(Maurizio Crispi) Oggi, ascoltavo una discussione tematica a "Il Ruggito del Coniglio", con l'intervento degli ascoltatori. Il tema proposto era se "nella vita abbiamo mai finito"...
Gli interventi degli ascoltatori era come al solito divertenti e gustosi, perchè ciascuno aveva da raccontare un suo personale episodio a proposito del fatto che "non abbiamo mai finito".
L'umore generale degli interventi era di dispiacere per il fatto che "non si finisce mai", quasi che fosse auspicabile arrivare ad uno stato di atarassia e di sospensione, nel quale non avendo più nulla da fare ce ne stiamo semplicemente in uno stato di beata sospensione.
In realtà, io penso che c'è davvero da augurarsi che le cose da fare e da sperimentare nella vita e i nuovi progetti da avviare non finiscano mai.
Innanzitutto, perchè la vita è costantemente insidiata dall'entropia, vale a dire che un assetto relativamente stabile (che - direbbero i biologi - si mantiene in omeostasi con un certo dispendio energetico) vada incontro all'instabilità e alla disorganizzazione, anche la disorganizzazione e il caos possono poi generare un nuovo ordine (una stella danzante, come ebbe a dire Nietsche).
In secondo luogo, perchè se non ci fossero cose da fare (ed includo qui le cose da pensare e quelle da creare) si andrebbe lentamente verso la morte che, anche sotto il profilo biologico, va intesa come la cessazione completa di ogni attività.
Anche il ripetersi di certi schemi può avere un senso se, alla fine, è seguito da una trasformazione.
Ecco, penso alla vita come ad un susseguirsi di trasformazioni e metamorfosi: siamo sempre noi stessi, ma probabilmente osservandoci bene, siamo ognii volta un pochino diversi, e in questo sta uno dei misteri e della bellezza della vita: quella di offrirci continue possibili trasformazioni, all'interno di quello che appare come un continuum.
La vita è, nè più né meno come andare su di una bicicletta.
Anche se ad un occhio esterno il ciclista sembra essere sempre in perfetto equilibrio, in realtà quel macroscopico equilibrio è la risultante di una sequenza ininterrotta di disequilibri "discreti" a cui fanno seguito altrettanto "discrete" riprese dell'equilibrio.
L'equilibrio globale non è altro che una risultante vettoriale.
E così è la linea della nostra vita: la risultante d'una serie ininterrotta di equilibri e disequilibri.
Guai se cessassimo di fare cose, di pensare, di creare, di fare nuove progetti!
Come disse lo stimatissimo e compianto Pietro Mennea, grande sportivo ma anche grande maestro di vita a chi lo interrogava su senso di quel dito alzato al Cielo quando tagliava il traguardo nelle sue mitiche prestazioni atletiche e lo cito, andando a braccio: "Ho detto che avrei rivelato il segreto del significato che quel gesto ha per me, solo quando avessi tagliato l'ultimo traguardo. Ma ancora nella mia vita ho molti traguardi da raggiungere e superare. Nella vita, ricordatevelo, ci sono sempre dei nuovi traguardi da raggiungere, delle nuove sfide da raccogliere, e non sono solo quelle sportive. Quindi non è ancora tempo che io vi riveli il mio segreto".