la verità pubblcato di recente dalla casa editrice Polillo nel 2006 con un titolo fuorviante: "L'uomo che non doveva vivere": un piccolo tradimento rispetto all'originale.
Il titolo in lingua originale in sè contiene in forma sintetica la caratteristica principale del personaggio prinicipale (che è in definitiva il narratore stesso intento a comporre una sua "memoria" scritta degli eventi in cui è incorso.
Lo stesso autore mette ad epigrafe del suo volume questa definizione del termine "Rogue": "The behaviour of a rogue may fairly be described as individual, suffering from its fellows appearing to increase both cunning and ferocity. these solitary beasts, exasperated by chronic pain orr widowerhood, are occasionall found among larger carnivores or graminivores, and are generally male, though, in the case of hippopotami, the wanton viciousness of old cows is not to be disregarded"
Definizione che, applicata ai grandi mammiferi (specie l'elefante) collima con le definizioni (ed i relativi esempi) riportati nel web nell'Oxford English Dictionnary. E molti sanno quanto possa essere pericoloso un eleante maschio solitario, ferito oppure rimasto isolato dal suo branco.
L'autore, poi, nel titolo rimarca "Rogue Male" a sottolineare che la sua storia riguarda un uomo nella condizione di essere "rogue", appunto, e in tutte le accezioni del termine.
Un uomo braccato e in fuga che, proprio per questo, diventa sempre più pericoloso e che, nello stesso tempo, è in condizione di mettere in atto strategie di sopravvinenza facendosi mimetico, animale, terra, fango.
Della storia che si legge tutta d'un fiato, si può dire ben poco poichè si rovinerebbe al lettore il piacere della scoperta, in parte derivante dal fatto che tutto ciò che impariamo sul "rogue male" lo apprendiamo nel corso della narrazione, visto che l'autore applica ampiamente la tecnica del "restraint" senza mai citare esplicitamente gli eventi cruciali che rimangono indefiniti ed detti solo attraverso le loro conseguenze.
In sintesi - e questo è l'incipit - un aristocratico britannico, uno "sportsman" decide di attentare alla vita di un dittatore europeo (forse si tratta dello stesso Hitler, ma non è mai specificato chiaramente), utilizzando le tecniche di inseguimento della preda e di appostamento che egli ben conosce per la sua pratica della caccia grossa. Non è nemmeno ben chiaro se egli voglia uccidere veramente o soltanto dimostrare che gli è possibile farlo.
Ma, in ogni caso, qualcosa va storto e una guardia lo sorprende, mentre ha il dito sul grilletto pronto ad esplodere il colpo fatale, se mai lo volesse fare veramente.
Catturato, viene interrogato e torturato brutalmente per strappargli la confessione sui nomi dei politici o della nazione che lo ha inviato come cecchino.
Dato per morto, a causa dei maltrattamenti, viene scaricato dai suoi stessi torturatori in un burrone poco distante.
Ma Rouge male è vivo e, da quel momento, comincia la sua rocambolesca vicenda di sopravvivenza e di fuga, sino al Regno Unito, dove però scoprirà che non c'è sicurezza per lui e che la sua perigliosa avventura non è ancora terminata.
Il romanzo si articola in tre momenti: una prima parte sino al ritorno in UK, una seconda fase in cui si articola la sua fuga in Inghilterra alla ricerca di un luogo sicuro; una terza parte, infine, che è quella stringente in cui si trova a tu per tu con il suo inseguitore, in un confronto che lo porta all'autoconsapevolezza e alle decisioni finali, sviluppando al massimo le sue qualità "rogue" e le conseguenti azioni.
Per queste sue caratteristiche Rogue Male ebbe alla sua comparsa un successo strepitoso e piacque anche negli ambiti governativi, perchè esaltava le capacità di resilienza di quello che poteva considerarsi un prototipo dell'uomo britannico, nel confronto con circostanze difficili e in ostante pericolo di vita. Per questo motivo, allo scoppio della guerra, venne stampata in decine di migliaia di copie e messo in distribuzione come lettura edificante e corroborante alle truppe inglesi.
Il romanzo ebbe un grande successo anche in seguito e viene considerato come il prototipo dei cosiddetti Hunting Man Thriller o Pursuit Thriller, a cui devono molto altri capolavori della letteratura di genere (Ian Fleming - per certo - si ispirò ad Household per alcune delle vicende del suo agente speciale, James Bond, per non parlare di The Day of the Jackal di Forsyth o di First Blood di David Morrell in cui viene per la prima volta delineato il personaggio che diventerà successivamente il Rambo cinematografico) e della cinematografia a partire dal famoso Man Hunt di Fritz Lang.
Geoffrey Household fu un personaggio eccentrico che ebbe modo di sperimentare lavori diversi(fu persino un venditore all'ingrosso di banane), ma sempre con la ferma intenzione di diventare scrittore e che, dopo la pubblicazione di Rogue Male, entrò a far parte dell'organismo governativo britannico "Field Security", il dipartimento con il compito di tutelare la sicurezza militare e civile in UK. Fu uno scrittore prolifico, anche se i suoi romanzi successivi furono in tono minore, in quanto egli non fu in grado pdi liberarsi dallo schema narrativo, dalle ambientazioni e dalle situazioni dispiegate nel suo primo romanzo. Della sua prolifica produzioni altri suoi romanzi sono stati pubblicati in edizione italiana, ma sono attualmente fuori commercio.
Come sono arrivato a leggere Rogue Male? A volte i percorsi di lettura vanno menzionati, perché sono in sé davvero singolari e straordinari. E' stato davvero un caso (ma si potrebbe dire anche una "necessità"). Ho letto un libricino scritto, tra gli altri, da Robert McFarlane (autore di "Le Antiche Vie, Einaudi) sugli Holloways del Devon in Inghilterra, libro nato da un'esplorazione condotta alla ricerca degli holloways descritti da Household nel suo romanzo, assime a Roger Deakin: nel corso dell'esplorazione e durante i loro pernottamenti leggevano un fascio di fotocopie tratte appunto da Rogue e relative alle pagine in cui si parlava degli holloways del Devon, teatro di parte della seconda e di tutta la terza parte.
Sono andato alla ricerca del volume e l'ho trovato in lingua originale: una riedizione recente corredata - guarda caso, giusto a chiudere il cerchio - di una bella prefazione scritta dallo stesso Rober McFarlane, il quale dopo le prime quattro pagine invita il lettore a fermarsi e, se ancora non conosce, passare alla sua lettura, per poi tornare a leggere le sue parole.
Ne sono rimasto entusiasta, a dir poco. Una lettura che davvero merita di essere fatta, anche per tutte le suggestioni che ne promanano.
(Dal risguardo di copertina dell'edizione italiana) La voce narrante di questo romanzo del 1939 è quella di un giovane aristocratico inglese appassionato di caccia grossa. La sua storia prende l'avvio quando è catturato nell'atto di puntare il suo fucile a cannocchiale contro la casa-fortezza di un dittatore di una nazione europea. Benché sostenga di non aver mai avuto intenzione di premere il grilletto, viene torturato a sangue e lasciato sospeso sull'orlo di un precipizio. Sopravvissuto a malapena, comincia la sua fuga verso la salvezza. Ma tornato in Inghilterra si rende conto di essere pedinato e, dopo un drammatico inseguimento, è costretto a riparare in campagna. Qui si completa la sua trasformazione da cacciatore in preda.