Notte inoltrata.
Decido di uscire con Frida a fare quattro passi.
Un'improvvisa ed inspiegabile variazione (fuori dalle categorie governate dalla razionalità e dalla logica) é ciò che ci vuole per venir fuori dallo schema usuale a rischio di cristallizzazione (preludio di una rovinosa rottura in mille frantumi) e fare qualcosa di imprevisto.
Stavo guardando un film in DVD ed ecco arrivare Frida che si è posizionata come è solita fare: seduta davanti a me, guardandomi nel suo modo intenso ed eloquente (quando vuole attenzioni, qualsiasi esse siano: cibo, carezze, coccole, andar fuori a passaeggiare).
Ma sì, mi sono detto, andiamo!
Detto, fatto. L'uscita s è rivelata un incanto.
Solo io e Frida, come due vecchi compari, illuminati dalla luce giallastra dei lampioni.
Temperatura mite... e solo qualche gocciolina di pioggia che però non vuole partire con decisione, acquerugiola carica delle sabbie più fini del deserto che domani lascerà le auto sporche di strie di terra.
Non ci sono auto, non ci sono passanti, il silenzio è totale.
Le strade sono mie.
La città è mia.
Potrei essere l'unico sopravvissuto di una grande catastrofe che esce solo di notte, perchè di giorno la superficie della Terra è falciadiata da pericolose radiazioni che provengono dallo spazioo profondo, non più filtrate dallo strato protettivo di ozono.
Un sopravvissuto.
Un naufrago in un'sola deserta.
Un esploratore.
Cammino e cammino...
Ogni tanto sento un abbaio lontano, un cane che ulula la sua solitudine alla luna calante
Passo dalla piazzetta dei taxi di Largo Esedra e sento il parlottio smorzato di due autisti che fumando una sigaretta scambiano tra loro due chiacchiere.
Al passaggio li saluto: se si è soli nell'intero mondo dormiente, è giusto salutarsi.
I sopravvissuti o si guardano in cagnesco e si aggrediscono oppure scelgono la via della civile convivenza. Non è detto che debbano ridursi alla condizione di homo momini lupus, prefigurata da alcuni pensatori.
C'è una perfetta combinazione di equilibrio e di tensione trattenuta come in una molla che non è stata spinta ancora troppo: energia e dinamismi pronti a scaturire che sembrano riempire le mie arterie di argento vivo: sicché vorrei non dovere ritornare più a casa e trascorrere tutta la notte così, camminando da sera al mattino, on the road. camminando verso il sole che sorge dalla sua casa d'acqua e sentire la pelle lambita dal suo calore, trasformandomi poi a notte in un vagabondo delle stelle.
E poi è venuto il momento di rientrare e un istante magico è stato incamerato nella mia memoria, inciso a lettere fiammeggianti
Poi, ornato a casa, mi sentivo così eccitato del niente e del molto che in quei pochi istanti avevo vissuto che non potevo più prendere sonno.
Alla fine, sì, ho dormito, ma solo per due ore: quando ho riaperto gli occhi, mi sono stirato un po' e mi sono rimesso in piedi, come ogni giorno.
La ruota del tempo ha ripreso a girare.
Ci sono delle volte in cui tutto è meraviglioso: o meglio tutto "appare" meraviglioso, quando "everthing is ominous", ma ciò accade, perchè è cambiato il modo di rapportarsi con il mondo e c'è nell'aria il presagio di qualcosa che verrà.
E vedi stagliarsi nel cielo pulsante, la tua stella pulsante che brilla nell'intero firmamento come la cometa dei Magi, sta ad indicarmi il cammino verso il miracolo di una vita che è (ri)cominciata.
E dopo che ciò accade vedi tutto in una diversa prospettiva.
Niente è più eguale, sino alla prossima volta.
Domani, ricorre in calendario il compleanno di mia madre che, se fosse viva, avrebbe compiuto 95 anni.